Mi sento un
giovanotto. In controllo. Privo di paure. No, non è mia, ma è la macchina nuova
(usata) di un mio amico. È come guidare una formula_1, mi dicono, non è
un auto per tutti i giorni, insomma una volta a Roma erano solo i play boy a
portarsela in giro. Veramente anche il colore è molto: “macho” rosso Alfa,
fiammante, giovanile.
Malgrado la
mia età salgo su ugualmente (sì, è un po stretta, non ideale per un nonno da
100 kg con jeans di qualche chilo fa.) Mi piazzo in quel sedile di pelle
morbida, comodo, basso, afferro il volante in legno pregiato e…mi sembra di
avere una vista del mondo un po’ più limpida. Ma sì, è tutta un’illusione, lo
so, ma, beh, mi fa bene. Qualche anno fa avevo una bellissima cupè azzurra, con
lo stesso spazio dentro, due posti, ci si può muovere appena… Ma la spider è
diversa. C’è quel feeling stranamente romantico-avventuroso che mi fa pensare
alle vacanze e tanta libertà, vestito da italiano in vacanza, occhialoni da sole e berrettino Ferrari (forse anche quell’accidente di orologio russo al polso,
sai, quello pesantuccio e dolce-amaro), su e giù per curve e tornanti, un continuo cambio di marcia. Le ruote passano facilmente
sopra i dossi del selciato, senza farteli sentire addosso come con la mia Fiat,
padrona della strada, regina delle curve (okay, cerco di non far caso al
serbatoio che mi si svuota davanti agli occhi…), questa se li conquista per
benino, non ne ha timore, vince sempre lei. Mi viene da ridere quando passo le
macchinine giocattolo, come la SmartCar.
Ma che carina, bella gialla o lilla, potrei appiattirti con
lo spostamento d`aria in un istante, trasformandoti in una lastra liscia, una
chiazza di colore sull’asfalto. Svaniresti eccome, mia piccola SmartCar grigio
metallico, confusa, tremante, un niente davanti alla forza superiore dell´Alfa
spider. Altro che guida da pensionato, sai, c’è un’autista esperto e motivato
al volante, seppure con i capelli bianchi e mocassini troppo stretti, ma il
fuoco dentro ce l’ha eccome, e non sempre quello che ti aspetti, quello che ti
fa sciogliere tutto e provoca certi sogni metaforici.
Un fuoco di furia avvolge ‘sta ALFA, le dà una bella
spinta, le fa prendere il volo. Attenta
SmartCar, potrei facilmente annientarti. Ecco, scendo adesso, mi reggo il berrettino Ferrari con una mano (il vento…). Finita l’avventura. Più dolce, la mia FIAT,
mi accoglie sempre con affetto (e piú di rado esige benzina). È ormai
parte di me.
Ma l`Alfa
aspetta, pronta e inpaziente, forte, quando ne ho bisogno. Allora,
attenta a te, piccola auto !