Da ragazzo
ero un idealista convinto,non parlavo d`altro ed era l`unica cosa che contava
per me.ideali incalpestabili,vivevo di mare,di sole, nutrendomi delle emozioni
più spontanee,ingnorando quella montagna di volgare materialismo che mi aggrediva
non appena aprivo gli occhi.
Anche oggi
mi piacerebbe sprofondare l’anima nella meraviglia degli verdi foreste svedesi forti
ed esuberanti, che vedo dalla finestra della mia cucina. Vorrei che mi bastasse volare sulle note
struggenti di un brano di Vecchioni, Dalla, Baglioni, Bocelli…mi basterebbe
anche la stimolante certezza ,vicina o lontana, non importerebbe di un progetto con un traguardo tutto mio.
Vorrei non commuovermi, non tremare, non
avvampare, quando un auto assolutamente narcisista mi si pone davanti, con le sue
ambigue lusinghe. Vorrei, ma non
posso. Mi tenta il richiamo seducente di
un auto nuova, con sedili di pelle burrosa, di un marchio prestigioso.
Sfioro, tremante, queste forme scolpite, vivo
attimi di febbre intensa, sto male,non mi resta che abbandonarmi all’ebbrezza
della guida.
Vorrei essere
idealista. Ma non posso.