Nessun Paese dell'Unione ha accolto storicamente così tanti
richiedenti asilo per abitante come la Svezia. E nessun Paese europeo può
vantare un sistema di accoglienza così efficiente ed equo come quello che ha
messo in piedi lo Stato svedese tramite lo Swedish Migration Board.
Ai migranti ai quali viene riconosciuto lo status di
rifugiati vengono normalmente concessi permessi di soggiorno illimitati, dopo
una verifica che può durare al massimo sei mesi, contro i due anni dell'Italia
e della Spagna. Al migrante che fa richiesta di asilo viene concesso altresì
dopo aver presentato la domanda - e in attesa della risposta dello Swedish
Migration Board - non solo un alloggio in condivisione, ma anche un conto e
una carta di credito per coprire le spese per il cibo, i vestiti, l’igiene
personale o qualunque altra esigenza personale.
Le sorprese però non finiscono qui. Una volta ottenuta la
protezione, ai rifugiati (che hanno diritto anche a un'interprete in occasione
della presentazione della domada di asilo) viene garantita la residenza
permanente (e, dopo solo quattro anni, la cittadinanza), oltre a un generoso
piano di integrazione che prevede corsi di lingua, assistenza economica e aiuto
nella ricerca di un impiego tramite lo Swedish Public Employment. Un
programma di assistenza che dura in media due anni, organizzato dal governo
svedese, cui vengono aggiunti una serie di benefit sanitari per il migrante: le
cure ginecologiche, prenatali e dentali totalmente gratuite
e tutte le altre visite dove la spesa massima possibile è di 50 corone
(circa 6 euro).
Non solo. Se il rifugiato dovesse trovare lavoro in una
città dove non vi sono alloggi predisposti all’accoglienza, il Migration
Board concede un supporto economico per trovare casa. Di più: a coloro che
vedono respinta la richiesta di asilo è concesso storicamente il ricorso alla Migration
Court, con un ulteriore grado di appello alla Migration High Court.
Non ci si può stupire perciò se la Svezia, un Paese che conta 10 milioni di
abitanti, è diventata la meta preferita dei migranti che arrivano in Europa.
La decisione di espellere
fino a 80 mila richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta quest'anno
- comunicata dal ministero degli Interni - segna non tanto un'inversione di rotta
rispetto al suo tradizionale sistema di accoglienza, ma un cambiamento profondo
del clima politico e sociale soprattutto dopo la vittoria elettorale dei Democratici
della Svezia, che hanno come proposta chiave la riduzione del 90% della
presenza straniera e che stanno sfidando la tradizione egemonia della cultura e
del partito socialdemocratico svedese, tutt'ora al potere. La grave crisi migratoria europea - con l'eccezionale
afflusso di migranti provenienti dal medioriente - ha inoltre fatto emergere un
problema fino a oggi inesistente nel Paese: la carenza di alloggi per
accogliere i migranti, unitamente ai problemi di bilancio che le politiche
sociali dell'accoglienza hanno contribuito ad accentuare. Le tensioni tra
comunità straniere e scandinave stanno insomma aumentando anche nei Paesi
scandinavi. Il generoso sistema dell’immigrazione in Svezia sta subendo (purtroppo) i primi
contracolpi.
(källa: panorama)