sabato 12 gennaio 2013

Anche in Svezia di mamma ce n’ è una sola...!

Tagliare le tasse senza rivoluzionare lo stato sociale: è la sfida su cui si sta ancora misurando il governo di Stoccolma, coalizione di centrodestra riunita sotto la bandiera di Alleanza per la Svezia. Nel settembre 2006 nove milioni di svedesi hanno dato loro fiducia preferendo un governo conservatore al partito mamma socialdemocratico che li ha governati per ca.70 degli ultimi 75 anni.

Non è facile vivere per decenni all’interno di un mito, quello della «società più baciata dal successo che il mondo abbia mai conosciuto», secondo la definizione che il quotidiano britannico The Guardian ha dato del modello svedese.
Fredrik Reinfeldt
Purtroppo però anche il sistema sociale più ammirato e invidiato al Mondo alla fine può venire a noia, creando motivi di delusione e scontento.

Così gli svedesi il 6 ottobre del 2006 hanno scelto l’attuale premier Fredrik Reinfeldt, classe 1965(anno del mio arrivo in Svezia), leader dei moderati: aveva saputo suonare il flauto ammaliatore del taglio delle tasse e usato molta cautela nell’annunciare il ridimensionamento del sistema previdenziale, ormai parte del DNA nazionale, tanto che un attacco alla socialdemocrazia viene interpretato come una minaccia alla Svezia stessa.

Le promesse elettorali sono state mantenute: il ministro delle Finanze Anders Borg ha ridotto ancora le tasse di 1,2 miliardi di euro, che si aggiunge al primo taglio di 4,17 miliardi.  Il 2007 ha visto la fine della «wealth tax», la tassa sulla ricchezza istituita nel 1947 (odiatissima da miliardari come il patron dell’Ikea Ingvar Kamprad o il tennista Björn Borg che per evitarla si sono trasferiti in paradisi fiscali), un balzello dell’1,5 per cento sui beni posseduti oltre 1,5 milioni di corone, pari a 166 mila euro.

È solo un ricordo anche la tassa sulla proprietà immobiliare, sostituita da un’imposta municipale per un massimo di 650 euro l’anno sulle ville unifamiliari e di 130 euro per gli appartamenti.
Il terreno più insidioso su cui il premier Reinfeldt ha dovuto muoversi è quello del ridimensionamento del welfare: "Ci deve essere una maggiore differenza di trattamento fra i lavoratori e chi non lavora" aveva dichiarato in campagna elettorale. Uno dei primi obiettivi della coalizione è stato ridurre i sostanziosi sussidi di disoccupazione, ritoccando al ribasso le indennità a chi resta senza impiego (80 per cento del salario per i primi 200 giorni, 70 per cento fino a 300 giorni, 65 per cento oltre quel periodo).

Altra mossa per stanare chi si crogiola nel confortevole ambito assistenziale è stata il rincaro del contributo assicurativo sulla disoccupazione. Con una conseguenza: 335 mila disoccupati non hanno pagato la quota dall’inizio 2007 e sono privi di protezione, accusa; LO, il potente sindacato svedese.

Il governo li considera piccoli cambiamenti, ma sono sufficienti per allarmare l’opinione pubblica.Nell’ultimo sondaggio la coalizione governativa è scesa di diversi punti: se si votasse domani i socialdemocratici tornerebbero a governare la Svezia.
Come dire che...: Anche in Svezia di mamma ce n’ è una sola...!

 

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.