giovedì 5 dicembre 2013

“La Svezia non è più buonista”


“La Svezia non è più buonista” scrive Libero, “schedati 4000 rom pericolosi”. Maurizio Stefanini su Libero racconta e descrive la “guerra tra faide, con scontri feroci e uso di esplosivi a Lund”:

La polizia svedese sta schedando i rom: 4mila nomi messi nero su bianco che rischiano di far traballare la fama di tolleranza e multiculturalità di quello che si vanta di essere il più progressista tra i Paesi della progressista Scandinavia. La notizia, fatta trapelare dal quotidiano Dagens Nyheter già a settembre, è arrivata a un punto di svolta in questi giorni con la presa di posizione della Säkerhets-och integritetsskyddsnämnden: quella Commissione sulla Protezione della Sicurezza e dell’Integrità composta da 10 membri – due giudici come presidente e vicepresidente e otto eletti dal Parlamento – il cui incarico è appunto quello di sorvegliare la correttezza dei comportamenti di polizia, servizio segreto e organismi di sicurezza in genere.
E il responso è stato che, sì, presumibilmente la polizia della regione della Scania ha fatto un bel po’ di irregolarità nel raccogliere una lista di 4000 nomi, tra cui un migliaio di minorenni a volte perfino di due anni di età, qualche defunto e gente che viveva fuori della regione. «È nostro dovere fare indagini per combattere il crimine», si è giustificato il responsabile del dipartimento investigativo Stefan Sinteus, nello spiegare come per venire a capo di una faida tra famiglie attorno alla città di Lund degenerata in una vera e propria guerra mafiosa con l’uso di mitra e esplosivi si è iniziato a annotare le persone coinvolte e le loro reti di conoscenze, fino appunto a raggiungere quella quantità di nomi. Il registro è stato però prorogato senza una giustificazione pertinente. Non solo: secondo la Commissione il suo utilizzo non sarebbe stato segnalato e non sarebbe stato indicato chi era sospetto. Ma anche se i 4000 nomi sono quasi tutti di rom e l’indicazio – ne in testa alla lista porta un Kringresande che sta più o meno per Nomadi, tuttavia c’è anche qualche non rom. Così è saltata l’accusa più grave: quella di aver compilato una lista di scheda- tura etnica, cosa che in Svezia è oggi vietatissima. È però di origine rom Adam Szoppe: un giornalista della radio pubblica, che dai servizi del Dagens Nyheter ha scoperto di essere a sua volta finito nella lista, assieme alla moglie e a tre dei loro quattro figli, compresa una di tre anni. E a sua volta ha rilanciato la polemica. Anche uno dei partiti della coalizione governativa di centro-destra, il liberale Partito Popolare, ha chiesto una com- missione d’inchiesta.

Per la verità, i rappresentati dei rom svedesi, che proprio nel 2012 hanno celebrato i 500 anni dal loro arrivo nel Paese, dicono di «non avere ovviamente paura di una pulizia etnica». Ma ritengono che una schedatura del genere è comunque inquietante. La cosa da tenere presente è che la Svezia tra 1935 e 1976 ebbe una legge eugenetica particolarmente feroce per cui oltre 60.000 persone, in prevalenza donne, furono sottoposte a interventi di sterilizzazione forzata. La cosa era stata fatta praticamente di soppiatto, e la polemica non sarebbe esplosa che nel 1997, con un famoso articolo pubblicato pure dal Dagens Nyheter, che in particolare ricordava il caso di un sedicenne di nome Niels: sterilizzato nel 1968 perché era «un sangue misto sessualmente precoce». Il record si era raggiunto con i 1747 interventi del 1945 e 1847 del 1946: proprio mentre gli Alleati chiudevano i lager nazisti.
Due grandi sostenitori della sterilizzazione degli elementi parassitari della società proprio per contenere i costi del Welfare scandinavo furono proprio i due massimi teorici del modello socialdemocratico svedese: i coniugi Gunnar e Alva Myrdal, lui Nobel per l’Economia nel 1974, lei Nobel per la Pace nel 1982. Approvata con un governo socialdemocratico, la legge sulla sterilizzazione fu abrogata solo quando dopo quarant’anni di governo ininterrotto i socialdemocratici finirono all’opposizione. I rom erano stati tra le principali vittime di quella legge, e proprio per servire questo programma di eugenetica nel 1942 erano stati soggetti a schedatura.  
Per questo il tema è ancora bollente.



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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.