sabato 8 novembre 2014

“ Ma come, i papà ci sono ancora ?”


Si sa che noi uomini quando i figli sono ancora bambini non ci dedichiamo troppo a loro e solo quando crescono siamo più presi dal rapporto con loro. Forse per le generazioni dei genitori trentenni e quarantenni di oggi é un po’ diverso, ma io mi ricordo che il sottoscritto e anche i miei amici quando i figli avevano due o sei anni eravamo molto presi dal lavoro e dallo sport e davamo poco tempo ai figli. Adesso i miei figli sono adulti, la maggiore è mamma di due bambini e il secondo é un ragazzone di 35 anni. La femmina si è fatta una famiglia, il maschio è uno scapolone inpenitente, tutti e due abitano a Stoccolma mia figlia a dieci minuti di macchina da dove abito io. 
Domani domenica in Svezia ricorre "Fars Dag" (il giorno del papà). Così hanno deciso festeggiarmi passando un giorno con me a casa di mio figlio, tutti insieme come ai vecchi tempi, in più ci saranno i nipotini, con il loro papà, che oramai considero come terzo figlio. E’ bellissimo! Che soddisfazione vederli grandi, autonomi, adulti con cui posso parlare di tutto. Li abbiamo cresciuti noi così e vedere come sono diventati mi riempie di orgoglio. 
Non mi sentirò mai solo, anche se un giorno dovessi ritrovarmi solo, sapendo che loro esistono.

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.