martedì 30 aprile 2013

Pulizie di Primavera (Vårstädning)


Questa sera niente post anti_Svezia, ma è del risveglio dello spirito primaverile che vorrei parlare.  

Il sole tanto agognato che ti scalda i sensi , che fa dimenticare  il torpore che ci ha avvolto, grigio e gelido, fino a qualche giorno fa.  Sabato mattina spalanco le finestre e respiro con piacere l’aria ancora frizzante, ma non più gelida, profumata di erba appena tosata.

Mi aggorgo con stupore che i giardini del mio condominio fremono al ritmo dei  tagliaerba, mentre una parte dei vicini prendono posizione ai bordi della strada, armati di guanti di stoffa, palette e sacchetti di concimi,  intenti a piantare piantine che esploderanno di fiori smaglianti e profumati tra qualche settimana.

Un inprovviso flashback mi ricorda che oggi è il giorno delle pulizie primaverili, alle quali tutti, dico tutti dovrebbero partecipare, infatti vedo anche dei bambini. 

Decido di partecipare anch` io. Per il ritardo troverò una scusa.


Tutti giardinieri, sti`svedesi, basta un pezzetto di terra e te lo riempiono di gioielli della natura, che siano rose rampicanti, gerani, patate, carote o pomodori.  

Devo ammettere che mi sono fatto coinvolgere, anche se non ho mai avuto la stoffa del contadino, mi vien voglia di piantare qualche cosa e inizio a scavare una buca in una aiuola dove sarà piantato una specie di piccolo cipresso “mi raccomando Franco minimo mezzo metro di profondità” mi sussurra con voce languida la signora del piano di sopra, Karin pensionata con l`hobby dello jogging a tutti i costi, anhe in pieno inverno a -15. Guadagno il fatidico mezzo metro centimetro per centimetro per spingerci dentro questo accidente di cipresso razza nana. 

Comincio a sentire la fatica e una gran seccatura, perché la signora Karin ha versato nella buca un sacchetto di concime puzzolente. Ho i pantaloni imbrattati e questa puzza di pollaio mi dà un cavolo di fastidio, però sapere che il cipresso nano a Natale sarà decorato mi fa piacere, speriamo che non muoia (giuro che lo annaffio…).

Poi spunta una Harley Davidson.  No, non dalla terra, ho già cambiato argomento; sarebbe, la adorata motocicletta che Lars nasconde nel garage tutto l’inverno, bella grintosa, la sta lucidando a specchio per esibirla per i viali verdeggianti del quartiere mi viene in mente Marlon Brando in “Fronte del porto”  
Propio così la bella stagione  trasforma gli industriosi svedesi - che siano ingegnieri, medici o maestri delle elementari - in carpentieri e imbianchini.  

Per la verità, l’imbianchino l’ho fatto anch’io, tanti anni fa, quando decisi di mettermi all’opera nella stanza di mia figlia, pitturando per benino le pareti di un intenso “chockrosa”  
(color Miss Piggy”, scelta sua), e riuscirono pure bene. Certo, presi il colpo della strega, una settimana semi paralizzato, però che bella soddisfazione (come vedete ne parlo ancora). Preso dall`entusiasmo volevo rifare anche il tetto ( ok. Rinunciai, incaricai una ditta specializzata.)  

Insomma la giornata è stata piacevole ed è finita con la solita grigliata a base di korv ( salciccia a la plastica…)
Così si risveglia la Svezia dal letargo invernale, forte e piena di speranza, perché senza quella, beh, non varrebbe nemmeno la pena di vivere.  

E mi ci aggrappo anch’io, a questa ”speranziella” puzzolente di stabbio di gallina ma con l`animo sereno e limpido come solamente il cielo di Stoccolma sa essere.


domenica 28 aprile 2013

Svezia: "Il Paese del pensiero illuminato e progressista"

Lorine Zineb Nora "Loreen" Talhaoui, cantante svedese di origini marocchine.

Il luogo comune

Il Paese del pensiero illuminato e progressista, che si fa in quattro per il rispetto delle diversità.

I fatti

La Svezia è stato il primo Paese ad avere un centro di ricerca in biologia razziale, sito nella città di Uppsala. È lì che l'idea di sterilizzazione forzata per malati di mente, disabili, gay e minoranze etniche ha trovato per prima una credibilità scientifica, completa di avallo da parte del governo—tanto che fino a poco tempo fa la pratica era legale. Prima del 1975, se venivi beccato dalla polizia con un paio di forbici insanguinate vicino agli attributi di un somalo gay, tecnicamente la polizia non poteva fare nulla.

Un recente studio ha dimostrato che chi cerca lavoro in Svezia ha il 50 percento di possibilità in più di essere chiamato per un colloquio se ha un cognome svedese e non arabo.

Qualche mese fa il Ministro della Cultura svedese, Lena Adelsohn Liljeroth, ha deciso di fare di più per promuovere l'armonia tra le culture in occasione del World Art Day. Ecco la torta che celebrava l'evento:

Lei ovviamente è quella col piatto in mano, non quella sdraiata. Da notare le persone dietro, che avranno pensato "Vai, Lena, sorridi, sì, così… questa foto sarà bellissima su Facebook, accompagnata da una didascalia sarcastica sulla fine della tua carriera."

Verdetto

Gli svedesi sono un branco di razzisti che cestinano i curriculum e cucinano torte, e per loro legare le tube a chiunque non incarni l'ideale eugenetico nazionale è normale quanto allacciarsi le scarpe
(anche se dobbiamo ammettere che l'eugenetica li ha resi estremamente belli).

Consigli di viaggio

Evitate di venirci se vivete più in basso della Norvegia, ma anche se siete norvegesi, se avete anche un solo dente un pò storto e soffrite di eczema: vi beccherete una doccia a base di Zyklon B non appena atterrati.
Livello di razzismo su una scala da 1 a 5 = 5


Lena Adelsohn Liljeroth
(Ministro della cultura)

Di Gavin Haynes

sabato 20 aprile 2013

"In Svezia l'anoressia può diventare un business."



"Erano appostati fuori dall'edificio e aspettavano che le ragazze uscissero per la loro passeggiata per proporre loro un lavoro come modelle": l'accusa è chiarissima e la denuncia senza mezzi termini, come è giusto che sia. Le parole riportate dal quotidiano Metro, dell'edizone svedese, sono esattamente quelle della direttrice del Centro di Stoccolma per i disturbi alimentari, la quale, accortasi degli "scouters" fuori dalla clinica, ha deciso di denunciarli. 
Anna-Maria af Sandeberg
Nell'intervista al giornale svedese, Anna-Maria af Sandeberg, questo il nome della direttrice, ha spiegato i dettagli di questo terribile recruitment. Nella struttura, la più grande di tutto il Paese, vengono curate 1700 ragazze, fra cui, alcune, sono persone gravemente malate, alcune delle quali in sedia a rotelle. Direttamente fuori dai cancelli dell'edificio, alcuni emissari di un’agenzia di modelle aspettavano che le pazienti uscissero per proporre loro il lavoro, senza alcuno scrupolo sullo stato della ragazza scelta: "non avevano nessun limite nel loro processo di reclutamento" ha specificato la responsabile "una delle ragazze contattate era in una sedia a rotelle, a caua della sua magrezza" ha poi aggiunto.

Ma non è finita qui, Metro ha infatti intervistato anche una paziente Angelica Karlsson che ha confermato il racconto della direttrice, aggiungendo particolari e testimoniando questo orribile reclutamento: "ero gravemente denutrita, non andavo a scuola e i dottori mi avevano informato che stavo rischiando la vita. Poi l'agenzia mi ha contattato ed io sono stata lusingata e ho pensato che finalmente avevo raggiunto l'ideale per il quale avevo lavorato così duramente. Questa cosa in realtà mi ha fattto malissimo e ha distrutto il lavoro che i medici stavano facendo. Ho messo in discussione quello che mi dicevano i medici e ho ritardato la mia guarigione". 
Angelica Karlsson
Naturalmente, dopo l'intervista, la Svezia ha gridato allo scandalo. Il direttore dell’agenzia di modelle Elite di Stoccolma, Fredo Kazemi, ha commentato l’episodio definendolo “ripugnante e contrario all’etica“ ma la sua è stata solo la prima di una lunga serie di dichiarazioni che hanno denunciato il fatto. Il problema delle modelle troppo magre è da tempo oggetto di discussioni e dibattiti nei quali però non si è ancora giunti ad un punto d'incontro: non esiste infatti, per ora, nessun codice etico universalmente riconosciuto e l'assunzione delle modelle è unicamente a scapito delle case di moda.
In mancanza di un codice etico che regolamenti la materia è il web a fare da traino, con alcune iniziative contro l’anoressia. Proprio in Svezia, alcuni anni fa, la Åhlens, una catena di biancheria e di moda, decise di utilizzare per i proprio servizi fotografici dei manichini “curvy” che indossavano biancheria intima. Recentemente le foto di quell’esperimento sono state ripubblicate su Facebook, con un grande apprezzamento da parte della rete.

Victoria di Svezia


Prima testimonial della lotta contro i disturbi alimentari, in Svezia, è la principessa Victoria. Alla fine degli anni Novanta l’erede al trono del Paese fece molto discutere per un grave episodio di anoressia, poi superato. 

Dopo aver ammesso di essersi ammalata, Vittoria oggi è impegnata in numerose campagne contro la malattia.

mercoledì 17 aprile 2013

Difetti italiani e cioccolato svedese.

Difetti italiani: Rubiamo, non paghiamo le tasse, non ci piace lavorare, pretendiamo che Oxford sia gratis, diamo comunque la colpa a qualcun altro, siamo bugiardi, millantatori, clientelari, senza il senso del bene pubblico, familisti, raccomandati, invidiosi, siamo tragediatori, ladri di biciclette, approssimativi, inaffidabili, superstiziosi, maschilisti, conservatori o progressisti per finta, provinciali, siamo per i sacrifici però degli altri, per la trasparenza del prossimo, per le intercettazioni se non ci riguardano, restiamo inguaribilmente mediterranei, fancazzisti, barzellettieri e canterini. Pure grillini, siamo capaci di diventare. 
 källa: il foglio quotidiano
Ma il cioccolato con la merda lo fanno in Svezia.


Curiosità svedesi e " persone incinte".

Curiosità svedesi:  Recentemente abolita la legge che imponeva la sterilizzazione per il transessuali, succede ora che è stata presentata una proposta per modificare un’altra legge. In pratica si vorrebbe sostituire alla dizione “donna incinta” – la più ovvia delle banalità visto che, fino a prova contraria, soltanto le donne possono rimanere incinte – la nuova definizione considerata più politicamente corretta di “persona incinta”. Il dubbio linguistico, a chi ha presentato la proposta di legge al Parlamento svedese, è venuto pensando a quei transessuali che da donne sono diventati uomini a tutti gli effetti, quindi anche per l’anagrafe. Chi di loro ha mantenuto la possibilità di procreare, nel giorno in cui dovesse aspettare un bambino, come dovrebbe essere chiamato? Non certo “donna incinta”. Ma nemmeno “uomo incinto”. Di qui l’empasse, che potrebbe rendere obbligatorio esprimersi con il neutro, “persona”.

La proposta di legge svedese è l’ennesima prova di come l’illusione di sovrapporre l’arbitrio del linguaggio e del politicamente corretto alla realtà dei fatti finisca per partorire (è il caso di dirlo) vere mostruosità logiche e linguistiche, prima ancora che giuridiche. Ogni volta che si fa appello all’ideologia del gender – quella per la quale il sesso di una persona è una pura costruzione culturale senza alcun ancoraggio alla carne e alla realtà, cioè alla vita per quel che è  – bisognerebbe ricordarsi che si rischia di  consegnarsi mani e piedi al ridicolo. Quel ridicolo che, in certi casi, è il peggior peccato del mondo.
källa: il foglio quotidiano

E come fare, leggendo certe notizie, a non pensare a quella famosa scena del “Caimano” di Nanni Moretti, quando Bruno Bonomo, interpretato da Silvio Orlando, incontra la giovane coppia di lesbiche che parlano la lingua adattata all’epoca dei nuovi diritti. Una lingua che lui non conosce, e lo ammette, sbottando: “No per favore, queste cose non le capisco”.




domenica 14 aprile 2013

Primavera a Stoccolma.

Alba sul lago Mälaren, (Strandvägen Stockholm).
Primavera a Stoccolma. Ti sconvolge. Primi boccioli. La rinascita di un anima, la mia, che non vuole arrendersi, ancora a caccia di desideri.  Penso a chi li rifiuta, i desideri esauditi.  Che tristezza. 
Solo, immaginare…Non basta mai.  Ci vuole qualcosa di concreto, di vero, da toccare con mano, da mordere, da guardare.  Afferrare una fetta di vita, prima che ti sfugga dalle dita.  Già sfuggita? No! Non è mai troppo tardi. Ci sarà tristezza, un pò di delusione ma anche tanta rabbia (tanta, anche furia) ma non è mai troppo tardi per ricominciare. 
Snödroppar ( Bucaneve )
Il primo caffè del giorno, con la napoletana, amarissimo e nerissimo, ma profumato come nient’altro al mondo, tazzone di speranza, insieme al sole che sorge. Un calcio alle paure, via quei sensi di colpa che in fondo non ci appartengono, perché la vita è nostra, ci appartiene ed è unica. Vigliacchi, maledetti, quelli che la gettano via.

L’erba dei prati ancora non si vede nei giardini del mio condominio, ma sono spuntati i bucaneve. In compenso gli alberi che sono ancora scheletri hanno un aspetto meno triste, perché assaggiano già la freschezza di questa tarda primavera.
Cigni sul Mälaren
L’aria sa del cambio imminente. Voglia di vita.  Primavera a Stoccolma, lenta, frustrante, grigia (piove, piove), ma basta un raggio di sole che si rispecchia nel Mälaren (guasi di nuovo liquido, il ghiaccio si sta sciogliendo) e mi sento vibrare dentro, vorrei immergermi in questo lago antico e trovarlo caldo. Non lo è; ma io sì.

Il soffio leggero della primavera mi seduce. Ho ancora voglia di buttarmi nell’ignoto, sì, anche rischiare, perché la parte peggiore è non saper rischiare. Far finta di non sentire. 
Alba sul lago Mälaren, che si risveglia: ne avverto appena il battito. Aspetto, sono ottimista: esisto, sono presente.  
Buona domenica a tutti da franco.


sabato 13 aprile 2013

Te la do io la Svezia: "Vita infantile"


La Svezia è il baluardo dell’innovazione in fatto di diritti sociali e di genere: dopo aver fatto da apripista europeo per femministe, gay e aiuti statali, nel Paese nordico infuria il dibattito sull’abolizione della distinzione tra generi.

INFANZIA UNISEX - L’uguaglianza di genere è in Svezia ormai talmente data per assodata che negli ultimi anni è  passata in secondo piano in nome della neutralità, specie per le nuove generazioni: sempre più bambini infatti sono chiamati con nomi unisex (ne esistono 170 legalmente riconosciuti) ed educati a prescindere dal loro sesso. Frasi come “il rosa è un colore da femminuccia” insomma non valgono niente nel Paese dove i negozi di abbigliamento eliminano i reparti uomo/donna e le ditte di giocattoli usano come immagine pubblicitaria un piccolo Spiderman che spinge una carrozzina rosa.

LUI, LEI, HEN - La situazione sta cambiando de facto, ed esige anche un rinnovamento della lingua che permetta di riferirsi a una persona senza implicarne il genere. Così da pochi giorni è stato ufficialmente inserito nella versione online dell’Enciclopedia Nazionale il termine “hen”, un pronome personale neutro che può essere utilizzato al posto di lui (“han”) e lei (“hon”). Il termine è da tempo in uso negli ambienti femministi e omosessuali, ma le sue origini risalgono agli anni Sessanta, e il primo a proporne l’introduzione nel vocabolario fu lo studioso Hans Karlgren nel 1994.
Jan Guillou

LE CRITICHE - C’è anche chi, come lo scrittore Jan Guillou, non ha accolto a braccia aperte la nuova via: per gli scettici la neutralità del genere potrebbe nuocere su due fronti, la preservazione della lingua nazionale e la psicologia dei bambini, confusi più che confortati dalla mancanza di differenze. 

La Svezia e soprattutto il suo sistema scolastico si trovano a cavallo di un cambiamento che necessiterà di tempo per raggiungere una stabilità e una coerenza: per il momento gli istituto si arrangiano secondo direttive interne, per esempio senza distinguere tra aree maschili e femminili, o facendo attenzione a come gli insegnanti chiamano i bambini. 

Se per il mondo degli adulti svedesi il nuovo pronome è il riconoscimento di una tendenza di pensiero già affermata (la cui precedente battaglia – non ancora conclusa – è l’abolizione della sterilizzazione obbligatoria per i trans), il rischio per la vita infantile è che venga monitorata e incanalata più di quanto veniva fatto in precedenza.
Källa: gionalettismo di Marta Arniani


mercoledì 10 aprile 2013

Svezia: "Sulla xenofobia non tornano i conti."

"L`immigrazione deve essere fermata"
Sul razzismo e sulla xenofobia anche in Svezia non tornano i conti. In quello che sembrava essere il paradiso dell’integrazione qualcosa comincia a scricchiolare. Almeno secondo l’ECRI, organismo per la tutela dei diritti umani in seno al Consiglio d’Europa. Che segnala, prendendo atto degli sforzi compiuti da Stoccolma negli ultimi 7 anni, urgenti misure in tre ambiti specifici. 
La prima concerne la segregazione abitativa: il rapporto denuncia una disparità di trattamento nel mercato immobiliare che colpisce in particolare Rom, musulmani, afro-svedesi e richiedenti asilo. Da qui la disuguaglianza in materia di istruzione per i gruppi vulnerabili, ancora vittime di bullismo e molestie. La terza piaga riguarda il sistema legale e i media. 
Solo una piccola percentuale di incidenti e conseguenti condanne per comportamenti razzisti è raccontata dalle radio e televisioni nazionali. Aumentando la tendenza delle vittime a non sporgere denuncia. E soprattutto un clima di diffidenza sociale, in particolare nei luoghi di lavoro e nella sanità.

di Letizia Orlandi


 

sabato 6 aprile 2013

"Brodino caldo di pollo."


Ed eccomi qua: sono tornado nella mia casetta in Svezia e mi ritrovo solo come un coglione, con in mano una tazza di brodo di pollo fatto prima di partire, riscaldato in un tazzone bianco pallido nel forno, senza pastina però, alla svedese.

Me lo stringo in mano per riscaldarmi. Qui sprofondato sul divano, lanciando sguardi fuori alla finestra, dove si vedono gli alberi inbiancati da una leggerissima spruzzatina di neve nuova. Sì, veramente poca, deve essere di ieri. Scesa solo per rompermi le palle.

Finirà mai quest’accidente d’inverno? Mi sento stanco, stanchissimo, questo il più lungo della mia vita. Proprio un inverno lungo, gelo dentro e fuori. Beh, quello interno ha poco a che fare con l’altro, e forse è anche peggio. Vorrei essere più cinico, io. Ci provo tanto, ma non mi riesce bene. Ma continuo a tentarci.

Nient’altro da dire, e questo post è un bel pò di nonsense rambling… E allora…? È il mio blog e ci scrivo che cavolo mi pare.

Punto e basta.

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.