martedì 17 agosto 2010

Una gita a Rosengård: primo quartiere islamico in Europa.

Se volete conoscere meglio la Svezia, non esitate prendetevi una settimana di vacanza a Rosengård, il sobborgo a prevalenza islamica di Malmö, la terza città della Svezia. Qui le vacanze durano tutto l`anno (in pratica non lavora nessuno…) infatta il tasso di disoccupazione degli immigrati sfiora l’80 per cento. La maggioranza dei nuovi arrivi viene dalla Palestina, dal Kosovo, dall’Iraq.I profughi che cercano riparo dalla guerra mondiale islamica portano in Svezia la loro rabbia, le loro rivendicazioni politiche, l'antisemitismo. Lo scorso anno, la nazionale di Tennis israeliana passa da Malmo per un evento sportivo e scatta il boicottaggio. Gli islamici protestano in piazza. Stessa storia durante l’ultima Guerra di Gaza. Gli ebrei scendono in strada per una manifestazione di pace. Sventolano bandiere con la stella di David.
I dimostranti vengono circondata dai militanti islamici e da quelli della sinistra antagonista. Volano insulti, fischi, bottiglie. La polizia non reagisce. Il capo della sicurezza dichiara che gli islamici hanno il diritto di protestare perché è la legge svedese che glielo consente. Qualche tempo fa puntuale, riscoppia l’Intifada contro polizia e vigili del fuoco. Bruciano cassonetti e cabine del telefono. Un ragazzo viene ferito. Le bande di giovani teppisti arabi spadroneggiano per le strade di quella che doveva essere la società europea più avanzata dal punto di vista dei modelli di integrazione sociale. La dolce, quieta e un po’ noiosa Malmo, si risveglia in preda al panico.
Forse è vero che i “riots” di Rosengård sono il prezzo, endemico, che dovremo pagare prima di assistere una normalizzazione nei processi di integrazione fra islamici ed europei. Non avendo la palla di vetro è impossibile sapere cosa accadrà nel 2050, se la "fantascienza" eurabica dovesse avverarsi,oppure se assisteremo alla nascita di un Islam europeo. Certo è che il governo svedese e un intero modello politico e sociale, quello dell’accogliente socialismo dei Paesi nordici, sembra aver fallito. La Svezia aveva offerto una grande opportunità ai nuovi arrivati ed è stata tradita. Dagli anni Settanta i programmi di edilizia popolare della sinistra svedese diedero case a buon mercato alla arbetarklassen (classe operaia) che successivamente è stata sostituita dalla popolazione immigrata. Sussidi di disoccupazione, servizi sociali, assistenza sanitaria, istruzione. Il risultato è stato da una parte l'integrazione mancata dall'altra l’aumento esponenziale della conflittualità, soprattutto dopo l’11 Settembre e la pubblicazione delle “vignette sataniche”.
A Rosengard la sera scatta il coprifuoco ma il sindaco continua a ripetere che vuol farne una zona residenziale come tutte le altre. Un sindaco socialista che evidentemente ha chiuso gli occhi sulla alleanza fra “rossi” e “verdi”, arabi e anarchici, islamici e centri sociali, che votano nello stesso modo e manifestano insieme contro gli ebrei. Minoranze, si dirà, ma il mondo dell’immigrazione araba è una delle constituency della sinistra europea che lo difende e lo coccola con la stessa esagerazione con cui gli autori del genere eurabico lo attaccano e lo ostracizzano. La risorgenza di un “comunismo verde” o islamismo di sinistra, fortemente antisemita e anticristiano, non è un'invenzione fascista, razzista e bigotta. E' proprio il modello multiculturale svedese ad aver prodotto una polarizzazione etnica e politica che favorisce gli estremismi idelogici (e religiosi).
L'islamizzazione di Malmö, in definitiva, rappresenta la crisi d'identità in cui vegeta la sinistra europea e la sua incapacità di gestire la conflittualità sociale prodotta da decenni di multiculturalismo e relativismo culturale.
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Nella foto accanto:

Zlatan Ibrahimović idolo dei bambini multietnici di Råsenborg, dove è nato, il 3 ottobre, da genitori bosniaci. Attaccante del Paris Saint-Germain e della Nazionale svedese della quale è anche capitano.

FoF




"Un ingegnere che non si ingegna più..."

 

Ho notato con non poco dispiacere, la tendenza generale dei "blogger" a considerare i blog come il mio un pò sarcastici ed autoironici, come se fossero demenziali, come figli di un dio minore, da leggere per farsi le 4 risate quotidiane,secondo me invece un blog personale dovrebbe riflettere il carattere della persona, e quindi dovrebbe offrire momenti di serietà, momenti di puro cazzeggio, sfoghi ironici o rabbiosi, considerazioni profonde e superficiali.
Molti li leggono ma senza dichiarare mai pubblicamente di farlo, con una punta di snobismo, sufficienza, come se ognuno di noi sentisse improvvisamente di essere un cocktail di Giacomo Leopardi, Freud, e anche un poco Ernest Heminguei.

Chi approda alla scrittura sul web (blog) ci arriva non perchè pensa di essere un grande scrittore, ma perchè sente di avere qualcosa da dire, ed a mio avviso la cosa importante è il come lo si fa. Qui entra in ballo il genio personale, la sagacia, l'ironia, il gusto sopraffino dell'idea, che purtroppo a volte non è supportato da basi culturali o scolastiche, non siamo tutti laureati, e quello non sempre dipende, dalla nostra volontà.

Chi scrive un blog non è un'extraterrestre sceso nel world wide web da chissà quale pianeta, ma siamo io, tu, il nostro fornaio, mio figlio, la vicina di casa, e nella vita di tutti noi, dentro ognuno di noi forse coperta da uno strato di polvere c'è quel briciolo ironia,comicità e perchè no un pizzico di poesia che ci permette di sopravvivere alle brutture di questo mondo.

Direi di non alzare stupidi muri anche qui, non creiamo classismi, ghetti, non diamo spazio a chi cerca di far nascere solo gruppi di elite che la pensa alla stessa maniera, perchè in questo mondo sospeso tra cielo e terra se guardi in basso hai la possibilità di vedere il mare, se tieni gli occhi sempre alzati potresti scoprire che oltre il cielo non esiste nulla o forse si, ma se Lui esiste ce ne sta uno soltanto e sarà durissimo scoprire che non è uno scrittore di blog.

Quello che chiedo a voi è se sento tutto questo amplificato perchè lo vivo ogni giorno sulla mia pelle, sono purtroppo un ingegnere che non si ingegna più da qualche mese, o vi siete resi conto anche voi di questa forma di chiusura?

(vagabondo)
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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.