Questa ragazzina tanto forte da riuscire a sollevare un'auto
con una mano, libera, scaltra, disinibita e allo stesso tempo sensibile e
dolce, sempre pronta a intervenire in difesa dei più deboli, ha suscitato
l'ammirazione di noi papà ed è stata un ottimo esempio per un gran numero di
bambine. Nate come mia figlia alla fine degli anni_60.
E neanche è un caso che quell'esempio di "donna
liberata" venisse da un paese come la Svezia, dove la parità fra uomini e
donne già era una realtà consolidata, e dove il sesso non era né tabù né arma
per fare carriera. Considero Pippi Långstrump un pò come un mio portafortuna,
essendo arrivato in Svezia propio nel momento della sua massima popolarità.
Calvizie e acciacchi a parte, non credo di essere molto cambiato dentro,
rispetto a quel ragazzo che guardava Pippi alla TV con la scusa di far
compagnia alla sua bambina.. Senza dubbio è cambiato di molto il mondo che mi
circonda: La Svezia di oggi è irriconoscibile Qual paese incantato di visi-pallidi che si rotolavano nudi
nella neve allegramente, quel paese,dove si praticava l'abbraccio universale,
la carezza contro la malinconia e la solitudine, il contatto fisico contro la
violenza... anche quel paese oggi è irriconoscibile. La sua accoglienza, il suo
candore e la sua disponibilità gli si sono ritorte contro.
La libertà diventa un ricordo del passato. Le donne evitano
abiti "troppo succinti" come se fossero non più a casa propria ma a
Islamabad. Si coprono e d'estate evitano perfino il topless per non infastidire
i nuovi venuti. In alcuni centri urbani, durante il ramadan è vietato mangiare
per strada, mentre interi quatrieri vengono messi a soqquadro da chi vuole
tutto e subito.
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"Vogliamo tutto e subito".
In questo slogan si può
riassumere la protesta che qualche tempo fa si è scatenata in Svezia sotto
forma di centinaia di auto incendiate, centri sociali devastati, agenti di
polizia feriti e vigili del fuoco fatti segno di sassaiole violente durante
l´opera di spegnimento. Autori delle violenze collettive sono i giovani
immigrati - o figli di immigrati - che rischiano di trasformando le periferie
delle maggiori città svedesi in campi di battaglia.Ma chi sono, dunque, questi
giovani e che cosa vogliono? La risposta è contenuta nella frase riportata
all´inizio.
Vogliono tutto, cioè ottenere gli stessi beni e privilegi di
cui godono chi in Svezia e per la Svezia ha speso una vita. senza tener conto
del fatto che case, automobili, imbarcazioni ed altri "status symbol"
sono il frutto di un duro lavoro, talvolta nell´arco di più generazioni. Difficile cercare motivazioni nei loro gesti. Basta
interrogarli per capirlo. Alla domanda che cosa volete, rispondono:
"Voglio guidare una Saab turbo ed abitare in una bella villa". Quasi
tutti sono senza lavoro e difficilmente lo troveranno visto che hanno
abbandonato la scuola dopo la quinta elementare. E se chiedete loro che cosa
sanno fare, vi rispondono: "Sono un cannone ai videogiochi, a scuola
invece non ci si divertiva". E questo è il guaio maggiore per questo gruppo
di giovani che stenta ad orientarsi in una società altamente tecnologica. Sono
pochi i giovani immigrati che finiscono la scuola dell´obbligo con una media
che consenta loro di accedere al liceo. Non frequentano corsi di addestramento
al lavoro e si rifiutano di lavorare da apprendisti. Ad un certo punto
spariscono, ingoiati da quella malavita sommersa che fa di loro degli individui
asociali a vita.
La loro ira si sfoga con aggressioni agli agenti di polizia, sia con pietre, sia con insulti feroci marcati di maschilismo islamico alla volta delle poliziotte che vengono chiamate "prostitute in divisa" e anche peggio. Qualche anno fa è stata data alle fiamme, a Helsingborg, una schiera di case, lasciando senza tetto quattordici famiglie. Eppure le famiglie di questi ragazzi vivono nei quartieri periferici di Stoccolma, Goteborg, Malmö, Uppsala che difficilmente si possono chiamare "ghetti" essendo formati da appartamenti moderni, dotati di ogni conforto. E i sussidi che questi individui ricevono sono pari alla paga media di un operaio. Ma loro vogliono ben altro. Vogliono tutto subito. E se non l´ottengono, appiccano il fuoco.
La loro ira si sfoga con aggressioni agli agenti di polizia, sia con pietre, sia con insulti feroci marcati di maschilismo islamico alla volta delle poliziotte che vengono chiamate "prostitute in divisa" e anche peggio. Qualche anno fa è stata data alle fiamme, a Helsingborg, una schiera di case, lasciando senza tetto quattordici famiglie. Eppure le famiglie di questi ragazzi vivono nei quartieri periferici di Stoccolma, Goteborg, Malmö, Uppsala che difficilmente si possono chiamare "ghetti" essendo formati da appartamenti moderni, dotati di ogni conforto. E i sussidi che questi individui ricevono sono pari alla paga media di un operaio. Ma loro vogliono ben altro. Vogliono tutto subito. E se non l´ottengono, appiccano il fuoco.
La Svezia rischia di diventare troppo diversa da se stessa.
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