giovedì 17 marzo 2011

Viva l`ITALIA


Viva l’Italia! Difficile, molto difficile, sentire oggi un ragazzo dire «Viva l’Italia!». Semmai un ragazzo può esultare «Forza Italia», o lamentarsi «Che Italia!», o minacciare «Via dall’Italia!». Ma gridare «Viva l’Italia!», no. È qualcosa che sa di retrò, lo possono fare, al massimo, i nostri vecchi, gli ultimi partigiani o saloini sopravvissuti, gente - non a caso - che per l’Italia, a ragione o a torto, ha rischiato la vita.

Oggi si festeggiano i 150 anni non del "Belpaese" ma di un Paese serio che si chiama Italia e che ha molto più dei 150 anni dell’unità: Nata nei versi di Dante e Petrarca, nella pittura di Piero della Francesca e di Tiziano. Ed è diventata una nazione grazie a eroi spesso dimenticati, il Paese che, qualsiasi sia il tuo credo politico e qualsiasi sia la tua appartenenza regionale, ti concede il privilegio di percorrere la Grande Galerie del Louvre, il più famoso museo del mondo, e camminare per quasi un chilometro «tra centinaia di quadri di commovente bellezza, e pensare che non ce n’è uno, uno solo, che non sia stato dipinto da un italiano». Una strana sensazione che facendoti pensare al passato ti fa guardare al futuro, instillandoti il legittimo dubbio che forse questo disastroso e meraviglioso Paese sia più unito, e più grande, di quanto ognuno di noi sia disposto ad ammettere. E ti viene voglia, a mezzagola, di sussurrare, ma sì cazzo, «Viva l’Italia!».

domenica 6 marzo 2011

Ti voglio bene Italia


Ti voglio bene Italia e ti difendo dagli anti-italiani:

I quali forse, in fondo, sono il partito più antico e tu lo sai.

Solo che in questi anni sono diventati molto, troppo, rumorosi. Propio loro gli anti-italiani, quelli che vivono qui con il mal di stomaco, con la rabbia di chi scommette tutto sull’apocalisse: verrà il giorno, quello del giudizio. E giù filippiche contro di te e chi ti governa..

È strano. Da te la democrazia è sempre all’ultimo sangue. Non è più solo "sano" odio ideologico come tra Peppone e Don Camillo. È voglia di deserto, di rovine, di cataclismi, ti vogliono vedere in malora. È l`ideologia dell’anti-italianità. Il ragionamento è più o meno questo: se per fare un nazione migliore serve un`Italia in ginocchio, allora così sia. E giù bombe. Il prezzo è altissimo, ma per questa banda di Anti_Italiani il gioco vale la candela. Tanto meglio. Se c’è da ricostruire poi si faranno più soldi. È un sentimento un pò cinico, ma ”purtroppo” tu sei generosa ed in casa tua c`è sempre un prete che poi li assolve.

Intanto loro vestiti di nero come maghi e fattucchieri pregano il peggio. Hanno guardato negli occhi la crisi, sperando che fosse più scura della mezzanotte. Hanno benedetto i mutui subprime. L’America avrebbe portato in a casa tua il virus, sventrando le banche, l’economia, i risparmi, il commercio, lasciando sul lastrico l`intera Banana Republik (ti chiamano così...). E quando la crisi è arretrata, risaccando, hanno maledetto l’euro e il dollaro, scommettendo ancora sulla malasorte.

Tifano, contro. Nella parte più cupa del loro cuore si sono schierati con la monnezza napoletana, con il crash di Alitalia, con la fame e la miseria, con il disastro della scuola pubblica, con chi ci chiama Svart Skalle (testa nera), Maccaroni, Dago o Paisà. L’arrivo della Fiat a Detroit li ha fatti bestemmiare. L`Alfa, va tenuta lontana da Los Angeles e dalla notte degli Oscar. Affondi a Venezia. Gli anti-italiani scommettono sulla disfatta. Le vittorie della Pennetta non li incantano. La Pellegrini è una sirena con il piercing nel posto sbagliato, il G8 li ha delusi. Hanno sperato che Obama calpestasse l’italiano chiacchierone. È andata male. Obama ha detto grazie e Michelle si è commossa tra le macerie dell’Aquila.

Ma quello che mi fa più incazzare è quando gli Anti parlano di dittatura italiana è la mossa più spregiudicata del partito anti-italiano. È il loro capolavoro di marketing, vendere al mondo la cattiva maschera berlusconiana. Berlusconi come remake di Mussolini. L’Italia in camicia nera, l’Italia che sprofonda nel più profondo Novecento, l’Italia barzelletta di regime. Questa storia ci sta facendo del male e non andrà via tanto in fretta. Gli anti-italiani ti sputtanano dicendo che non sei democratica, si forse è vero che non sia la miglior democrazia del mondo, ma comunque c’è ed è sacro santa democrazia.

E tu nostra piccola grande patria lo sai benissimo che non sei una dittatura. E chi lo sostiene, offende i martiri di tutte le dittature. I martiri veri. Non questa parodia di partigiani. Non questo manipolo di anti-italiani.
(vagabondo)

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.