martedì 12 novembre 2013

Svezia, quando i trans venivano sterilizzati.


Questione di umanità, o forse no. Sembra storia d'altri tempi eppure è quanto, fino a pochi anni fa, accadeva in Svezia dove - i transessuali - erano obbligati dalla legge a sottoporsi alla sterilizzazione, se volevano essere riconosciuti come cittadini dal governo. Oggi, secondo quanto riporta il sito Quer.de, più di cento "sterilizzate" chiedono di essere risarci

Il risarcimento - Si sono ribellate e adesso chiedono i danni. 142 transessuali hanno presentato una denuncia formale presso il ministero della Giustizia svedese. Erano state sottoposte a sterilizzazione forzata, tra il 1972 e il 2012, perché non donne e non uomini. Forti dell'appoggio dell'associazione Lgbt, i querelanti hanno richiesto - oltre a delle scuse ufficiali dal Governo - un risarcimento di 300mila corone a testa (circa 34mila euro) per un totale di 4,8 milioni di euro. Il problema di fondo era come "inquadrare" le misteriose creature: così la legge svedese - in vigore dal 1972 - accettava di dare lo status di cittadine solo a coloro che accettavano la sterilizzazione, così da non essere più in grado di riprodursi. La singolare legge però, nonostante l'animato dibattito, non è stata abolita fino all'anno scorso a causa della forte influenza di un partito di matrice cristiana, parte della coalizione guidata dal primo ministro Reinfeldt.

Niente scuse -
Il conservatore Fredrik Reinfeldt però, bando alla pubblicità Ikea che promuove i diritti lgbt, di scuse più o meno formali non ne ha voluto sapere: "Il governo non può porgere le proprie scusa ogni volta che gli viene chiesto”. L'iter legislativo però ha portato all'abolizione della legge che, da dicembre 2012, è stata considerata anticostituzionale. A decirlo un tribunale di Stoccolma che ha stabilito che la norma era non solo offensiva, ma violeva i diritti umani stabiliti dalla costituzione svedese e persino la convenzione europea dei diritti dell'uomo. I dati riportati dal movimento Lgbt rivelano numeri agghiaccianti: in circa 30 anni, 500 transessuali hanno subito la sterilizzazione forzata.
källa: libero
Non solo trans - Tra il 1934 e il 1976 inoltre, la Svezia obbligava alla stessa pratica anche tutte le persone vittime di difetti genetici, come ad esempio gli affetti da sindrome di down. La sterilizzazione era obbligatoria anche per i criminali e persino per le ragazze colpevoli di atteggiamenti giudicati dallo Stato "asociali", come ad esempio frequentare troppo spesso la discoteca. In questi anni di follia, sono state registrate in tutto 63mila sterilizzazioni. Solo nel 1999, il governo ha risarcito le vittime con circa 175mila corone, oggi i transessuali chiedono lo stesso trattamento.
FoF




Chiuso per mancanza di utenti.


La cella di un carcere svedese.
Chiuso per mancanza di utenti. Non si parla di negozi, aziende spazzate via dalla crisi, o di una impresa che non vende. Si parla di carceri. 

Gli svedesi non delinquono più? Non è così semplice la risposta, in realtà il calo di detenzioni ha un’altra spiegazione, in pratica si cominciano a sentire gli effetti della sentenza emanata nel 2011 della Corte suprema del regno, la quale esorta i giudici ad assegnare pene più miti per reati in fatto di droga, furti e crimini violenti, il provvedimento ha consentito che il numero delle persone che in Svezia vive dietro le sbarre decresce «naturalmente» da quasi dieci anni.

Risultati che sono sotto gli occhi di tutti: dal 2004 il calo delle presenze è sceso dell’1 per cento ogni anno. Mentre dal 2011 al 2012 il crollo è stato addirittura del 6 per cento. Un andamento virtuoso che, dichiara Nils Öberg, capo dei servizi penitenziari svedesi, si ripeterà anche quest’anno. E’ nata da qui la decisione delle autorità svedesi di chiudere quattro delle carceri del Paese - quelle di Åby, Håja, Båtshagen e Kristianstad - oltre a un centro di recupero. Strutture che saranno vendute o riconvertite.

Nils Öberg
«La speranza è che alla base di questa tendenza ci siano i nostri sforzi in materia di riabilitazione e prevenzione», ha concluso Öberg in un’intervista al «Guardian». «Ma se anche fosse così non sarebbe sicuramente sufficiente per spiegare un calo così grande delle presenze». «Quel che è certo - conclude Öberg - è che la pressione del sistema della giustizia penale negli ultimi anni è diminuita notevolmente».

Se lo dice lui perchè non credergli…???

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.