giovedì 28 aprile 2011

I tre inverni della paura

Dopo aver festeggiato il 25 Aprile vi consiglio di leggere un libro: "I tre inverni della paura" di Giampaolo Pansa una pagina drammatica della nostra storia. Dall'omicidio di don Pessina, "un delitto orribile e senza motivo. era venuta una catena di errori grossolani e privi di scusanti".

Senza nulla togliere alla vera Resistenza, leggendo un bel romanzo si scoprono fatti poco noti e credo abbastanza utili da conoscere. In più, è ambientato in zone "conosciute", come, per es., Parma, Traversetolo, Quattro Castella, con "puntate" anche a Reggio Emilia, Casina, etc.

Uno stralcio del commento del Corriere della Sera lo descrive abbastanza bene: «Pansa non vuole demonizzare la Resistenza, ma raccontare gli eccessi di cui fu vittima una parte della popolazione italiana. Una tragedia che ha trovato pochi cantori» . Più volte, nei libri di questi ultimi anni dedicati alla riscoperta dell’infinito carnaio che fu il dopo 25 aprile ad opera delle bande armate comuniste che non vollero deporre subito le armi, Giampaolo Pansa aveva detto che ciò che raccontava era nulla rispetto a quello che avvenne nel cuore dell’Emilia “rossa”, nel triangolo tra Parma Reggio Emilia e Modena. Ha colmato la lacuna con questo: I tre inverni della paura. Un libro che, assieme a tutti gli altri di Pansa, dovrebbe essere letto soprattutto dai giovani affinchè capiscano dove può portare l'odio ed evitino, possibilmente, di ripetere gli errori dei propri nonni.

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.