lunedì 27 maggio 2013

"Oggi niente scuola..."

foto: Aftonbladet
Brutta sorpresa questa mattina per molti bambini abitanti a Solna (un sobborgo modello di Stoccolma). ”Durante la notte la loro scuola materna è andata letteralmente in fumo”, mentre durante il fine settimana l`area degli scontri si è allargata anche fuori dalla capitale. 

A Örebro, nella Svezia centrale, una trentina di ragazzi mascherati hanno dato fuoco a tre auto e ad una scuola. Nessuno di loro è stato arrestato. Ancora, a Linkoping, 200 km a sud di Stoccolma, alcuni ragazzi hanno incendiato una decina di macchine ed ancora una scuola materna. Dalla polizia continua a non trapelare nulla sulla nazionalità dei dimostranti. E quei giornali che provano a violare il muro del politicamente corretto vengono prontamente smentiti. Sono immigrati, ma non si può dire. 
Gli abitanti dei quartieri intanto cominciano a dubitare sulla capacità delle forze dell'ordine di contenere le violenze. E una cinquantina di militanti nei movimenti di estrema destra svedesi hanno cominciato a presidiare i sobborghi.

Mentre le forze dell'ordine chiedono rinforzi e il governo moderato di Fredrik Reinfeldt appare impotente a frenare le rivolte delle periferie. Anzi, sembra minimizzarne la portata. Il ministro dell'integrazione Erik Ullenhag ha detto che la stampa internazionale ha preso un abbaglio descrivendo i disordini di Stoccolma come causati da giovani arrabbiati: "Non si tratta di giovani delle periferie che protestano contro la societa",ha dichiarato, dimenticando di dire allora chi siano i veri protagonisti di questo aspro maggio svedese.

Lo stesso primo ministro Reinfeldt, se si esclude un suo intervento all'indomani della prima notte di scontri, non ha rilasciato dichiarazioni importanti, limitandosi ad invitare tutti a compiere uno sforzo di pacificazione e tacciando gli autori degli scontri di "vandalismo". Intanto però sono state prese d'assalto anche tre scuole, tra cui una materna Montessori a Kista. E ancora auto bruciate, un centro commerciale gravemente danneggiato a Jordbro, sassaiole contro agenti e pompieri.

"La gente è furiosa" ha raccontato un fotografo dell'Afp, mentre un padre si è detto "arrabbiato e frustrato" di fronte all'incendio della scuola di Kista. I mezzi di informazione fanno fatica a raccogliere dichiarazioni dei partecipanti agli scontri ma la radio pubblica SR è riuscita ad avvicinare un giovane che, sotto lo pseudonimo di Kim, ha detto di aver agito in segno di protesta contro la disoccupazione e il razzismo. "Abbiamo bruciato auto, tirato pietre contro la polizia...E' una buona cosa, perché ora la gente sa dov'é Husby... e il solo modo per farsi ascoltare".

Con il 15 per cento della popolazione di origine extraeuropea, con una forza di attrazione dell'immigrazione che negli ultimi anni ha fatto della Svezia il secondo paese più sognato (solo lo scorso anno 44 mila richieste di asilo), la Svezia sembra non reggere più l'impatto e si trasforma, e il parere di molti osservatori, dal simbolo della generosa accoglienza, in una matrigna che relega nelle periferie la maggior parte degli immigrati.
Tobias Billström

"A poco a poco stiamo diventando come gli altri paesi", ha osservato Aje Carlbom, antropologo dell'Universita di Malmö; "Vivere da giovane in quartieri come quelli, può voler dire essere completamente isolati dal resto degli svedesi", non sentirsi parte di alcuna società. 

Gli scontri hanno tuttavia avuto il merito di causare una discussione interna nel paese e all'estero hanno fatto mettere in discussione il modello svedese, accogliente, pacifico ed egualitario, se è vero che il polemista francese Eric Zemmour si è chiesto ironicamente se "gli svedesi avessero le loro Clichy-sur-Bois o Villier-le-Bel" riferendosi alle periferie parigine in perpetua ebollizione. Eppure, solo due mesi fa il ministro dell'Immigrazione, Tobias Billström, aveva affermato che "la Svezia ha bisogno di rafforzare le leggi Tobias Billström,per i richiedenti asilo e altri potenziali immigrati, al fine di ridurre il numero di persone che arrivano nel paese", poiché, aveva rincarato, tale situazione "non è sostenibile".

NB: La rabbia nei confronti della polizia e delle istituzioni è cresciuta anche quando alla fine del 2012 è stato approvato il progetto Reva. Agli agenti è stato consentito di fermare e denunciare immediatamente gli immigrati senza permesso di soggiorno. Una legge razzista, per le associazioni degli immigrati. 

Ma è solo un altro anello della catena di cause su cui ci si interroga in questi giorni. Mentre per le risposte, e le misure da attuare, c'è ancora da attendere.
diverse källor




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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.