martedì 9 febbraio 2016

Venti poesie d’amore e una canzone disperata


Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.
Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.
A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l’anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.
Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perchè mi investirà tutto l’amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?
E’ caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.
Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.

(Pablo Neruda – Venti poesie d’amore e una canzone disperata)
*********
“Per qualcuno il freddo di oggi significa  inbacuccarsi nel proprio cappotto, nascondersi il viso dietro una sciarpa  
Per quelli come me invece, il freddo significa abbracci, significa stare più vicini per sentire i battidi del cuore.
Per quelli come me, che vedono l’amore persino in una ciotola di calda minestra di lenticchie, non esiste niente di più bello che tenersi per mano, come in questa notte di un gelido inverno svedese.”
Buonanotte da nonno Franco.



Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.