venerdì 14 marzo 2014

“True power girls”,e noi siamo contenti così.

Sono giovani, madri, twittarole, dai modi gentili. Ecco le cinque donne che difendono l’Europa
Carl Bildt
Quando ha diffuso su Twitter la foto delle quattro ministre europee della Difesa, Carl Bildt, capo degli Esteri per la Svezia, ha aggiunto un titolo: “True power girls”. Gli sono cadute addosso diverse contestazioni: tono troppo condiscendente, era l’accusa. In altre parole: sfotteva? Celava, ma nemmeno troppo, una maschilissima ironia?
Non si sa e non importa, il gratta gratta sul soffitto del potere sta portando risultati, le ministre della Difesa in Europa sono diventate cinque – ora ne abbiamo una anche noi – e siamo contenti così.

Svezia, il sistema educativo non è poi così esemplare: i bambini sono testardi ed egocentrici.

Tutto è nato da un libro intitolato "Come i bambini hanno preso il potere", scritto dallo psichiatra svedese e padre di sei figli, David Eberhard, che critica duramente la società bambino-centrica della Svezia di oggi. Secondo Eberhard, infatti, questo modello è andato "troppo al di là" e questa eccessiva attenzione nella crescita dei figli ha creato una generazione "cresciuta male", in quanto "inchinarsi davanti ai bambini" porterà ad avere persone ansiose,  depresse e che non hanno gli strumenti adeguati per poter affrontare la vita adulta. "Non sostengo di tornare a schiaffeggiare i nostri figli - ha detto lo psichiatra - Ma i genitori svedesi hanno perso il controllo mettendo i bambini al centro della vita famigliare".
E presto si è acceso il dibattito. I più critici ricordano che Eberhard era già finito nell'occhio del ciclone con il suo primo libro, in cui descriveva la Svezia un Paese di paranoici; inoltre il sistema svedese sforna continuamente persone capaci in molti settori, come la medicina e la tecnologia, senza contare che in molti sondaggi gli svedesi risultano i più felici del mondo. Altri, invece, condividono le sue idee e accusano i genitori di oggi di avere poco polso, di mancare di autorevolezza e di viziare i figli.
La teoria dello psichiatra pare essere confermata dagli scarsi risultati scolastici dei bambini svedesi rispetto agli standard internazionali, dove, invece svetta la vicina Finlandia che ha una disciplina estremamente più rigida e dove gli insegnanti hanno un'autorità vecchio stampo. Difatti, uno degli esempi più raccontati da Eberhard è che se un insegnate scopre un alunno che gioca con il cellulare e glielo sequestra, sarà poi accusato dai genitori di aver violato la libertà dei loro figli. Dunque, i docenti finiscono con il passare ore interminabili a convincere il ragazzino a mettere via il proprio cellulare, andando a penalizzare la lezione. "I ragazzini di oggi, che sono figli di genitori che a loro volta non hanno avuto molta disciplina, stanno diventando testardi ed egocentrici" ha affermato l'insegnate Ida Maria Lindros.
Le conseguenze maggiori si ripercuotono però sul nucleo famigliare, dove, secondo Eberhard, i bambini hanno il potere di poter scegliere cosa mangiare per cena, cosa guardare in tv e persino dove andare in vacanza. "Se otterranno sempre tutto quello che vogliono, non potranno mai sviluppare empatia e avranno problemi a rispettare i desideri degli altri" ha spiegato Beatrice Nyström, psicologa dell'età evolutiva.
Il problema di fondo è da ricercarsi in un sistema che pare stia creando dei piccoli mostri. Le stesse leggi svedesi, infatti, tutelano così tanto i minori da rendere difficile qualunque tipo di educazione. Le accuse di punizioni fisiche finiscono sotto la lente d'ingrandimento di poliziotti, psicologi e pubblici ministeri e le multe possono arrivare anche a mille dollari. Inoltre, in Svezia, dal 1979 è vietato per legge sculacciare i propri figli.
(by Gabriella Tesoro)

Infine, come fa notare l'educatore Jonas Himmelstrand, sebbene i genitori abbiano congedi parentali molto lunghi, lo Stato si prende talmente cura dei bambini che i genitori potrebbero pensare di non dover dare il proprio contributo nella crescita, riducendo il loro ruolo a dei semplici amici dei propri figli.
  

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.