sabato 30 agosto 2014

Brasse se n`è andato


Brasse se n`è andato all`età di 69 anni dopo aver fatto sorridere non solo due generazioni di bambini ma anche i loro genitori (tra i bambini per loro fortuna anche i miei). Brasse, era uno dei 3 conduttori di un programma televisivo del pomeriggio che ha fatto la storia della televisione svedese  Fem myror är fler än fyra elefanter (Cinque formiche sono di più di quattro elefanti) il programma era ad indirizzo pedagogico ed ogni pomeriggio trattava una lettera dell´alfabeto, usando il linguaggio dei bambini, così mentre i miei due”mascalzoni latini” inparavano a leggere io con la scusa di farli star buoni imparavo lo svedese. 
Ciao Brasse e grazie!


venerdì 29 agosto 2014

Il turco in Svezia

Elezioni in Svezia, si vota anche in Turchia
Sono circa 100 mila le persone che vivono in Svezia e provenienti dalla Turchia e quasi la metà di queste vengono dalla città di Konya(Turchia) particolarmente dalla località Kulu. Come succede ogni anno queste 50 mila persone d'estate tornano nel loro paese d'origine per fare le ferie. Tuttavia quest'anno in questo periodo(14 Settembre) in Svezia si svolgeranno le elezioni nazionali e locali. Quindi il governo svedese ha deciso di aprire dei seggi anche a Kululu per far praticare a queste 50 mila persone(già cittadini svedesi) il loro diritto al voto.
Le elezioni svedesi a Kulu(Turchia) si sono svolte il, 27 Agosto 2014, presso il Consolato onorario dello Stato di Svezia inaugurato il 27 Giugno di quest'anno.
Erdal Akdeve, cittadino svedese di origini turche, è il primi consolato onorario dello Stato di Svezia a Kululu. Akdeve dice che quello che succede in questi giorni in Turchia è un'esperienza senza precedenti per lo stato svedese. Non finisce tutto con un semplice servizio offerto dallo Stato, a Kululu si sono svolte anche delle campagne di propaganda. Per esempio Sedat Dogru dell'Alleanza di Destra come Mehmet Coksurer dell'Alleanza di Sinistra Verdi hanno portato avanti le campagne elettorali dei loro partiti anche qui a Kulu(Turchia).

L`immigrazione turca verso la Svezia (Stoccolma) come quella italiana è inziata negli anni 60.

(Il ragazzo del video si chiama Mauro Scocco,
 italosvedese di terza generazione)

mercoledì 27 agosto 2014

Il figlio svedese di Francois Mitterrand


 "Giudicatemi per quello che sono, e non per quello che era mio padre. Ma, è così: François Mitterrand era mio papà". È quanto sostiene il giovane uomo politico svedese Hravn Forsne al giornale regionale Kungsbacka-Posten, in un'intervista ripresa dai media francesi. 
Forsne, candidato alle elezioni municipali del 14 settembre con il partito moderato del premier Fredrik Reinfeldt, è figlio della giornalista Christina Forsne, 66 anni, che due anni fa aveva confidato di aver avuto una relazione segreta con Mitterrand, incontrato nel 1979, quando ancora non era presidente, in occasione di un congresso socialista internazionale vicino a Stoccolma.
La relazione sarebbe durata dal 1980 al 1995, mentre lei lavorava a Parigi come corrispondente del quotidiano svedese Aftonbladet. E la moglie di Mitterrand, Danielle, nonché diversi amici e colleghi, sarebbero stati al corrente di tutto. La Forsne, autrice di una biografia su Mitterrand uscita nel '97, non ha mai voluto svelare l'identità del padre di suo figlio, nato nel novembre del 1988. In una intervista rilasciata nel 2012 ad un noto quotidiano svedese, la madre aveva ammesso di aver avuto una relazione di 15 anni con Mitterrand, ma alla domanda se l'ex capo dell'Eliseo fosse il padre di suo figlio, aveva risposto evasivamente. "Sono pronta a parlare della mia relazione con François Mitterrand. Ma non parlerò di nessun altro che mi è vicino", aveva detto.

Ai media francesi, Hravn Forsne, che abita a Kullavik, nel sud-ovest della Svezia, non ha voluto dire di più: "Sono un politico svedese ed è la politica svedese che mi interessa", ha dichiarato all'agenzia France Presse, precisando di non cercare la notorietà in Francia. Al giornale svedese ha detto di aver incontrato colui che dice sia suo padre "cinque o sei volte al massimo". 
Chi li capisce è bravo…sti`svedesi…!!!

Eravamo quattro amici al bar

Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
destinati a qualche cosa in più
che a una donna ed un impiego in banca
si parlava con profondità di anarchia e di libertà
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò…
(Gino Paoli)
*****
Già! E non eravamo solo quattro, anzi a volte eravamo in tanti, e non eravamo solo al bar ma anche in molti altri posti che al bar assomigliano. Questa frase della vecchia canzone è diventata uno di quei modi di dire che spiegano tutto in poche parole, un modo di essere e un modo di pensare, i sentimenti e i distacchi, le trasformazioni e le speranze, e allora la uso anch'io come titolino di un post che vuole riportare a un'epoca e vuole anche svolgere una funzione.
Il bar per eccellenza negli anni della nostra gioventù - anni lunghi quelli nei paesi, assai più che nelle città - era il chiosco di Barone, quello di allora, che era cosa assai diversa di quello che è stato dopo. Un chiosco con le tante pertinenze - lo scalino, il bancone - e le ancor più numerose appendici, la piazzetta di cui non ricordo il nome, la panchina al viale, l'autobus che non passava mai, la Piscina mondo proibito per noi ragazzi del popolo, ecc.. è vero che volevamo cambiare il mondo, e che poi a uno a uno siamo andati via, e chi non è partito per andare lontano ha lasciato per la famiglia, i figli, e gli anni che passano.
Forse è anche vero che il mondo ha cambiato noi, ma la cosa mi sembra più banale, perché non tutto e non tutti siamo cambiati allo stesso modo. La canzone può avere finali assai diversi a seconda di chi la canta. Volevamo cambiare il mondo, ma intorno ai quattro amici al bar anche allora c'erano coloro ai quali non fregava niente del mondo. Così ognuno è poi diventato grande attraversando gli anni come ha saputo e potuto: chi con gli appetiti o l'accidia, chi con le preoccupazioni o i successi o quant'altro ancora e chi con quello che resta dell'antica voglia di cambiare il mondo. Che a volte non scompare del tutto, e ogni tanto riaffiora, anche quando non ci si aspetta più molto dal tempo che verrà.
Eravamo un po' di amici al bar, e qualcosa di quello spirito in alcuni è rimasto. Il desiderio di poter fare di più talvolta è palpabile, anche se il bar o le sue appendici sono oramai lo spazio e il tempo breve di un incontro in agosto, fatto di un fugace saluto e di qualche commento su come è il paese oggi.
Poter fare di più per la cittá di Santa Fermina, che avremmo voluto diversa e per il quale non abbiamo avuto modo e tempo di fare granché, anche a causa di coloro ai quali non fregava niente del mondo. Cosa si può fare da lontano per la città di Santa Fermina? Niente o qualcosa. Chi opta per qualcosa sa che ha Internet a disposizione, almeno per dire la sua e su ciò che vuole.
Questo spazio dovrebbe essere anche per i quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo e che hanno ancora qualcosa da dire. Critiche e suggerimenti, agli amministratori o agli amici rimasti in paese, che a volte vuol dire la stessa cosa. Naturalmente i suggerimenti  sarebbero benvenuti anche dalla Madonnina di Pantano! Tutti con spirito devoto e costruttivo. Possibilmente...!!!  
Buona vita a tutti!!!



Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.