venerdì 24 gennaio 2014

Non ce la faccio più.


Insomma, non ce la faccio più.Con`sto tempo rompi coglioni. Gennaio a Stoccolma: uno schifo. Ogni mattina, quando ti alzi,devi trattenere il fiato quando accendi la TV, fai gli scungiuri, incroci le dita, cerchi di rimanere calmo mentre prepari la macchinetta del caffè, in attesa che il meteo ti dia notizie.Si parla ancora di gelo sulle strade o no?  Di solito sì. 
Un’altra giornata chiuso in casa a intristirti davanti a sto`balconcino che ti presenta un`immagine desolata e gelida. No, ragazzi, non c’è niente di romantico e dolce quando nevica, solo un casino di strade gelate pericolose, macchine che sbandano e tamponano, ore di lavoro rompi/palle a spalare davanti casa (anche dietro). E la preoccupazione, che i tuoi famigliari, che devono assolutamente uscire (per lavoro, per andare ascuola) e non tornino a casa sani e salvi.  
E mica tutti abbiamo la Volvo Country Cross.o la Toyota Rava,che,si dice,affrontino le strade gelate con grande facilità.
La mia piccola Fiat ha una gran`paura della neve e dei tratti ghiacciati,che trema tutta ve l’assicuro.Certo,anch’io,durante la mia vita romana,desideravo una bella nevicata,proprio come nel film Bianco Natale o sui biglietti natalizi,con tutte quelle immagini di casette rosse nei boschi col tetto imbiancato da soffice neve,e pure il pupazzo davanti casa,con tanto di sciarpa rossa e il naso di carota (ma chi vive così?). Una volta,non so se qualcuno si ricorda,ci fu pure una nevicata a Roma quella del 56,una cosa pazzesca.Tutti a correre fuori in strada, evviva,nevica, che belli ”li fiocchi,” leggeri, ma si sciolsero subito (menomale). Naturalmente la nevicata durò poco e il sole invernale, pallido, ma quasi sempre presente all`ombra del cupolone, fece subito evaporare anche il pensiero della neve.Restai molto deluso,allora.Infranto il sogno della Winter Wonderland.  
Anni dopo, quando mi trasferii in Svezia, sempre a gennaio, trovai la città vecchia tutta innevata come era romantica e il cuore mi batteva forte dall’emozione. Poi puntuale come un cucù/svizzero arrivò la mia prima nevicata vera e propria. Mi trovavo a Skärholmen un sobborgo a sud di Stoccolma, con un mio collega di lavoro, in un centro commerciale. All’uscita,cadeva la neve! Che gioia! esultai, alzando le braccia al cielo per afferrare quei bianchi batuffoli fatti di niente, felice di sentirmela sul viso, adagiarsi dolcemente sulle macchine nel parcheggio.  
Certo,la faccia del mio conosciente diceva ben altro:lui ci doveva guidare su quella bella lastra bianca. Un incubo...!!! Quest’anno non è un inverno molto nevoso qui a Stoccolma. Cielo sempre grigio, neve mista ad acqua.  M`ammazza! NO! Niente scarponcini di camoscio griffati,comprati in Italia ma solo quegli accidenti degli scarponi con sotto i ramponi per il giaccio,e attento a non cascare che se mi rompo qualcosa stò fresco alla mia età.

Sono del sud IO,nato a Civitavecchia col sole sulla faccia,sotto il sol leone, abbracciato dal mare che profuma di salsedine e quel cielo turchino che esiste solo a casa nostra. 
Non fa parte del mio DNA, questo gelo umido, questo grigiore, questa malinconia nordica. Ma la vita è crudele e si diverte a prenderti a sberle. 
Eh, quante ne ho prese io… Dunque,un altro gocciolino di caffè,un giacca un più pesante,e mi appoggio al davanzale.Sento il richiamo di Chicca che vuole uscire: sì, giornata perfetta per fare una passeggiata con Lei, fino al lago gelato, la dietro la collina.
FoF 

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.