martedì 19 novembre 2013

Ti voglio bene Italia. (Favoriter i repris 3)

Ti voglio bene Italia e ti difendo dagli anti-italiani: I quali forse, in fondo, sono il partito più antico e tu lo sai.

Solo che in questi anni sono diventati molto, troppo, rumorosi. Propio loro gli anti-italiani, quelli che vivono qui con il mal di stomaco, con la rabbia di chi scommette tutto sull’apocalisse: verrà il giorno, quello del giudizio. E giù filippiche contro di te e chi ti governa..
È strano. Da te la democrazia è sempre all’ultimo sangue. Non è più solo "sano" odio ideologico come tra Peppone e Don Camillo. È voglia di deserto, di rovine, di cataclismi, ti vogliono vedere in malora. È l`ideologia dell’anti-italianità. Il ragionamento è più o meno questo: se per fare un nazione migliore serve un`Italia in ginocchio, allora così sia. E giù bombe. Il prezzo è altissimo, ma per questa banda di Anti_Italiani il gioco vale la candela. Tanto meglio. Se c’è da ricostruire poi si faranno più soldi. È un sentimento un pò cinico, ma ”purtroppo” tu sei generosa ed in casa tua c`è sempre un prete che poi li assolve.

Intanto loro vestiti di nero come maghi e fattucchieri pregano il peggio. Hanno guardato negli occhi la crisi, sperando che fosse più scura della mezzanotte. Hanno benedetto i mutui subprime. L’America avrebbe portato in a casa tua il virus, sventrando le banche, l’economia, i risparmi, il commercio, lasciando sul lastrico l`intera Banana Republik (ti chiamano così...). E quando la crisi è arretrata, risaccando, hanno maledetto l’euro e il dollaro, scommettendo ancora sulla malasorte.
Tifano, contro. Nella parte più cupa del loro cuore si sono schierati con la monnezza napoletana, con il crash di Alitalia, con la fame e la miseria, con il disastro della scuola pubblica, con chi ci chiama Svart Skalle (testa nera), Maccaroni, Dago o Paisà. L’arrivo della Fiat a Detroit li ha fatti bestemmiare. L`Alfa, va tenuta lontana da Los Angeles e dalla notte degli Oscar. Affondi a Venezia. Gli anti-italiani scommettono sulla disfatta. Le vittorie della Pennetta non li incantano. La Pellegrini è una sirena con il piercing nel posto sbagliato, il G8 li ha delusi. Hanno sperato che Obama calpestasse l’italiano chiacchierone. È andata male. Obama ha detto grazie e Michelle si è commossa tra le macerie dell’Aquila.
Ma quello che mi fa più incazzare è quando gli Anti parlano di dittatura italiana è la mossa più spregiudicata del partito anti-italiano. È il loro capolavoro di marketing, vendere al mondo la cattiva maschera berlusconiana. Berlusconi come remake di Mussolini. L’Italia in camicia nera, l’Italia che sprofonda nel più profondo Novecento, l’Italia barzelletta di regime. Questa storia ci sta facendo del male e non andrà via tanto in fretta. Gli anti-italiani ti sputtanano dicendo che non sei democratica, si forse è vero che non sia la miglior democrazia del mondo, ma comunque c’è ed è sacro santa democrazia.

E tu nostra piccola grande patria lo sai benissimo che non sei una dittatura. E chi lo sostiene, offende i martiri di tutte le dittature. I martiri veri. Non questa parodia di partigiani. Non questo manipolo di anti-italiani.


Gli sfigati del web. (Favoriter i repris 2)


Un popolo che ha fatto della lamentela un vanto sono gli italiani o meglio gli italiani meridionali,(tranquilli amici del sud anche io sono di buona razza terrona) ma tutti sanno che l’italiano è sempre meridionale, l’italiano è quello che è il napoletano per gli altri italiani.

D’altra parte spaghetti, pizza, mandolino, non sono mica a Milano o a Torino? anzi quando si vuole parlare di cose brutte dell’Italia si parla della Fiat o di Berlusconi, non certo cose meridionali.  Si potrebbe obbiettare che la mafia è una cosa meridionale, sicuro, però ormai dopo i film di Hollywood, probabilmente è stata sdoganata nel mondo come qualcosa di universale e apolide, come il MacDonald e il karaoke. Figurarsi che al parlamento europero Borghezio viene sempre chiamato dai deputati del Lussemburgo con una parola che ora non ricordo, e che Borghezio crede significhi “amicone”, ma che in lussemburghese significa più o meno “terrone di merda”.

Come mai i meridionali non siano caduti vittima delle mire di Hitler è semplice, il meridionale, per quanto attaccato alla famiglia, è quasi sempre un cane sciolto. Questo ha due vantaggi, primo chi lo incontra pensa che da solo non può fare male e, spesso si sbaglia, secondo poichè è attaccato alla sua famiglia non può essere una cattiva persona, e dipende dalla famiglia. Poi ogni tanto canticchia, fischietta, ti fa assaggiare della roba da mangiare fatta in casa o delle sue parti, è di compagnia quando si beve, insomma è un po’ fastidioso, ma fa anche qualcosa di buono.

Negli ultimi anni invece sta nascendo una nuova tecnologica popolazione che vuole fare della lamentela un vanto, sono quelli che quotidianamente aggiornano i loro blogg. Le tematiche dei loro piagnistei sono le più varie, c’è chi si lamenta dei propri genitori, fidanzato/a, amici, amiche, chi si lamenta della politica, amministrazione, guerra, chi del capoufficio, segretaria, compagno di banco, vicino di casa, fruttivendolo, idraulico, chi di uno scrittore/musicista/attore, chi di due, chi di tutti, chi sceglie il suicidio, chi sceglie di continuare a lamentarsi, chi rompe i coglioni ad ogni sospiro e chi rompe i coglioni è basta.

Il problema fondamentale è che tutta questa gente spesso è convinta di scrivere bene e, soprattutto, di scrivere cose divertenti. Tutti i maggiorenni, dai 18 ai 90 anni, si atteggiano a uomini o donne vissute, cinici e sarcastici quanto basta, e hanno, per grazia divina, il diritto/dovere di commentare il fatto del giorno, sia esso pubblico o privato, con una battuta salace o una parolina accuminata.

Novelli Orazio del web danno ogni giorno prova che battere le dita su una tastiera non significa saper scrivere e che leggere le lamentele di qualcuno è noioso e basta, non divertente. Il problema è proprio come fargli capire queste cose: scartata l’ipotesi violenta, ma solo perchè sarebbe troppo lunga andarli a cercare casa per casa,l’ipotesi teoricamente più semplice sarebbe quella di lasciare un commento ai loro scritti, quando la cosa è possible.

Le loro reazioni, a questo punto, nella migliore delle ipotesi è la seguente: “Grazie per il tuo commento e la tua critica cercherò di migliorare”, tradotto “ Non capisci un cazzo di niente, però non ti mando a fanculo perchè con i coglioni come te non mi abbasso nemmeno per vedere cosa ho pestato, tanto so che è merda”, I più furbi indubbiamente potrebbero essere quelli di sinistra che si lamentano della sinistra o quelli di destra che si lamentano della destra, così cercano di raccogliere un pubblico trasversale ai due schieramenti politici; potrebbero, perchè se fossero in politica potrebbero passare da una parte all’altra come Sgarbi, purtroppo però non hanno voti ma solo dei punteggi su un counter che gli sembra sempre troppo fermo. Più fessi di questi solo quelli di centro che si lamentano del centro e nessuno ha ancora capito che cazzo vogliano.

Poi ci sono quelli che si lamentano di cose vecchie e quelli, i peggiori, che si lamentano di cose vecchie che stanno cambiando, insomma disfattisti, poveri repressi che vivono costantemente attaccati ad internet e che, agorafobici e paranoici quali sono, se inciampano sul marciappiede è colpa del governo che non sistema le strade, non abbatte le barriere architettoniche e non fa nulla di buono per la cittadinanza: oppure davvero da loro le cose non stanno cambiando e allora sono sfigati e si lamentano a ragione, non per questo sono però divertenti. Anche se loro lo pensano.

A questo punto qualcuno si lamenterà, anche di chi si lamenta: di chi si lamenta.
Insomma ragazzi: Che palle...!!!
 




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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.