La proposta
di legge svedese è l’ennesima prova di come l’illusione di sovrapporre l’arbitrio
del linguaggio e del politicamente corretto alla realtà dei fatti finisca per
partorire (è il caso di dirlo) vere mostruosità logiche e linguistiche, prima
ancora che giuridiche. Ogni volta che si fa appello all’ideologia del gender –
quella per la quale il sesso di una persona è una pura costruzione culturale
senza alcun ancoraggio alla carne e alla realtà, cioè alla vita per quel che
è – bisognerebbe ricordarsi che si
rischia di consegnarsi mani e piedi al
ridicolo. Quel ridicolo che, in certi casi, è il peggior peccato del mondo.
källa: il foglio quotidiano |
E come fare, leggendo certe notizie, a non pensare a quella famosa scena del “Caimano” di Nanni Moretti, quando Bruno Bonomo, interpretato da Silvio Orlando, incontra la giovane coppia di lesbiche che parlano la lingua adattata all’epoca dei nuovi diritti. Una lingua che lui non conosce, e lo ammette, sbottando: “No per favore, queste cose non le capisco”.