venerdì 21 febbraio 2014

Piccola ma adatta a me.


Ho traslocato l`anno scorso in un’ abitazione più piccola, con open space e un piccolo balcone, ma, come già ho raccontato tempo fa in questo blog, ho dovuto fare downshifting, cioè rinunciare a parecchi quadri, libri, mobili e relativi contenuti  che mi avevano accompagnato da una vita. Ora sono qui nella mia nuova casa con una bella scritta sul muro regalatami a Natale da mia figlia:
"Parva sed apta mihi"  e gli amici mi chiedono: “Ma come ti trovi, non ti manca nulla di prima?”

Devo dire in tutta sincerità che non mi manca proprio nulla: i libri so in quali biblioteche civiche  ritrovarli, se occorre,  per il resto mi scalda il cuore sapere che ciò che ho regalato serva  a qualcuno.Ma la domanda mi ha scavato un po’ dentro e mi sono accorto che ciò che mi rende così sereno e senza rimpianti o pentimenti è il pensiero che mi aveva guidato in sottofondo per tutta l’estate. 

Dentro di me ho sempre avuto l’eco di ciò che dice  Jerome K Jerome nel libro:
“Tre uomini in barca per non parlar del cane”,  in cui esorta gli uomini a mantenere leggera la navicella sul fiume della propria vita. Alla fine sono andata a cercare il libro ( l’avevo tenuto!) e mi piace riportarne qui un pezzo:
.”Quanti nel corso di quella navigazione sovraccaricano la loro barca, a rischio di naufragare, con un ammasso di cose superflue che credono indispensabili a rendere piacevole e comodo il viaggio e che, invece, sono soltanto inutile zavorra. …     Gettate la zavorra, uomini! Fate che la navicella della vostra vita sia leggera, carica soltanto di ciò che vi è indispensabile, una casa ospitale, semplici piaceri, due o tre amici degni di questo nome, qualcuno che vi voglia bene e a cui vogliate bene, un gatto, un cane, qualche pipa, quel che basta per sfamarvi e vestirvi…

…Vedrete che la barca sarà più facile a governarsi e più difficile a capovolgersi; e se poi si capovolgesse, non sarà un gran guaio, le merci buone sopportano l’acqua. Avrete il tempo di pensare oltre che di lavorare, il tempo di abbeverarvi al sole della vita…..” 
(källa: iragazzidisessant'anni by nonno Franco

Ecco, questi  sono i pensieri che  mi hanno saggiamente guidato e non mi fanno pentire di nulla


Chi l’ha detto che non si può invecchiare bene da soli?


Chi l’ha detto che non si può invecchiare bene da soli? Che senza un partner fisso si è destinati  ad anni tristi e solitari ?   Roberta single lo è sempre stata, quindi adesso che ha 61 anni non si pone neppure il problema: continua ad andare tutte le mattine nel negozio di arredamenti dove lavora da vent’anni, abita da sola in un bell’appartamento dove ogni tanto organizza delle cene, un paio di sere la settimana esce con gli amici per andare al cinema o al ristorante e l’ultima relazione di un qualche peso l’ha terminata un paio di anni fa più con un senso di liberazione che di sofferenza. Cosimo invece da solo si è ritrovato d’improvviso all’età di 59 anni, quando la moglie ha scelto di separarsi: sicuramente ha sofferto ed è rimasto disorientato per molti mesi, poi però ha trovato la forza per riprendersi, ha mantenuto una relazione molto forte con i due figli ormai grandi, ha approfittato del momento traumatico anche per intraprendere una svolta sul lavoro e ora, pur vedendosi ogni tanto con una donna con cui c’è sintonia, non ci pensa proprio a condividere casa e vita. Beatrice una nuova relazione non saprebbe neppure immaginarsela, dopo la morte di suo marito avvenuta ormai tre anni fa: ha raggiunto un nuovo equilibrio, fatto di vita sociale in un’associazione di volontariato, di recupero dei rapporti con la famiglia di origine, di buone letture e di allegria con amici vecchi e nuovi: ma quando le parlano di innamorarsi o di sesso replica convinta che a 60 anni ci sono almeno altre dieci cose che danno più soddisfazione.  Con Beatrice si può non essere d’accordo, e anzi sono moltissimi gli over 60 che si reinventano una vita sentimentale e sessuale, ma quel che conta è che serenità e soddisfazione possono essere raggiunte anche con un equilibrio diverso.   Perché questa è la novità di rilievo: il vivere da soli può pure essere associato all’immagine dominante dell’anziano abbandonato, isolato, non autonomo e bisognoso di assistenza, ma questo (che è un problema reale) è più vero per una parte delle persone che si trovano nella stagione della “vecchiaia vera”; per i senior cinquanta-settantenni che invece vivono la “vita nuova”, l’essere single può anche essere un’opzione, una scelta di cui si è felici.

(källa: i ragazzi di settant`anni.)

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.