venerdì 26 febbraio 2010

Miti e leggende della Sybilla del Nord

Greta Garbo
Se andate a Roma e decidete di visitare san Pietro non dimenticate appena entrati di girare lo sguardo a destra fate qualche passo e vi imbatterete in una incredibile sepultura degna di papi nella quale riposa dal 19 aprile 1689 una delle figure piú più intriganti della Roma papalina,è lei Cristina di Svezia detta anche la padrona di Roma,di confessione luterana, si convertì al cattolicesimo.
Destinata al matrimonio regale scelse di amare liberamente uomini e donne. Finanziò artisti, scienziati e maghi cercando, disperatamente, tutta la vita, di trasformare i metalli in oro. E quando decise di vivere nella Città Eterna ebbe un solo soprannome: Cristina, la Padrona Di Roma.
La tomba di Cristina di Svezia in san Pietro
La sua storia emozionante ci riporta indietro di quattrocento anni: vogliamo capire quali segreti nascondeva la fedelissima corte che seguiva la Regina in giro per l'Europa, quali conoscenze Cristina era riuscita a riunire nella sua immensa e biblioteca segreta. E com'è possibile che una delle donne più sfrontate del Seicento, morta leggendo una lettera di segreti alchemici, sia stata sepolta nella cripta della Basilica di San Pietro, accanto ai Papi. Per l'eternità.Nel cuore dell'inverno ghiacciato di Stoccolma, una notte di quattrocento anni fa, l'intero castello reale delle 3 Corone era in apprensione per la nascita dell'erede al trono. Gli astrologi avevano detto che:"sarebbe stato un maschio, ma la nascita sarebbe costata la vita al re, alla regina o al bambino stesso. Se invece fosse riuscito a sopravvivere 24 ore avrebbe compiuto qualcosa di grande". E non solo: il quadro astrale di Cristina coincideva in modo incredibile con quello di suo padre, Carlo Gustavo. Il che lasciava presagire un destino di gloria pari alla leggenda paterna.
Il nuovo nato invece era una femmina, ma i Re svedesi se ne accorsero solo il giorno dopo: questo particolare spinge molti storici a sostenere che Cristina avesse caratteri ermafroditi. Ad ogni modo, Cristina divenne Regina a soli sei anni ed ereditò le gesta eroiche di suo padre, Carlo Gustavo. Sulle sue spalle si riversò il peso della tradizione gotica: gli svedesi si ritenevano i progenitori dell'Europa e si identificavano con il popolo di Atlantide descritto da Platone. Le loro Rune venivano considerate la più antica forma di scrittura umana.
In pochi anni Cristina si rivela però una condottiera coraggiosa e determinata. Il suo successo è la pace di Westfalia, e in tutta Europa viene chiamata la Minerva del Nord. Si circonda di artisti e studiosi, soprattutto francesi. Cartesio la introduce al razionalismo, mentre lei legge il De Mysteriis Aegyptiorum di Giamblico, un testo che spiega come entrare in contatto con demoni e divinità. Spende una fortuna per ottenere una copia del libro all'Indice "I tre Arci-Impostori", un'opera contro Mosè, Gesù e Maometto.
La regina fonda anche un ordine cavalleresco: l'Ordine dell'Amaranta. Il suo simbolo è una pianta che nella tradizione ermetica cresceva nella Colchide, la leggendaria terra degli Argonauti. Non solo: l'alchimista Johannes Franck, descrive il suo futuro regno come il compimento della profezia di Paracelso sul sorgere di una monarchia "metallica" nel Nord.
Ma non è così: Cristina rifiuta il matrimonio a cui sarebbe obbligata come regina. E abdica alla corona. Con l'aiuto di due gesuiti giunti da Roma in missione segreta Cristina spedisce tutta la sua biblioteca e le sue collezioni d'Arte. E si prepara a lasciare Stoccolma. Ma qual è il vero motivo della sua rinuncia? Rifiuto del matrimonio, reale conversione cattolica, paura di governare o cos'altro?
Il 19 dicembre 1655 Cristina, ufficialmente convertita al cattolicesimo, fa ingresso a Roma. Entra da Porta Pertusa, fatta riaprire per l'occasione da Papa Alessandro VII che la accoglie a braccia aperte. Entra di notte, in segreto, alla luce delle fiaccole, ma la voce del suo arrivo la precede e ad accoglierla Cristina trova ali di folla che intasano Roma e la accompagnano con applausi scroscianti. Il giorno dopo, in un'atmosfera da tripudio, viene presentata in Piazza del Popolo dove il Bernini realizza per lei, addirittura un arco di trionfo.
A Cristina viene assegnato prima il Palazzo Farnese, poi il Palazzo Riario, oggi sede dei Lincei e dell'orto botanico.
Proprio passeggiando in questi giardini con studiosi e artisti, Cristina decide di fondare la sua Accademia Reale.
Una cerchia di studiosi che spaziano dalla Poesia alla Scienza, fino all'Alchimia: la Scienza Segreta che Cristina pratica in prima persona.
Gli anni romani sono i più "alchemici" nella vita della Regina. Interi patrimoni Cristina li spende per la sua Distilleria Alchemica. Intorno ai suoi laboratori transita mezza Europa: dal medico danese Ole Borch al Gesuita Athanasius Kircher dall'agostinano Michelangelo Ricci, allievo di Torricelli all'illustre astronomo Cassini, con il quale Cristina progetta un osservatorio astronomico per il suo giardino. Blaise Pascal le spedisce la sua macchina calcolatrice. e Henning Brandt la emoziona con la scoperta del fosforo. La sua collezione di opere vantava migliaia di titoli, tra i quali le opere di Paracelso e gli scritti alchemici di Johan Theurneisser ed Andrea Libavius, intere parti del Picatrix e una versione latina del Sefer-ha-Raziel, un testo di magia angelica. Oltre una collezione personale dell'imperatore Rodolfo II di Boemia.
I suoi laboratori sono gestiti da Antonio Bandiera, un noto alchimista, che ospita spesso il Marchese di Palombara e Francesco Borri. Il primo costruirà uno dei monumenti più misteriosi di Roma: la porta magica di Piazza Vittorio.
Cristina di Svezia, regina del carnevale romano.
L'altro verrà processato dall'Inquisizione e rinchiuso a vita nelle prigioni di Castel Sant'Angelo.
La sua fede cattolica appare comunque cristallina. Bernini, ad esempio, sul letto di morte, le invia un busto in marmo di Cristo, chiedendo alla regina di pregare per lui: Bernini si diceva convinto che lei potesse comunicare direttamente con Dio.
Negli ultimi giorni di Cristina, nella sua corte fa ingresso una certa Giulia, una donna esperta di Alchimia che ha una dote particolare: riesce a vedere il futuro. Cristina se ne innamora e la ribattezza Sibilla. La prima cosa che Cristina le chiese di indovinare furono i suoi pensieri e Sibilla le rispose che aveva paura di morire: era dannatamente vero. L'epilogo della Regina fu però dovuto all'abate Vaini, un personaggio abietto che violentò un'ancella di Cristina. Quando Cristina lo scoprì chiese la sua testa.
Ma il sicario non riuscì nell'opera e quando tornò a riferirlo alla regina, lei lo riempì di pugni e insulti, urlando fino al collasso. Alle sei di mattina del 19 aprile 1689 Cristina morì nel sonno. L'ultima lettera trovata nel suo letto era del famoso alchimista Samuel Forberger, che le parlava dell'Alkaest, il mitico e mai scoperto solvente universale dei corpi.
Ciò nonostante, il Papa diede ordine di seppellirla nella basilica di San Pietro, nello stesso luogo in cui, ancora oggi riposano i Papi.
Una sepoltura incredibilmente in odore di santità.
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Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

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E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.