Io alla globalizazione non ci credo forse perchè c`è troppa
America in giro, troppe scarpe Nike, troppa Ikea… Ikea per me è una
persecuzione c`è anche a Roma: via Anagnina a due passi da casa mia e dalla
Ericsson dove lavoravo. Quando ragazzo di belle speranze abitavo a Roma
(nell`altro
secolo) per fortuna ancora non c`era, nemmeno a Stoccolma a dire il vero
l`hanno costruita poco dopo il mio arrivo
(sempre nell`altro secolo.) Sempre
vicino casa mia e quarda caso anche dove lavoravo
(sempre in Ericsson.)
Quando sono stato a Roma l`ultima volta i miei parenti
vedendo che mi annoiavo ed anche per torgliermi un pò da
"le scatole"
mi hanno detto:
"Vai a vedere l`Ikea è molto svedese sai…" (che vepossino ho
pensato io…) ebbene
SI! confesso mi sono incuriosito e ci sono stato, arrivato
in macchina ho subito notato che il parcheggio è gratuito. E’ nella filosofia
di Ikea: tanti servizi, tante coccole ai clienti, costi contenuti… Entrate nel
percorso guidato per il parcheggio. Basta seguire le frecce della segnaletica
orizzontale… L´illusione di stare a Stoccolma dura poco, un inserviente mi
indica un cortello con scritto sopra
“ P-pieno” e mi invita gentilmente
ad uscire. All`uscita indovinate chi c’è …? l’immancabile parcheggiatore
abusivo autorizzato
(autorizzato dagli altri abusivi) che dice:
“Dottó
venga che c`è posto” Va bene. Proseguo secondo le sue indicazioni,facendo
attenzione a due macchine che arrivano contro mano. Per uscire naturalmente la
strada da fare è minore se esce si dall`entrata
E’ questione di principio: la
benzina costa. Quindi c’è sempre un romano contromano. Ma è anche questione di
territorio:
chi so’ sti cazzo de svedesi che comminano ‘a casa nostra?! Va
bene. E’ Ikea Roma. Il parcheggio si trova seguendo le indicazioni del
parcheggiatore abusivo autorizzato. Se piove Ikea naturalmente fornisce
all’ingresso del negozio bustine trasparenti per contenere gli ombrelli
bagnati ed evitare lo sgocciolamento in giro. A Roma per evitare che il romano
distratto dimentichi la busta o ne faccia scorta per chessò uso di congelatore,
il parcheggiatore abusivo autorizzato vi risparmia la fatica di cercare il
sacchetto
(si presume che voi siate passati già per i negozi Ikea sparsi in
Italia, e siate quindi alla ricerca dei sacchetti: rinunciate, non li
trovereste mai). Costo:
"Dottò faccia lei!"
Mettiamo che non piove. Avrete guadagnato l’ingresso e
cercate il posto per depositare il figliolo al seguito. Rinunciate: all’inizio
c’era il servizio di baby sitting. Ora non c’è più: i bimbi romani saltano,
rotolano, si moltiplicano, si rompono e i genitori chiedono i danni. Se non
avete figli, cercherete matite e metro di carta. Rinunciateci: prima di voi è
passata la famiglia Scortichini che ha bisogno di matite in quantità
industriale. Comincia il giro. Ci sono le stesse frecce orizzontali del
percorso parcheggio. E’ inutile: cercate di orientarvi seguendo i cartelli
affissi al soffito, che indicano i settori. Se c’è contromano in auto,
immaginate a piedi.
I settori più belli sono quelli dell’abitazione tipo, dei
divani, delle cucine e delle camere da letto. Nel primo troverete la classica
famiglia composta da suocera, suocero, giovane coppia con quattro bambini, zia
e zio, nipoti e amici degli zii che guardano con aria di superiorità la
gigantografia di un fichetto svedese che tutto sorridente dice: “Vieni a vedere
la mia casa, io vivo in 30 meri quadrati”. E nei trenta metri sono compresi
camera da letto, soggiorno, salotto, cucina, bagno e studio con un intricato
sistema di armadi a muro e soppalchi. La famiglia allargata, che vive tutta
nella stessa casa di 30 metri quadrati, passa oltre.
Nel reparto divani, Ikea dà il meglio di sé nella
dimostrazione della resistenza dei suoi prodotti: può resistere un divano letto
alla pressione di quattro bimbi più nonna che è ”stracca morta” e je
gira "la brocca"?! può! Nel reparto cucine scoprirete che i
romani hanno bisogno di un miliardo di scomparti per tutte le conserve che si
producono mediamente in una famiglia.
Nel reparto camere da letto i romani non si soffermano:
manca lo stile barocco roccocò in vero truciolato laccato del finto stile
impero che si usava a Venezia ai tempi del doge. Il vostro giro ovviamente
prosegue sempre tra la transumanza pluridirezionale. E in tutta questa “ammucchiata”
vi accorgerete che lo svedese, sì i termini svedesi sono molto simili a certi
termini italiani. Che ne so: il divano Klippan è come il flipper,lampa "è
na lampadina" e così via…
Vi siete stancati? avete fame? c’è il ristorante. A
Stoccolma troverete tavoli da otto dove sono sedute due persone, o quattro che
tra loro non si conoscono.
A Roma troverete due tavoli da otto opportunamente
accostati per far spazio alla famiglia.
Troverete che l’angolo dei condimenti e accessori ha oliera
e acetiera legate con lo spago al carrello, così come il cavatappi. E lo spago
non è un filo continuo, ma una cordicella con una serie di nodi, perché lo
spago si taglia, lo strumento si porta a tavola e, se va bene, si riporta al
carrello e si riannoda.
A Stoccoma vedrete una fila ordinata. A Roma nonostante
le transenne c’è sempre l’ingorgo in un punto: quello delle posate. Non
chiedetemi il perché. A Stoccolma ci sono i vassoi. Anche a Roma, ma a Roma
hanno aggiunto il carrello stile areoporto: potrete inserire i vassoi ben
impilati per tutta la famiglia che occupa i due tavoli da otto accostati.
Dopo pranzo viene il bello. C’è il mercato. Si scende al
piano terra. Quella scritta enorme che campeggia (mercato) è un’istigazione a
delinquere per i romani. Se non vi siete mai accostati a un mercato romano non
potete capire. Dunque, nel mercato del negozio Ikea ci sono quei cestoni cubici
dove è depositato sempre lo stesso oggetto ma in quantità industriali. Il
romano, per il solo fatto di trovarsi in un posto con la scritta
“mercato”,
deve scegliere:
“Pija questo che è mejo!”, “No, pija quest’altro”. E’ così.
Non perdetevi il reparto tessili, dove ci sono i tessuti a
metraggio per le tende. Assisterete a splendide disquisizioni tra commessi e
clienti sull’arredamento di “mia cognata Domidilla che ha un mezzanino
vicino a quello di zia Carolina, su a Monte Mario". Avete presente il
mezzanino all’angolo vicino alla salumeria da "Il norcino de Norcia?”.
La vostra visita sta per concludersi, arriva il momento delle casse. La fila
non c’è: c’è il girotondo. Dopo aver pagato forse dovrete impacchettare
qualcosa: ci sono i banchi con la carta da imballaggio gratis. Gratis significa
gratìs, non a metro. E la carta da imballaggio in una casa romana serve sempre.
Come i cataloghi di Ikea. Gratis anche quelli e in una famiglia allargata non
si può litigare per chi debba sfogliare il catalogo per primo. Avete finito la
vostra giornata di shopping al’Ikea? bene, adesso fate attenzione all’uscita.
Il parcheggiatore abusivo autorizzato vi dirà che ha
controllato la macchina, ha pulito il parabrezza e ha evitato che qualcuno
parcheggiasse in doppia fila per non farvi uscire. Ovviamente non vi aiuta a
caricare la spesa.
“Dottò avete speso tutti li sordi?, nunè che ve c`è avazato cuarche cosa NO
è…?!”.
Alla prossima...