venerdì 28 settembre 2012

Vivere da soli.


Un paio di settimane fa, scrissi un post nel quale vi presentavo i variopinti personaggi che compngono il mio condominio per över 65. Rileggendo il post mi sono accorto di essermi dimenticato della signora del primo piano a cui va tutta la mia stima e ammirazione ed un signore che abita al pianterreno portatore di handicap.

Il nome della signora é Lillemor!

Lillemor, é una tenerissima ( e sottolineo tenerissima ) nonnina che ha passato sicuramente gli 80`anni, completamente autosufficiente ( vive da sola ) quasi quotidianamente va al supermercato qui vicino  a far la poca spesa di cui ha bisogno.
L’ arzilla Lillemor! é simpaticissima,durante l`ultima riunione (per bere il caffè insieme) ha conversato con me e gli altri condomini circa gli ultimi fatti di cronaca ( è aggiornatissima e segue tutti i TG ), a me ha raccontato di quando era giovane e quant’ altro. Insomma con i condomini ha stabilito un vero rapporto di amicizia e fiducia.

Pensate che si fida a tal punto che questa mattina quando l`ho incontrata alla cassa del supermercato mi ha dato il potafogli dicendomi: " Paga te Franco, io non vedo guasi più niente . "
Non mi faccio pregare, prendo i soldi necessari al pagamento e le metto via ordinatamente nel borsellino il resto. Grande Lillemor!!!!!!

Il signore portatore di handicap non è mai venuto alle “riunioni caffè” quindi non ho avuto modo di conoscerlo, non conosco nemmeno il suo nome, tutte le volte che lo vedo mi suscita un certo sentimento di ….. pena. E’ brutto dirlo, lo so, ma ora spiego.

Quest`uomo, all’ incirca sulla settantina, cammina, con una mezza stampella e delle scarpe “correttive”. Non so che tipo di problema possa avere, ma vedo che si stanca abbastanza velocemente a camminare. 

Questa mattina l´ho incontrato che portava un borsone, non ho potuto fare a meno di toglierIo dalle sue mani.  Salutandolo gliel'ho messo sul suo mezzo di locomozione che parcheggia vicino a l´androne. 

Questo mezzo, è una sorta di poltroncina elettrica a quattro ruote con un manubrio stile bici che gli permette di muoversi liberamente per lunghi tratti senza doversi per forza alzare e camminare.
Ho saputo che questa persona vive da sola e non vuole incontrare nessuno, non ha parenti stretti che si prendano cura di lui… Ecco spiegato il motivo della sensazione di pena che suscita in me.

Vivere da soli…, per molti giovani un sogno da realizzare!!!!
…Per altre persone una condizione inevitabile!!!

Buona notte.


mercoledì 26 settembre 2012

Te la do io la Svezia...!

C’era il “peccato svedese” e c’era la socialdemocrazia. In poco più di vent’anni la Svezia è diventata un piccolo museo degli orrori, gettando alle ortiche un modello guardato con ammirazione in tutto il mondo.
In molti paesi la caduta del Muro di Berlino ha determinato grandi cambiamenti e lo stesso è stato per la Svezia, tanto che una rivista della destra americana come l’ American Spectator nel settembre scorso scriveva con soddisfazione che ” La Svezia ha silenziosamente trasformato la socialdemocrazia in un pezzo da museo”. E non solo la socialdemocrazia verrebbe da dire ad osservare quanto è come è cambiato il paese negli ultimi venti anni. Agli svedesi i politici e i commentatori  americani guardano con interesse e con invidia per quello che riguarda la ripresa economica e per l’approccio a questioni quali il contrasto alla droga e alla prostituzione.

Un entusiasta Washington Post un anno fa presentava il paese come la “rockstar della ripresa” per via della crescita economica registrata, tra le più alte al mondo tra  paesi sviluppati. Ovviamente trarre conclusioni e ricette dall’esperienza di un paese di dieci milioni di abitanti e applicarle a uno di trecento è un esercizio che spesso lascia il tempo che trova, ma è evidente l’interesse di buona parte dell’élite statunitense nel ricercare modelli neoliberisti di successo da riproporre nonostante il plateale fallimento culminato con la grande crisi economica.

Gli svedesi hanno superato relativamente bene la crisi del 2008, sia perché avevano adottato una politica, anche bancaria, più prudente dopo  il crash del 1990, anno in cui l’inflazione toccò punte del 500% e il paese sembrò sul punto d’esplodere, sia perché robuste iniezioni di dollari da parte della Federal Reserve mantennero in vita le banche svedesi, strangolate dalla fuga dalla moneta nazionale verso valute più sicure. Anche la Svezia è intervenuta per salvare le sue banche e se oggi ha un rapporto debito/PIL del 45%, è anche vero che la Riksbank, la banca centrale svedese, controlla società che rappresentano più del 25% dello stesso PIL. Non esattamente il paradiso del liberismo, ma gli americani apprezzano l’intervento statale nell’economia quando serve a metterci una pezza.

La transizione dalla socialdemocrazia a quella cosa che c’è oggi, e che nessuno sente la necessità di nominare o identificare, è cominciata con la caduta dell’impero sovietico, allorché i socialdemocratici svedesi hanno imboccato l’equivalente locale della “terza via” di Blair ovvero l’adesione quasi incondizionata della sinistra europea al modello liberista. Quanto sia costata la transizione lo si ricava facilmente da un recente rapporto del parlamento svedese, che ha concluso che “Una volta sommati i contributi erogati per malattia, disoccupazione e infortuni sul lavoro, il livello massimo raggiunto nel 2010 era solo la metà del livello relativo disponibile nel 1975. Il paese un tempo egalitario oggi ha “il più rapido incremento della diseguaglianza tra i 34 paesi OECD negli ultimi 15 anni”, come ha riportato Reuter in marzo, notando che continua a crescere a una velocità quattro volte superiore a quanto non faccia negli Stati Uniti. Per qualche americano rappresenterà un modello, ma gli svedesi e gli americani in generale hanno pochi motivi per goderne.
Gli svedesi hanno infatti registrato un rapido degradarsi dei servizi sociali, presi a tenaglia tra il taglio del 50% dei fondi e la distrazione di parte del rimanente in direzione di discutibili politiche repressive. Tanto che per gli svedesi ora sono normali le storie di malasanità all’italiana: le ambulanze chiamate e mai arrivate e gli “errori” medici strappano i titoli come da noi e i tagli alla spesa sociale hanno prodotto comportamenti impensabili, tanto che sono arrivati persino a disporre la pesatura dei pannoloni usati dagli anziani incontinenti per evitare lo spreco di cambiarli quando ancora possono incamerare urina. Sussidi e servizi hanno seguito lo stesso destino, che non ha risparmiato neppure l’istruzione.

Allo svanire di una proposta e di una cultura di sinistra, ha fatto seguito il dilagare di risposte di destra ai problemi del paese e un sostanziale consociativismo dei socialdemocratici di un tempo con i conservatori, che ha avuto effetti notevolissimi sia sulla politica interna che su quella estera del paese. Il paese un tempo neutrale, non allineato e paladino dei diritti umani sembra aver dimenticato quel passato ed è passato a un atteggiamento in politica estera allineato al blocco occidentale e non solo perché con l’ingresso nell’Unione Europea è entrato a far parte anche del sistema di difesa comune. Tanto bene si è integrato nel nuovo corso che, come ha dimostrato lo scoppio di un recente scandalo, sia i governi socialdemocratici che quelli conservatori hanno agito in frode alla legge svedese sottoscrivendo un accordo per la costruzione di un’enorme fabbrica di missili e artiglierie in Arabia Saudita, vietatissimo dalla legge che proibisce affari del genere con i paesi che non rispettano i diritti umani. Per conseguire lo scopo hanno ovviamente tenuto segreto l’accordo, evitando di comunicarlo anche alle istituzioni di controllo e da quando si è scoperto l’inghippo sono rimasti senza parole in attesa che il tempo lenisca le conseguenze di questo inconveniente.

Agli svedesi è rimasta un’economia fondata sulla cogestione dei conflitti tra sindacati e imprenditori che non ha avuto lo stesso successo di quella tedesca, tanto che molte delle principali industrie nazionali sono fallite ripetutamente e hanno potuto sopravvivere solo grazie all’intervento pubblico a scongiurarne la sparizione. Un’economia che viaggia sempre di più verso i confini del neoliberismo senza dar cenni di volersi arrestare e una “crescita” teorica a spese dei cittadini delle fasce più deboli e sempre più numerose. Ai problemi degli svedesi che scivolano verso la povertà nessuno tra i governanti è stato ovviamente in grado di dare risposte soddisfacenti ed ecco allora che anche Svezia si è assistito al dilagare dell’uso degli stranieri e delle minoranze più o meno devianti come capri espiatori e al risorgere dell’estrema destra. Non è un caso che l’autore di una recente serie di omicidi nella città di Malmö sia andato a caccia di “musulmani” da abbattere e al contempo fosse convinto che “gli ebrei” fossero gli autori degli attacchi alle Twin Towers. Tanto che c’è da registrare anche come il capo dell’Office to Monitor and Combat Anti-Semitism dell’amministrazione Obama, Hannah Rosenthal, sia stata inviata nel paese per discutere quelli che sono stati descritti come i “ripetuti commenti antisemiti del sindaco socialdemocratico di Malmö“.

Non è più la Svezia di una volta e ancora meno la ricorda, se si osserva la filosofia che ha portato al cambiamento delle politiche nei confronti della droga e della prostituzione. Anche questi indicati a modello e non solo negli Stati Uniti. Cambiamenti drastici, ma ancora incerti nei risultati, anche se c’è stato chi ne ha già decretato il successo, pur in mancanza dei numeri sui quali fondare il giudizio, che gli svedesi stanno ancora radunando. L’approccio alla droga è quello della cara vecchia Tolleranza Zero modulata alla svedese: “L’obbiettivo della politica svedese contro sulla droga deve continuare a essere quello di una società libera dalle droghe“, c’è scritto nella legge, nientemeno. Gli assuntori di sostanze stupefacenti sono puniti e viene offerta loro la disintossicazione e assistenza in cambio della remissione della pena. La polizia prende sul serio la questione e può fermare le persone che “sembrano” drogate, perquisirle e imporre loro un test, i test sono usati estesamente anche nell’accesso al lavoro, Non sembra che tanta determinazione e impegno diano grandi frutti, anche perché il consumo di sostanze psicoattive in Svezia è atipico rispetto all’Europa, essendo dominato dalle metamfetamine e ovviamente dall’alcol. Basta e avanza però per provare a rivendere agli americani la fallimentare war on drugs con una spruzzata di servizi sociali a rifarne il look.
Non meno drastica l’evoluzione delle leggi che regolano i rapporti sessuali, guidata da un’evoluzione del femminismo svedese che si è guadagnata la definizione di “saudita” per alcuni evidenti eccessi, in particolare nell’estendere l’ambito dei reati sessuali con l’occhio puntato alla protezione della donna e molto distratto dalla realtà circostante. Un’azione che ha portato la Svezia a superare persino i paesi nei quali le violenze sessuali sono una piaga, nella percentuale delle denunce per stupro. Una deriva della quale è stato vittima anche Julian Assange, denunciato per stupro da una sua partner che lo accusa di aver voluto far sesso senza il profilattico. Non che accusi Assange di averla costretta, ma il fatto che secondo lei Assange abbia resistito alla sua richiesta di usarlo, è già stupro per la legge svedese, poco importa se nessuno in nessun modo ha impedito alla donna di negarsi a quelle condizioni.
Lo stesso interesse per la “protezione della donna” ha dato vita a una legge contro la prostituzione originale quanto ammirata pur se i risultati, anche in questo caso, sono ancora da soppesare. L’idea centrale è che la donna che si prostituisce lo fa perché vittima di un modello di società dominata dal maschio e che quindi è il maschio che bisogna punire. Ne consegue che la prostituta non commette reato, ma il cliente sì ed è equiparato ai “trafficanti di carne umana” che alimenterebbero il fenomeno secondo la vulgata svedese, che vede solo schiave, schiavi e schiavisti. Come nel caso della legge sulla droga, la polizia ha ampia libertà d’intervento per salvare le prostitute dai loro sfruttatori/clienti, non solo dai classici sfruttatori che commerciano in carne umana. La cosa si è spinta fino al punto che la polizia interviene nelle camere da letto dove sospetta si stia consumando lo sfruttamento ed è accaduto speso che la natura criminale dell’accusa abbia già provocato rumorosi scandali, che hanno visto protagonisti anche numerosi giudici, tra i quali anche un membro della corte suprema. Ovviamente la prostituzione non è sparita in Svezia, anche se al colmo del parossismo c’è stato chi propose di boicottare i mondiali di calcio in Germania perché avrebbero ospitato anche legioni di prostitute e di tifosi/sfruttatori impegnati a degradare le loro dignità di esseri umani. Una donna che decida liberamente di prostituirsi non lo può fare senza rischiare di mandare i clienti in galera. A lei lo stato svedese offre incentivi e modesti sussidi (quando ci sono) perché non sia costretta a prostituirsi spinta dalla necessità, l’idea che si possa trattare di una libera scelta e come tale sia praticabile liberamente non è contemplata e, dato la formulazione neutra della legge, questa  si estende anche ai casi di prostituzione che vedono protagonisti transessuali, omosessuali e professionisti pour elle. Non si tratta quindi di una posizione venata di conservatorismo o da motivazioni religiose, quanto di un “neo-moralismo” che ha sfondato anche tra i conservatori e che è giunto persino a mettere la nudità sotto accusa, tanto che sono stati montati scandali anche per poster con uomini a torso nudo e ci sono più di 500 alberghi in Svezia che boicottano pubblicamente i film porno, il tutto in nome della battaglia contro la mercificazione e lo sfruttamento dei corpi. Addio torbido “peccato svedese” e addio liberazione sessuale, adesso bisogna fare molta attenzione a una serie di regole tutte nuove e tutte estremamente limitanti.

Quella che un tempo era l’avanzata Svezia, ha qualche problema con le sue radici calviniste che ritornano a soffocare gli svedesi dopo che si erano liberati dei retaggi più imbarazzanti del loro passato. Uno dei più pesanti è la politica di sterilizzazione forzata organizzata e condotta dai governi svedesi di ogni colore, che dal 1935 al 1975 hanno sterilizzato almeno 62.000 donne svedesi colpevoli d’inquinare la razza perché disabili o semplicemente povere a giudizio del sistema istituito a presiedere la pratica, che ha visto vittime anche le orfane, sterilizzate prima essere liberate per la sopraggiunta maggiore età e le abortenti povere. Una pratica abolita nel 1976, non prima di aver piazzato la Svezia al secondo posto per numero di donne sterilizzate nella storia dopo la Germania nazista, con il governo che solo di recente ha proposto un risarcimento equivalente a 21.000 dollari per la mutilazione, ma poi non se n’è fatto niente.
Vittime di questa legge continuano ad essere i transessuali, perché ai legislatori che nel 1972 riconobbero i cambiamenti di sesso parve perfettamente normale che potesse essere concesso solo a quanti si dimostrassero sterili, rimuovendo o compromettendo quindi l’apparato genitale. Una scelta che non tutti i transessuali abbracciano, proprio per non precludersi la genitorialità e anche per la sua natura irreversibile e traumatica. Sparita la legge eugenetica è rimasta la condizione infamante e unica e così buona parte dei transessuali svedesi è costretta a vivere con documenti di un altro sesso e ovviamente ad affrontare i conseguenti fastidi. Anche questo è un problema che si cerca di risolvere da tempo, ma anche in questo caso ci devono essere forze potenti che remano contro, tanto che una pronuncia in senso contrario e recentissima, nel gennaio 2012 diversi parlamentari di diversi partiti hanno dichiarato che si oppongono all’abolizione della condizione. Spietati.
C’era una volta una Svezia e adesso non c’è più.                             

Källa: Mazzetta “Ce la possiamo fare”



La molte facce (gialle e blu) della destra svedese.


trad. "Lavoro svedese ai lavoratori svedesi"

Jmmie Akesson
ANCHE in Svezia, la destra ha una notevole rappresentanza parlamentare e alcuni partiti e movimenti che si muovono fuori dalla politica ufficiale.

DEMOCRATICI SVEDESI (Sverigedemokraterna - Sweden Democrats): Come per i progressisti norvegesi il nome non corrisponde alla posizione politica del partito. Il partito è stato fondato nel 1988 e il leader si chiama Jmmie Akesson. Alle elezioni politiche del 2010 i Democrats hanno superato per la prima volta la soglia 4% necessaria ad ottenere seggi e, col 5,7% ha messo insieme un sostanzioso gruppo di 20 parlamentari (ora ridotti a 19 per la defezione di uno di loro) su un totale di 349 seggi del Riksdag. Il partito ha 5.846 iscritti (dato 2011) e assomma 68 consiglieri di contea (su 1.662) e 612 consiglieri comunali (su 12.978). Il partito si dichiara contrario a qualunque forma di razzismo, ma la sua politica è duramente critica sul tema dell'immigrazione: troppa, in poco tempo e mettendo a rischio l'identità nazionale svedese.

Altri partiti e movimenti di estrema destra senza rappresentanza parlamentare.

DEMOCRATICI NAZIONALI (Nationaldemokraterna - National Democrats) -
Si tratta di un piccolo partito nato nell'ottobre del 2001 da una scissione dei Democratici Svedesi, il leader si chiama Marc Abramsson. Alle ultime elezioni (2010) ha ottenuto appena un migliaio di voti (0,02%) e nessun parlamentare. Nel suo programma tutto l'armamentario anti immigrazione: gli immigrati devono scendere di numero e la loro presenza non deve influenzare la cultura e le radici svedesi. Insieme a posizioni antieuropee.

PARTITO DEGLI SVEDESI (Svenskarnas parti - Party of the Swedes) - Partito di ispirazione neonazista fondato nel novembre 2008 dalle ceneri del National Socialist Front col nome iniziale di Fronte del Popolo (The People's Front). Il suo leader si chiama Daniel Hoglund. Il Partito degli Svedesi definisce la sua ideologia come basata su una forma di "nazionalismo biologico" in base al quale "gli svedesi dovranno essere svedesi anche nel futuro. Solo persone che appartengono al ceppo genetico e culturale occidentale potranno essere cittadini svedesi". Nel 2010, il Partito degli Svedesi ha ottenuto tre consiglieri municipali.

MOVIMENTO DI RESISTENZA SVEDESE (Svenska Motståndsrörelsen - Swedish Resistance Moviment) - Gruppo di chiara tendenza neonazista. Il fondatore, Klas Lund (condannato per un tentato omicidio) viene dalla Resistenza Bianca Ariana (White Aryan Resistance) come quasi tutto il gruppo originario che fondò il partito nei primi anni '90, appena uscito di prigione. Il gruppo è considerato il più pericoloso dal punto di vista della sicurezza svedese. Uno dei suoi membri Hampus Hellekant, è stato coinvolto nell'omicidio del sindacalista Bjorn Soderberg in 1999. I riferimenti culturali vanno da Hitler a Codreanu e a Robert Jay Mathews, leader del gruppo paramilitare di destra americano The Order, morto in un conflitto a fuoco con la polizia, l'8 dicembre del 1984.

 
 
källa: La Republica 27 maggio 2012
 

 

 

lunedì 24 settembre 2012

Catania - Kiruna solo andata.


Ciao Salvadore come stai?
Tutto bene spero! Sono secoli che non ci vediamo eh?
Ma guarda un pò ....Tu siciliano D.O.C. quelli con S maiuscola sei andato a finire a Kiruna più a nord che a nord si puó. 
A Catania ci sono 20 gradi a Natale e dove abiti ora non ci sono nemmeno a Ferragosto…… o quasi!

Da Catania a Kiruna solo andata...

Sembra il titolo di un film.

Sei riuscito ad ambientarti in Svezia? I suoceri sono ospitali? Anette e Daniel come stanno.

È l`inizio di una converzazione che ho avuto questa mattina con il figlio di un mio vecchio amico emigrato da qualche anno a Kiruna la città più inportante della Lapponia svedese. 

Salvadore è nato nella "Piccola Città" ma è figlio di siciliani veraci di Catania (loro ci tengono a precisare...). Rassomiglia tutto al mio vecchio amico Antonio che è anche il suo papà, non alto, moro, capelli neri ricci, fisico da pasta con le sarde come lo chiamavano noi……. sì, insomma cicciottello e tracagnotto.
Non certo il sosia di Antonio Banderas. Leggero accento siciliano nel parlare forse ereditato dal pepà, una carica di simpatia innata, una voglia di ridere e divertirsi contagiosa,la battuta sempre pronta.Voglia di studiare zero...(tutto suo padre).

Aveva iniziato lavorare molto presto. Faceva il manovale in un cantiere di materiali per l`edilizia.

Non so cosa gli prese quell’estate del ‘98 (credo). Preferì andare in ferie da solo. Anzichè andare ” giù ” o ” scendere ” in Sicilia con i suoi, come regolarmente faceva da quando era bambino. Prese la sua 500, carcò tenda e sacco a pelo e parti per Riccionei.
Diceva che quella era la volta buona… che avrebbe trovato la donna della sua vita…
Aveva ragione.

Con la sua parlantina, in campeggio conobbe Camilla, bionda, svedese, carina, alta…… 20 centimetri più di Salvatore…
L’ormone del siculo in calore iniziò ad impazzire, Salvatore stava per innamorarsene. Ma per fortuna il giorno dopo conobbe Anette, la sorella di Camilla, più vecchia di un anno…molto carina, fine, educata. Il massimo per il nostro Salvatore.

L’ormone impazzisce definitivamente. Si innamora il nostro eroe, ricambiato, dalla bella Anette. Quell’estate fu memorabile per lui. Conobbe l’amore con la ” A ” maiuscola. La prima volta. 

Fino a che non dovettero separarsi. Lui per rientrare a lavorare in cantiere e lei per terminare gli studi in Svezia.
Furono mesi rerribili i successivi per il nostro Salvatore innamorato pazzo, segnati da lunghissime telefonate in Svezia e lettere d’amore "strappa lacrime..."
Fino a che arrivarono le festività natalizie. Una sola settimana di vacanze. Volò per la prima volta ed arrivò a Kiruna dalla sua Anette che nel frattempo si era laureata a pieni voti in economia e commercio.

Fu proprio in quella settimana di Natale che decidettero di sposarsi. Di venire a vivere in Italia. A Roma, dove lui, nel frattempo, avrebbe  trovato un lavoro meglio retribuito per coronare il suo sogno d’ amore ed avere la possibilità di offrire ad Anette una vita migliore.
Lo fecero l’anno successivo.

Un appartamentino di due stanze ammobiliato per i primi tempi, poi nel caso… un mutuo per comprare un appartamento tutto per loro.
Anette però non riesce a trovare lavoro. Baby-sitter per qualche tempo, commessa part time (quando serve...). La sua laurea non le permette molto da noi.
Un paio d’anni più tardi nasce Daniel, un bimbo splendido, biondo come la mamma, di Salvatore prende solo il carattere. Casinista fin dalla culla.

Per tre anni Anette fa la mamma quasi a tempo pieno. Lavora solo Salvatore. Il sogno dell`appartamentino si allontana sempre più, fino a quando, grazie ad internet, Anette spedendo curriculum a destra e manca trova lavoro propio a Kiruna in una filiale di una banca svedese. Finalmente lei ora può sfruttare la sua laurea e la sua preparazione. Dovrá partire dalla gavetta s´intende, ma per lo meno è ciò che ambiva fare. Lui logicamente la segue con la prospettiva di rilevare, insieme al fratello di Anette un chiosco (kiosk) di famiglia della mamma di lei e continuare così l’attività.
Ecco perciò la nostra famigliola trasferirsi a Kiruna con sommo dispiacere della mamma di Salvatore che purtroppo non ha più l’opportunità di vedere il nipotino così spesso, ma tant’è…..   così è la vita.

Sono ormai più di sei anni che abitano in Svezia. Daniel è un bambino intelligente, che va molto bene a scuola e conosce già due lingue, Italiano e Svedese. Anette piano piano ha fatto carriera in banca, ora è vice-direttrice della sua piccola filiale. Vivono in una bella villetta alle porte di Kiruna...

E il nostro Salvatore? 

Anche a lui non va male. Gli affari girano bene. Ha appena ingrandito e rimodernato il suo "Kiosk" . Insomma bel negozio, ampio, moderno che lavora bene. 
Perchè ho voluto raccontare questa storia?

E’ la storia del figlio di un mio caro amico. Bella e positiva. Un bell’esempio di vita felice.
Catania - Kiruna solo andata.

venerdì 21 settembre 2012

Un pò di ottimismo per la nostra Italia, per favore...


In questi miei giorni italiani anche io ogni tanto apro i giornali ed ascolto i telegiornali.

Devo ammetterlo, lo faccio raramente, perché spesso, troppo spesso, quotidiani e televisioni ci riempiono di notizie negative...

Parlano di crisi, di morti sulle strade, di droga e di ogni altro aspetto negativo, enfatizzandoli al massimo.

Mai che raccontino, una sola volta, delle tante cose belle che accadono in giro per la nostra amata Italia.

Dei tanti italiani che si danno da fare. Che si rimboccano le maniche e, nonostante la crisi, riescono ad ottenere dei risultati apprezzabili.

Dei tanti fatti positivi, che accadono ogni giorno, in ogni città italiana.

Forse perchè le notizie cattive vendono più copie e portano più ascolti? Evidentemente sì.

Ma io non mi arrendo. Sarà anche vero, ma da questo blog vi invito ad avere un pò di ottimismo.

Vi invito a pensare che non ci sono solo crisi e problemi vari, bensì anche opportunità.

Quando da giovane, lavoravo a "Pålsboda" nella contea di "Örebro," un piccolo impreditore di nome Helge, mi insegnò che proprio dai grandi problemi e dalle grandi crisi, nascono "grandi opportunità".

Quindi, resto della mia idea: spengo la televisione, chiudo i giornali e nutro la mia mente di sano ottimismo.

Ciò, non vuol dire che ho gli occhi foderati di prosciutto e non voglio accorgermi dei problemi che ci sono.

Significa solamente che preferisco fare come sempre. Sfruttare le opportunità che mi capiteranno piuttosto che attendere passivamente gli eventi, lamentandomi.

Un pò di ottimismo, per favore!

Buon Week end Buon fine settimana da franco.




mercoledì 19 settembre 2012

Per tutti voi che vi volete bene....



…. non importa se siete fidanzati, marito e moglie, genitori e figli, fratelli e sorelle o semplicemente amici, questa canzone è dedicata a tutti voi che volete bene e provate affetto per un`altra persona.
Vi regalo ” Your Song ” di Elton John,.
( è un po’ di annata!!!)

Your Song
It’s a little bit funny this feeling inside
I’m not one of those who can easily hide
I don’t have much money but boy if I did
I’d buy a big house where we both could live
If I was a sculptor, but then again, no
Or a man who makes potions in a travelling show
I know it’s not much but it’s the best I can do
My gift is my song and this one’s for you
And you can tell everybody this is your song
It may be quite simple but now that it’s done
I hope you don’t mind
I hope you don’t mind that I put down in words
How wonderful life is while you’re in the world
I sat on the roof and kicked off the moss
Well a few of the verses well they’ve got me quite cross
But the sun’s been quite kind while I wrote this song
It’s for people like you that keep it turned on
So excuse me forgetting but these things I do
You see I’ve forgotten if they’re green or they’re blue
Anyway the thing is what I really mean
Yours are the sweetest eyes I’ve ever seen

È un po’ divertente
questo sensazione che ho dentro
Non sono uno di quelli
che riescono a nasconderlo facilmente
Non ho molto denaro,
ma, dannazione, se l’avessi
comprerei una grande casa
dove potremmo vivere entrambi.
Se fossi uno scultore, ma anche se non lo fossi
o uno che prepara pozioni
in uno show itinerante
So che non è molto,
ma è il meglio che posso fare
Il mio regalo per te è la mia canzone
e questa è per te
E puoi dire a tutti,
che questa è la tua canzone
Forse è molto semplice
ma ormai è fatta.
Spero che non ti dispiaccia,
spero che non ti dispiaccia
quello che ho messo per iscritto
Come è meravigliosa la vita
ora ce ci tu sei nel mondo.
Mi sono seduto sul tetto
e ho tolto il muschio con un calcio
Allora alcuni versi
beh, mi sono proprio girati nella mente
Ma il sole è stato davvero gentile
mentre scrivevo questa canzone
È per le persone come te
che lo tengono acceso
E scusami se l’ho dimenticato
ma è una cosa che mi succede
lo vedi, ho dimenticato
se sono verdi o azzurri
comunque ciò che conta,
quello che voglio davvero dire,
è che i tuoi sono gli occhi più dolci che ho mai visto
E puoi dire a tutti,
che questa è la tua canzone
Forse è molto semplice
ma ormai è fatta.
Spero che non ti dispiaccia,
spero che non ti dispiaccia
quello che ho messo per iscritto
Come è meravigliosa la vita
ora ce ci tu sei nel mondo.
Spero che non ti dispiaccia,
spero che non ti dispiaccia
quello che ho messo per iscritto
Come è meravigliosa la vita
ora ce ci tu sei nel mondo.
Spero che non ti dispiaccia,
spero che non ti dispiaccia
quello che ho messo per iscritto
Come è meravigliosa la vita
ora ce ci tu sei nel mondo.

(vagabondo)

sabato 15 settembre 2012

Eccomi "Piccola città"


Eccomi “Piccolo città”, ritorno. Determinato più che mai.  Forse. Mi faccio gli affairi miei io.  
Non mi spreco nelle critiche inutili. Nei rimpianti, scelte sbagliate, illusioni  Non vale la pena. 

Percorso inesorabile la vita. Soffrite, voi?  Spero di sì.  Il ché vorrebbe dire che siete umani. Non presi dalla vita quotidiana, routine, famiglia, obblighi, lavoro, correre al supermercato,la partita di hockey su giaccio… Ma chi se ne frega della partita di hockey su giaccio.  Una vita di sacrifici, tanto per essere persone cittadini modello, per bene, decenti, morali. Sacrifici, rinunce, dolori,sofferenze non contano. Perché tanto poi andiamo in paradiso.  

Ma ci sono tutte le cose a cui abbiamo rinunciato, in paradiso?  Probabilmente no!  Accidenti al paradiso, ma chi ci vuole andare.  Io lo voglio oggi, adesso, questo momento.  Che non tornerà mai più.  “Cogli l`attimo, live the day, carpe diem, my friend”.   Comunque, sono in arrivo;

“Piccola città”.

Meno di due giorni.  Facciamo i conti , vero? Ma no, scherzo. Più o meno. Un dolce settembre a tutti!
(vagabondo)


lunedì 10 settembre 2012

Pericolo di caduta

Le statistiche odierne sono come i bollettini di guerra quando riportano il numero dei caduti e dei dispersi. La sorte di un uomo é una dramma, quella di un milione di uomini un dato statistico,

Vi propongo un lungo articolo comparso oggi sul giornale greco Ekathimerini, che narra lo storia del sig. Karachalios, 40enne, dapprima rappresentate farmaceutico nella città meridionale di Patrasso, buon stipendio, auto di servizio, refusioni a piè di lista. Coinvolto dalla depressione ha perso il lavoro: non per una sua particolare colpa, ma solo per il fatto di essere un greco che per sorte viveva in un paese devastato dalla crisi. 

Dal 2008, il numero dei disoccupati è più che triplicato ad un record di 1.22 milioni a partire da giugno, su una popolazione totale di 10.8 milioni. Portato all’orlo della disperazione, Karachalios é emigrato in Svezia, adattandosi a fare lavoretti e quindi decidendo di accettare la proposta di nettare le toilette.“Sto cercando di sopravvivere” Karachalios ha detto in un’intervista a Stoccolma.
 “É difficile qui, molto difficile. Io avrei preferito stare in Grecia. Ma non c’é lavoro.“

I guai sono cominciati all’inizio del 2010, quando il governo greco, che forniva un’ineccepibile quanto costosa assistenza sanitaria, ha dovuto effettuare incisivi tagli alle spese. A modo suo, peraltro, non riducendo le spese statali ma obbligando le case farmaceutiche a tagliare i prezzi di ben il 27 per cento. Il debito statale é stato semplicemente scaricato sui privati. Di conseguenza, per ridurre i costi, il suo allora datore di lavoro Pharma Swiss lo ha licenziato.
Karachalios cercato altri posti di lavoro: ha passato due mesi nel 2011 come televenditore, ma ha lasciato perché gli stipendi non erano pagati.

Aveva un amico in Svezia: “Sapevo che sono molto bene organizzati“, ha detto. “Ognuno paga le tasse ed è giusto. Non vi è alcun inganno“.
L’amico lo aiutò a trovare una stanza in affitto per 4,500 corone svedesi ca.500 euro al mese per una stanza in un tranquillo complesso di appartamenti che ospita gli altri immigrati, molti dei quali provenienti dal Medio Oriente.

Con il suo background specifico, Karachalios ha cercatp dapprima un posto idoneo, ma “‘stato respinto senza un colloquio perché non parla svedese”Ora la sera, se ne ha le forze, studia svedese.
In Grecia, Karachalios aveva uno stipendio tra i 2,500 e 3,000 euro al mese, al netto delle imposte. Adesso lavora per un’impresa di pulizie percependo 1,907 Usd al mese per quaranta ore settimanali piene. Un giorno fanno la pulizia in scuola elementare. Karachalios ha il compito di pulire le decine di finestre con doppi vetri. Negli altri giorni, si puliscono pavimenti. In tasca, si porta una lama di rasoio per raschiare la gomma dal linoleum. Mantiene la pulizie delle toelette. Ma non se ne sente umiliato, anzi.

“Stavo facendo qualcosa di più affascinante, ma non mi dispiace questo lavoro“, ha detto. “Mi sento di nuovo vivo. Quando si è troppo a lungo disoccupati, è molto difficile. Ero arrabbiato per tutto il tempo.” Adesso, «mi sento nuovamente vivo».

“É stato un ottimo lavoro“, ha detto Karachalios parlando della sua vita precedente. “Ora devo pulirei cessi  svedesi“. La ripresa della scuola questo mese significa però la fine del contratto dalla società di pulizie.

Colpisce la profonda saggezza di una sua frase:

«É possibile pianificare, è possibile organizzare, è possibile fare progetti per 10 anni, 20 anni, ma non si sa mai quello che porterà la vita».
Spesso la realtà riserba ciò che prima sarebbe parso addirittura impensabile: un Cigno Nero.

Ma, Amici miei, era proprio così impensabile?

Pensiamoci bene: presto anche per gli Italiani?
Källa: il blog di Giuseppe Sandro Mela.



domenica 9 settembre 2012

Patriota a cinque cerchi



Quando si vuol denigrare l`Italia spesso si parla di “veline” o ragazze poco vestite. 
Invece i risultati raggiunti dalle nostre ragazze alle paraolimpiadi dimostrano esattamente il contrario, una di loro ANNALISA MINETTI (non vedente), è stata addirittura miss Italia, ma non ha esitato un momento a trasformare le sue gambe da miss in gambe d`atleta.

Cecilia Camellini
Grazie Ragazze!!!  Rappresentate l'Italia molto meglio dei professionisti tanto lodati dai media e dal gossip nostrano (vedi la Pellegrini…) 

Chissà cosa avrà pensato la Pellegrini quando ha visto CECILIA CAMELLINI nuotatrice come lei (non vedente) vicere la gara dei cento metri sfoderando un sorriso di gioia che vale più di 1000_medaglie

Ancora grazie ragazze! Voi tutte ci avete dato una lezione lampante di cosa vuol dire centrare i risultati!

Brave!


sabato 8 settembre 2012

Doppi sensi alla svedese.

Oggi a Stoccolma è stata una bella giornata, ne ho apprifittato per fare un pò di jogging  al ritorno la mia panchina abituale (quella dove riprendo fiato…) era occupata dalla Signora Ingrid una mia dirempettaia con la quale scambio volentieri qualche parola ma per via delle ferie era circa un mesetto che non la vedevo.

La Signora Ingrid è una donna sulla settantina, ben portati, elegante, fine, allegra e spensierata con la battuta sempre pronta, unico neo ha deciso di imparare l`italiano e mi apostrofa sempre con qualche frase incomprensibile.

Questa mattina dicevo, la vedo seduta sulla ”mia panchina” anche lei reduce da un giro di jogging.Ora si gode gli ultimi raggi sole e la saluto.

” Ooohh, buongiorno Ingrid, ben tornata. Sono finite le ferie eh!!!! Tutto bene??? “
Ingrid sorridendo mi risponde: ” Sì, sì siamo rientrati sabato sera, tutto bene Franco, ma guarda oggi sono già stanca. “

Eh là, già stanca. Cos’è, mi soffre anche lei da stress da rientro??? “

” Ma no! ” ……e ride ” E’ che sono stanca perché……….. ” e continua a ridacchiare ” ……perché é tutta la mattina che inseguo un uccello!!!!!!!!!!!!!

Resto esterefatto, ” Un uccello? “ (dice propio UCCELLO, in italiano!)

” Ma sì, il mio nipotino, ha aperto la gabbietta del pappagallino….. ed é volato via. “
Prosegue sempre sogghignando: ” Così é da stamattina che ’sto benedetto uccello svolazza nel salotto senza allontanarsi la porta del balcone è aperta, ma senza nemmeno farsi prendere. E’ là sulla libreria che mi guarda ’sto str…o! “

Poi mi guarda fisso negli occhi e tuona:” Pensa te non correvo dietro agli uccelli…… a vent’anni per farlo a settantadue “

Cerco di di darmela a gambe.Ormai ero quasi piegato in due dal ridere : Raggiunto l`androne mi volto e le grido sorridendo:“ Signora Ingrid, non smetta adesso però!!!!!!! “
……. Che mito ’sta donna!!!!!



giovedì 6 settembre 2012

Non avrei mai voluto parlare di questo argomento…


… ma alla fine non ce l’ ho fatta. Non ho potuto farne a meno.
Ecco. Era già capitato qualche tempo fa e non lo avevo scritto. Ma oggi oggi è successo di nuovo

Sto parlando di solitudine. Solitudine che spesse volte ha come bersaglio persone come me: “un pochino anziane,” con minori difese, sia fisiche che psicologiche di un giovane.

Come spesso accade quando stò in Svezia, questa mattina per tenere a bada il valore glicemico mi sono fatto una lunga passeggiata. Poi come sempre al ritorno è mia abitudine sedermi sulla solita panchina, sotto casa mia per "ripendere fiato..."

Oggi mentre "cercavo"  di riprendere fiato si è avvicinato un signore sulla settantina...???. Per la verità, un pochettino eccentrico nell’ abbigliamento. Pantalone grigio scuro, camicia fucsia tinta unita, cravatta multicolore con venature gialle, nere e rosse, maglione di lana grigia di lana di circa una taglia più grande del dovuto. Non molto alto per essere svedese, la pancetta appena pronunciata, i capelli biondicci sembrano tinti un po’ lunghi dietro e occhiali da vista calati a tre quarti sul naso. 

È un vicino di casa, già visto in una riunione condominiale, ma con cui non ho confidenza e con il quale non mi sono mai soffermato a scambiare più di due parole.
Riconoscendomi, si rivolge a me dicendo: ” Sei tu che hai scritto il programma per le prossime pulizie autunnali, vero? “


Mi volto verso di lui sorridendo e rispondo: Oh, Buongiorno. Sì, sono io che ho scritto il protocollo. “
” Complimenti, bravo. Ancora non l’ ho letto, ma bravo! ”


( Ma non è meglio fare i complimenti dopo averlo letto? Metti che l`ho scritto male! Ma tanto oramai...! )
” Hai figli? ” ( si salta di palo in frasca )


” Si, ne ho due!  E due nipoti“
” Ecco bravo, i tuoi saranno stati educati all`italiana, così almeno ti verranno a trovare. Anche io ne ho due, ma non li vedo mai.  Troppo impegnati a farsi gli affari loro. Ed ora che non c’ è più mia moglie… sono solo. Sono solo come un cane!! Soffro di solitudine. Soffro molto di solitudine! 
E’ brutto, bruttissimo sai!


Resto per un paio di secondi immobile in silenzio ad osservare quell’ uomo, apparentemente simpatico, ma allo stesso tempo schivo…Vorrei spiegargli che purtroppo in Svezia è un male commune (anche mio…) Ma lui taglia corto:” Scusa il mio sfogo. Non voglio disturbarti oltremodo. Buona giornata. “
” Buongiorno a lei. Arrivederci. “

Continuo ad osservare l’uomo dirigersi verso la sua automobile. Mi ha un pò colto di sorpresa il suo sfogo. Confesso di essere rimasto senza parole.


La mattinata é passata in fretta. Ma con un piccolo retrogusto amaro.




mercoledì 5 settembre 2012

L’insospettabile

 Maria Carlshamre
Vive in Svezia da 45 anni. Un giorno a vent’anni vi andò forse a cercare le bionde e non è ancora tornato. Sul suo blog bilingue, Franco: dalla Svezia con amore [...], qualche giorno fa ci ha ricordato qualcosa della Svezia che non è molto divulgato, ma comunque già in circolazione da diversi anni. L’insospettabile ha molto a che fare con le disavventure o con le sciagure che colpiscono le donne. E’ che la Svezia, il luogo dove forse è più alta l’attenzione per la parità, sta ai primi posti in Europa per violenze sessuali sulle donne. E gli altri paesi scandinavi non sono molto distanti. La Svezia è un mito per alcuni atti legislativi di civiltà che in altri paesi sono arrivati in seguito o non sono mai arrivati. Per esempio è stato il primo paese europeo a sanzionare, a qualsiasi titolo, le punizioni corporali sui bambini già nel ’79, contrariamente ad altri paesi dell’Unione che ancora non vi hanno provveduto (anzi il famoso scapaccione viene ritenuto perfino utile). Per l’otto marzo 2010 Amnesty International sul problema dello stupro nei paesi scandinavi rilanciava un appello speciale, fatto già l’anno prima (6/3/2009) in seguito all’allarmante rapporto del 2008.   
“Nel rapporto del 2008, intitolato “Il caso è chiuso: stupro e diritti umani nei paesi scandinavi” Amnesty International sottolinea come le donne che riferiscono alla polizia di essere state stuprate hanno una piccola possibilità che i loro casi siano giudicati da un tribunale a causa delle barriere che incontrano nelle leggi e nelle procedure e a causa delle norme stereotipate relative al comportamento sessuale di uomini e donne. Il pregiudizio di genere, inoltre, interferisce ad ogni livello dell’iter legale intrapreso dalle donne sopravvissute. Di conseguenza molti responsabili non sono mai stati chiamati a rispondere dei loro reati.” Viene in mente Ciudad Juàrez (ma le realtà complessive sono enormemente diverse e non paragonabili) per il muro di gomma che si può avere anche nel fior fiore del primo mondo e con tanto di fiore all’occhiello in tema di parità.
Ad un aumento dei casi di violenza sessuale, per es. di 140% negli anni ’80-2000, non corrisponde in proporzione un numero conseguente di condanne, statisticamente fermo come indice agli anni 60-70.
Nel suo blog, Franco Fazio, conoscendo bene ormai la Svezia e vivendoci da 45 anni, afferma che tutt’oggi statisticamente una persona rischia più di subire uno stupro che una rapina.
Volete sapere – racconta Lilli Gruber - che faccia ha una donna che è stata maltrattata e picchiata per anni dal marito? Eccola. Così ho conosciuto la prima volta, a un dibattito al Parlamento Europeo per la Festa della Donna nel 2005, la giornalista Maria Carlshamre. La sua denuncia ha squarciato un velo che per anni ha nascosto una verità inconfessabile.
Pubblicamente, in diretta televisiva, Maria trova il coraggio di denunciare suo marito, mandando in mille pezzi il grande porta-ritratto di cristallo con la foto cartolina della Svezia.
«Volete sapere che faccia ha una donna che è stata picchiata? Eccola. Mio marito abusa di me da più di dieci anni». Immediatamente licenziata. Avevano tentato in ogni modo di dissuaderla, dove lavorava.  Uno shock per il paese. Appena rotti gli argini molte altre donne rivelano di essere state malmenate e stuprate. Il dato costante europeo è che la maggioranza dei casi di violenza, intorno al 70%, avviene in famiglia. Questo conferma con chiarezza che il filo rosso del patriarcato annoda ancora la struttura societaria ancestrale a quella moderna. Una triste realtà di sopraffazione emerge con forza nel paese della più avanzata parità di genere raggiunta. Meno di un quarto delle donne che subiscono violenza sporge denuncia, il resto per paura di ritorsione, paura di non essere credute, per vergogna, subisce in silenzio. Gli agenti che ricevono le denunce tendono più a sminuire e ridimensionare, che a perseguire la reale e completa entità del fatto violento, in un eccesso di garantismo insospettabile a rovescio. 
(http://udireggiocalabria.
wordpress.com/2010/08/11/
linsospettabile-1/)
Conclude il corrispondente bloger dalla Svezia: … è parere comune tra gli ufficiali che le donne che denunciano questo tipo di crimine “stiano mentendo o si stiano confondendo”. Questo atteggiamento dei poliziotti genera un fenomeno denominato “attrito”: le donne preferiscono non denunciare l’accaduto, o far cadere le accuse in un secondo momento. La condizione degli stupratori in Svezia è quindi di sostanziale impunità. «Dobbiamo cambiare l’immagine di noi stessi. Non siamo i campioni del mondo dell’uguaglianza» è l’amara riflessione di Maria Carlshamre divenuta in seguito parlamentare europea.

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Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.