sabato 28 febbraio 2015

Politiche paritarie: “Italia vs.Svezia”


L'Italia è un grande Paese produttore di creatività, talento e flessibilità, ma queste risorse non riescono a essere coltivate e incanalate nella direzione auspicabile e utile a creare vantaggi competitivi per il bene collettivo. Ma quando si analizzano queste carenze, si tende una dimensione molto importante: il ruolo ancora marginale che le donne hanno nell'economia e nella leadership del Paese. Il tasso di occupazione femminile italiano è tra i più bassi al mondo.
In Italia non solo le donne lavorano poco, ma quando lo fanno non riescono a raggiungere posizioni di rilievo: la percentuale delle dirigenti d'impresa non raggiunge il 5%. Le lavoratrici italiane percepiscono in media un reddito stimato inferiore, tra il 10% e il 30%, a quello dei lavoratori.
Fortunatamente non in tutti i Paesi il ruolo delle donne è marginale, basti volgere lo sguardo alla Svezia che ha sempre avuto un'alta partecipazione delle donne al mercato del lavoro, in cui i tassi di attività e di occupazione femminili superano il 70%. Perchè questa sostanziale differenza tra Italia e Svezia? I motivi sono molteplici; infatti la parità dei sessi viene spesso intesa come una questione di diritti politici e sociali mentre la politica svedese per l'eguaglianza dei sessi si basa su una forte tradizione a favore della natalità e del sostegno sociale.
In Svezia l'elevata natalità non pregiudica il tasso di occupazione femminile, che anzi si attesta ai vertici delle classifiche europee; la donna sposata è coperta dalla stessa legislazione lavorativa, fiscale e assicurativa degli uomini. Nessun beneficio è accordato alla donna per il suo ruolo di moglie ed inoltre il tasso di disoccupazione delle donne è inferiore a quello degli uomini. La politica sociale svedese ha riconosciuto da lungo tempo il doppio ruolo della donna come madre e come sostenitrice della famiglia. L'eredità demografica ed economica della politica svedese per l'eguaglianza dei sessi è di particolare importanza in quanto l'Europa deve affrontare la sfida dei tassi di natalità in diminuzione e dell'invecchiamento demografico.
Di massima importanza, è che il tasso di natalità più alto deve essere accompagnato dalla libertà di scelta della donna e che la politica demografica deve riconoscere le donne lavoratrici come "fatto sociale". Questa capacità di aver saputo combinare la politica demografica e il femminismo contribuisce a spiegare il successo ottenuto dalla politica paritaria svedese.
(diverse källor)


venerdì 27 febbraio 2015

Mamma Michela "qui gatto ci cova...."


Si chiama Missan è potrebbe essere sul punto di rivendicare un posto nel Guinness dei primati come il gatto vivente più vecchio al mondo. Åsa Wickberg, da Karlskoga nel sud della Svezia, ha trovato Missan nel 1985 quando era solo una gattina e ha deciso di adottarla. Per farsi un’idea dell’età del felino in questione, basti pensare che un anno del gatto è equivalente a 7 anni umani. Tuttavia si crede che dopo i primi 2 anni di vita di un gatto, ogni anno felino equivalga approssimativamente a 4 anni. Secondo tale ipotesi Missan dovrebbe oltre 140 anni umani.

La signora Wickberg si è resa conto dell’incredibile età del suo animale domestico  solo quando ha letto sul giornali del felino “più vecchio del mondo”. “Ho subito pensato tra me e me: ‘ma il mio è più vecchio’”, ha detto all'agenzia di stampa TT. “E’ un po' solitaria, ed è sempre stato molto cauto. Ma a lei piacciono i cani”. Se l'età di Missan fosse provata, sarebbe il più vecchio gatto vivente del mondo, superando Tiffany Due, da San Diego, in California, che ha soli 26 anni. Tuttavia, Missan avrebbe ancora molte primavere da trascorrere  per battere il gatto più longevo della storia: 
Creme Puff, da Austin, Texas, che morì nel 2005 all'incredibile età di 38 anni e tre giorni.

Insomma i gatti svedesi risultano essere molto longevi. Capito mamma Michela…??

giovedì 26 febbraio 2015

Allerta terrorismo " a la`svedese..."

foto: jonna jinton
Sarah Ericsson non dimenticherà facilmente il suo 21esimo compleanno, dopo che la polizia svedese ha fatto irruzione nella sua abitazione. Gli agenti erano stati allertati da un passante che aveva visto appesi alla finestra dell'appartamento della ragazza due palloncini a forma di '2' e '1': 21, appunto, come gli anni di Sarah. Solo che, dall'esterno, all'allarmato passante ll 21 era apparso come l'acronimo 'IS', lo stesso utilizzato per indicare lo Stato Islamico.
La ragazza, studentessa dell'Istituto di tecnologia di Blekinge, non si trovava in casa al momento dell'arrivo della polizia. Era invece presente il suo fidanzato Fabian Åkesson che, come riporta il Telegraph, ha raccontato alla stampa locale di essersi ritrovato tre agenti sulla soglia di casa. I poliziotti hanno capito rapidamente che si trattava di un equivoco, ma hanno comunque chiesto al giovane di togliere i palloncini dalla finestra "per evitare ulteriori malintesi".

Rimane un mistero, sia per Sarah che per il suo fidanzato, come sia stato possibile scambiare due innocui palloncini per un gesto di propaganda jihadista. Peraltro, hanno sottolineato i due, dall'esterno il '21' al massimo poteva essere scambiato per il numero '12'.
Comunque tutto è bene quel che finisce bene tanto che poliziotti e fidanzato si sono fatti una risata: nessun covo di terroristi, solo dei palloncini per festeggiare un compleanno. Beati loro...!!


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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.