venerdì 27 aprile 2012

Lentamente attraversiamo la città.(Sakta vi gå genom stan)


Da qualche parte ho letto:”se non sei con chi ami, ama con chi sei”.O qualcosa di simile. Allora io amo Stoccolma anche con il tempo grigio e deprimente di oggi,piovigginoso e freddo e in autostrada un filino di nebbia. Ma questo non cambia niente e te ne aggorgi quando sei nella city, la stessa volontà di vivere e lavorare dalla cassiera della kaffetteria dove mi sono seduto al manager frettoloso.Insomma la vita quotidiana continua come niente fosse.Certo a volte si può soffrire e lo spasimo che sento nell`anima mi fa prendere tutto sul serio.Ma io non fuggo sono un uomo passionale, e tutto mi incita a guardarmi in giro,ascoltatare.incazzarmi,piangere o gioire.Sicuramente troppo. Ma come faccio a contrllarmi. I sentimenti non si possono anestetizzare.Allora quando sono a Stoccolma mi assale una dolce sensazione colpa del suo modo di vivere che mi scalda l`anima e mi soddisfa. Almeno per un pò.


Ho diritto anch`io a questa sensazione?  Siccome, in fondo, mica ci sono nato qui a Stoccolma…

Ma SI! mi dicono, anch’io ne ho il diritto.Bene.

Marciapiedi sdrucciolevoli, ombrelli coloratissimi le vetrine di NK brillano lo stesso. Una signora mi sorride, anche quando ha rischiato di essere trafitta dal mio ombrello, andava  di fretta, si, ma mi ha sorriso…c`è anche senso dell`humor. Stoccolma è anche questo.  


I grattacieli di Hötorget, vetrate immense che riflettono il cielo di fine Aprile, una primavera poco mite questa, strana, poca Stoccolma, ma mi va bene, certo, almeno non c’è neve…


Una pausa veloce in un ristorantino Greco: spiedino di maiale con salsetta Tzatziki allo yogurt ed una deliziosa e soffice pita, pane tradizionale del medio oriente.  Poi un caffè da favola, fortissimo, aromatizzato col  cardamomo, la mia spezia preferita. Canzoni in greco sullo sfondo…subito seguite da un rock di Elvis. Stoccolma vivissima e vivace, città poliglotta,aperta a tutti e tutto, ti abbraccia,a volte ti strapazza un pò, ma lo fa con tenerezza.


Mi siedo un attimo sulla panchina di fuori, bagnata ma poco, osservo la folla che avanza, sorridente e no, cellulari tra le dita, piccoli strumenti musicali  da tenere risuonanti di SMS continui.  Questa è Stoccolma. A me va bene così.



Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.