venerdì 27 settembre 2013

La Svezia scheda i cittadini di etnia Rom.

foto: Aftonbladet
Che la polizia di Stoccolma schedi i cittadini di origine Rom ci fa capire che le violazioni storiche dello stato svedese nei confronti dei propi cittadini non sono ancora finite.

Infatti la Svezia è ancora stordita per lo scandalo che l’ha travolta a inizio settimana: come svelato dalla stampa, la polizia ha gestito un registro dove oltre 4.000 persone d’etnia rom sono state schedate illegalmente.

Ci sono bambini – moltissimi, alcuni appena di due anni – personaggi della cultura, la maggior parte non ha mai avuto problemi con la giustizia: l’unico motivo per cui sono presenti su quella lista è la loro etnia d’appartenenza. “Quella rom è una comunità sottoposta a discriminazione ed esclusione sociale da molto molto tempo” ha dichiarato Erik Ullenhag, ministro dell’Integrazione, commentando con amarezza la notizia.
Il ministro della Giustizia Beatrice Ask
Il ministro della Giustizia Beatrice Ask ha chiesto pubblicamente scusa. Il premier Fredrik Reinfeldt da New York ha parlato di una cosa inaccettabile, sconvolgente se si pensa al numero di bambini coinvolti. Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani presso il Consiglio d’Europa, ha biasimato duramente il comportamento delle forze dell’ordine svedesi. Insomma una vera e propria bufera.

La vicenda è ancora tutta in divenire, probabile che qualche testa cadrà. Se e come questa storia coinvolgerà i più alti livelli politici lo si capirà nei prossimi giorni. Nel frattempo tutto è passato in secondo piano, comprese le grandi manovre che hanno animano il dibattito negli ultimi giorni della scorsa settimana. Su tutte la ‘pazza idea’ dei partiti rosso-verdi e dei Democratici Svedesi dell’ultradestra: far fronte comune per bloccare le linee di politica economica del ministro Anders Borg e la sua proposta di ulteriori tagli fiscali. Ed è un problema bello grosso, per Reinfeldt, visto che il suo è un governo di minoranza.
Staremo a vedere...!!!
diverse källor

Svezia vs. Italia: "Crisi economica e criminalità"

Differenze tra Svezia e Italia, viste con l`ottica di uno svedese.

Tomas Lappalainen, 55 anni, giornalista, scrittore, storico e saggista, è il massimo esperto svedese di criminalità organizzata italiana ed è l’uomo che ha fatto conoscere il fenomeno della camorra napoletana alla Svezia. Autore di cinque best seller sulle mafie, tra i quali Italien e Maffia, Lappalainen spiega perché la correlazione tra attività criminali e crisi economica non trova terreno fertile in Svezia, cosa che invece avviene in Italia”.L’Italia – spiega lo scrittore - soffre di una cronica mancanza di ‘solidarietà’ statuale: vale a dire una situazione in cui da sempre le identità comunali, le cricche oligarchiche, i clan, i movimenti politici e la famiglia erano gli unici ambiti in cui si esprimeva la vera identità degli italiani”. Lappalainen individua 5 anomalie tutte italiane, a partire da quella della lingua. Ecco perché , dice lo storico che ha anche scritto l’introduzione al libro Gomorra per il pubblico svedese , “siamo due Paesi agli antipodi”.
Tomas Lappalainen,
Parliamo di crisi economica e criminalità organizzata: la Svezia è davvero impermeabile al contagio dei capitali mafiosi?
E’ vero che oggi i capitali circolano con facilità per il mondo ed è un fatto che ovunque si trovi capitale che ha un’origine in attività criminali. Ma c’è una distinzione importante da fare tra capitale criminale che entra in un’economia legale, e capitale mafioso che penetra in un’economia illegale: i Paesi scandinavi, e la Svezia in particolare, sono società fortemente legali e solidali. La fiducia fra cittadini e Stato è reciproca. E questo fa sì che il rischio di una ‘penetrazione mafiosa’ nella nostra società sia abbastanza ridotto. 
Sono convinto che la mafia come sistema di controllo territoriale ha come presupposto la debolezza della fiducia nello Stato.

Non teme che la crisi economica possa avere ripercussioni negative anche  da voi?
La crisi ancora non ha colpito la Svezia con forza, tra l'altro perché siamo fuori dall’euro, ma una seria e perdurante crisi economica ha senz’altro la capacità di ridurre la legittimità del sistema statale, anche se una buona parte di questa legittimità in Svezia ha radici storiche profonde. Insomma, alla lunga anche noi non siamo immortali: ad esempio stiamo iniziando a perdere molto del welfare State degli anni ’70. Il liberismo è penetrato anche qui. Oggi in Svezia lo Stato sociale è un po’ meno efficiente e costa molto, ma ancora esiste. A nessuno verrebbe in mente di evadere le tasse anche se qui sono tra le più alte d’Europa. Ma, per esempio, è il lavoratore che può scegliere se pagare o meno l’assicurazione per la malattia e qualcuno sta decidendo di non farlo.

Siamo davvero così diversi noi italiani e voi svedesi?
La Svezia è lontanissima dall’Italia! E questa profonda differenza sta alla base della riflessione su che cos’è una nazione: è una creazione culturale immensa, è un processo, e si costruisce col tempo. Noi svedesi siamo nazionalizzati: c’è stato un percorso di 500 anni in cui siamo diventati ‘svedesi’. L’Italia esiste da soli 150 anni e una serie di circostanze o anomalie, hanno reso più complicata la sua unificazione. E’ veramente difficile prendere spunto dalla Svezia. Non perché siamo migliori: io adoro e ammiro l’Italia, passo mesi interi in Campania e in Sicilia. Ma ci sono dati inequivocabili: un fatto importante è che ad esempio la classe operaia da noi è fortemente organizzata sindacalmente. Il sindacato ha ancora un valore, è una questione strutturale. Che dà forza dal basso. C’è ancora una resistenza nei confronti della perdita di diritti acquisiti.
Preserva la Svezia svedese
In Svezia però si sta accentuando una corrente xenofoba e razzista…
Io non sono allarmato per quanto riguarda la situazione svedese circa l’affermarsi di una destra ‘xenofoba’. Ma sono strutturalmente allarmato davanti alla situazione europea in generale, perché questo fallimento dell’euro porta con sé una situazione economica pericolosa. Una quantità enorme di persone rischia di non trovare più lavoro e questo favorisce l’espandersi di partiti di estrema destra. Comunque anche il successo elettorale della destra svedese ha a che fare con una perdita di diritti e con il calo dell’occupazione: un gruppo crescente di persone è marginalizzato, si trova fuori dal mercato del lavoro e si ritrova a competere con gli immigrati. Il successo elettorale della destra piuttosto estrema fa parte di una reazione negativa quando si ha paura… 

Quali sono le anomalie tutte italiane?
Io ne ho individuate cinque: la questione della lingua, la questione romana, quella meridionale, nazionale e infine la questione dello Stato. E una delle differenze più grandi con la Svezia è che l’Italia ha sofferto una cronica mancanza di ‘solidarietà’: vale a dire una situazione in cui le identità comunali, le cricche oligarchiche, i clan, i movimenti politici e la famiglia erano gli unici ambiti in cui si esprimeva la vera solidarietà degli italiani. L’Italia meridionale in particolare ha un problema con il senso di Stato. C’è l’attitudine negativa verso lo Stato. L’Italia è semmai campanilista ma non nazionalista.

La Svezia è però una monarchia costituzionale. Questo non incide sul vostro livello di democrazia?
Sì certamente: sono convinto che perdiamo spirito democratico con la monarchia! La nostra base è elitaria. Perdiamo molti nostri diritti per il fatto di avere una monarchia che ha acquisito privilegi ‘per nascita’. Esattamente come le caste da voi. Però sono anche convinto che voi abbiate un dibattito pubblico più acceso e stimolante su molti argomenti di interesse nazionale.
Se lo dice lui ci sarà da credergli...!!!
källa: lindro.it


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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.