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“Si chiama
Vittoria. E’ un’amica di mia zia, ha settantacinque anni, è vispa e in gamba,
ha superato un cancro anni fa, ha curato il marito e l’ha accudito fino alla
sua morte. Si presenta vestita con cura, con orecchini pendenti sempre diversi,
sbandiera una bella chioma bianca con un taglio impeccabile. E’ un’insegnante
in pensione, ha delle figlie, un giovanissimo nipote, è una grande lettrice.
Parliamo dei nuovi senior, gli ever green di ora, quando la
vedo inalberarsi: – A me non chiamatemi senior o della terza età, per carità….
Sono vecchia, chiamatemi vecchia. Non ho paura! Sono fiera di essere vecchia!-
esclama con enfasi. -Ma perché Vittoria? I vecchi di oggi sono diversi da quelli
della generazione passata. Sono più vispi, più in gamba, hanno un’alta
aspettativa di vita. Hanno a disposizione più cure, medicine, nuovi interventi
chirurgici. C’è più cultura e perciò più cura di sé: per la propria
alimentazione, per tenere in forma il proprio fisico e la propria mente. Non è
giusto chiamarli vecchi, come un tempo. C’è bisogno di termini nuovi per
identificare questi nuovi personaggi. Infatti la stampa ha coniato nuovi
termini : li chiama young old ( giovani vecchi), senior, della terza età…e
usano anche molti altri termini… – sostengo io convinta. Ma non c’è niente da fare…non riesco a convincerla. Dice che
bisogna dire pane al pane e vino al vino e che lei è vecchia e che al giorno
d’oggi nessuno più vuole essere vecchio, mentre lei ne è orgogliosa.
L’incontro mi lascia pensierosa. Ritrovo, nei meandri della
mia mente il mio filosofo/psicologo preferito: James Hillman, grande studioso
della vecchiaia come momento di vita in sé, liberato dalla morte: il diventar
vecchi come scoperta di un valore, dato alla natura umana e a tutte le cose
esistenti.
E allora pensiamo a vecchi libri, vecchi manoscritti, vecchi
giardini…che sono resi preziosi dalla qualifica di “ vecchio”.
Gli Inglesi usano il temine old, (vecchio) molto più di noi.
Anche solo per chiedere l’età a qualcuno sia esso bambino, ragazzo, trentenne,
anziano usano la nota frase:- How old are you? ( Quanto vecchio sei?) E ci si può sentir rispondere:- I am seven years old. ( Sono
vecchio di sette anni ). Pensate! Quindi, a qualsiasi età, senza timore, gli
Inglesi si qualificano con la “vecchiezza”. E che dire della mia vecchia poltrona, dove il termine
vecchia sta ad indicare la mia affezione…il fatto che era appartenuta a mia madre,
ad esempio. Ma, ancora, le cose vecchie hanno una patina, un fascino, una
storia; hanno carattere. Un vecchio castello ha più storia, più fascino, più
cose da dire di un nuovo edificio, ad esempio.
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Questo articolo é stato pubblicato anche su
Osservatorio Senior.