venerdì 18 gennaio 2013

Oggi compio 68 anni. (Auguri Nonno)


Oggi compio 68 anni, è una bella età. Sono un pò acciaccato, valori gliciemici altenelanti e dolorini vari, ma non mollo!!! Ho letto sulla rete che i nati il 18 gennaio non si allontanano mai troppo dal bambino giocoso che hanno dentro e se, di tanto in tanto, può accadere che vengano rimproverati per la loro ingenuità, raramente li si può, invece, accusare di essere calcolatori, avari e opportunisti.

Come genitori sono, in genere, eccezionali, perché hanno una grande capacità istintiva di comprendere ciò che i propri figli desiderano, specie nella fase pre-adolescenziale.
Come figli invece hanno spesso enormi problemi in famiglia, soprattutto nella fanciullezza e durante l’adolescenza.

I nati il 18 gennaio amano vivere in maniera spensierata ed hanno bisogno di stimoli e avventure sempre nuove.

I nati il diciottesimo giorno dell’anno, devono prestare particolare attenzione a non avere rapporti troppo stretti con individui bizzarri, ambigui o complicati, dei quali potrebbero, in seguito, avere difficoltà a liberarsi.

Qualche pregio: Fantasioso, Divertente, Particolari.  
Qualche Difetto: Ingenuo, Distratto, Immaturo. (e te pareva…)

 

sabato 12 gennaio 2013

Anche in Svezia di mamma ce n’ è una sola...!

Tagliare le tasse senza rivoluzionare lo stato sociale: è la sfida su cui si sta ancora misurando il governo di Stoccolma, coalizione di centrodestra riunita sotto la bandiera di Alleanza per la Svezia. Nel settembre 2006 nove milioni di svedesi hanno dato loro fiducia preferendo un governo conservatore al partito mamma socialdemocratico che li ha governati per ca.70 degli ultimi 75 anni.

Non è facile vivere per decenni all’interno di un mito, quello della «società più baciata dal successo che il mondo abbia mai conosciuto», secondo la definizione che il quotidiano britannico The Guardian ha dato del modello svedese.
Fredrik Reinfeldt
Purtroppo però anche il sistema sociale più ammirato e invidiato al Mondo alla fine può venire a noia, creando motivi di delusione e scontento.

Così gli svedesi il 6 ottobre del 2006 hanno scelto l’attuale premier Fredrik Reinfeldt, classe 1965(anno del mio arrivo in Svezia), leader dei moderati: aveva saputo suonare il flauto ammaliatore del taglio delle tasse e usato molta cautela nell’annunciare il ridimensionamento del sistema previdenziale, ormai parte del DNA nazionale, tanto che un attacco alla socialdemocrazia viene interpretato come una minaccia alla Svezia stessa.

Le promesse elettorali sono state mantenute: il ministro delle Finanze Anders Borg ha ridotto ancora le tasse di 1,2 miliardi di euro, che si aggiunge al primo taglio di 4,17 miliardi.  Il 2007 ha visto la fine della «wealth tax», la tassa sulla ricchezza istituita nel 1947 (odiatissima da miliardari come il patron dell’Ikea Ingvar Kamprad o il tennista Björn Borg che per evitarla si sono trasferiti in paradisi fiscali), un balzello dell’1,5 per cento sui beni posseduti oltre 1,5 milioni di corone, pari a 166 mila euro.

È solo un ricordo anche la tassa sulla proprietà immobiliare, sostituita da un’imposta municipale per un massimo di 650 euro l’anno sulle ville unifamiliari e di 130 euro per gli appartamenti.
Il terreno più insidioso su cui il premier Reinfeldt ha dovuto muoversi è quello del ridimensionamento del welfare: "Ci deve essere una maggiore differenza di trattamento fra i lavoratori e chi non lavora" aveva dichiarato in campagna elettorale. Uno dei primi obiettivi della coalizione è stato ridurre i sostanziosi sussidi di disoccupazione, ritoccando al ribasso le indennità a chi resta senza impiego (80 per cento del salario per i primi 200 giorni, 70 per cento fino a 300 giorni, 65 per cento oltre quel periodo).

Altra mossa per stanare chi si crogiola nel confortevole ambito assistenziale è stata il rincaro del contributo assicurativo sulla disoccupazione. Con una conseguenza: 335 mila disoccupati non hanno pagato la quota dall’inizio 2007 e sono privi di protezione, accusa; LO, il potente sindacato svedese.

Il governo li considera piccoli cambiamenti, ma sono sufficienti per allarmare l’opinione pubblica.Nell’ultimo sondaggio la coalizione governativa è scesa di diversi punti: se si votasse domani i socialdemocratici tornerebbero a governare la Svezia.
Come dire che...: Anche in Svezia di mamma ce n’ è una sola...!

 

giovedì 10 gennaio 2013

"Venite tutti in Svezia..."


Venite tutti in Svezia: Gran gnocca che la dà facile, fighi vichinghi idem. Stato ricco mi ci ficco. Vivere senza lavorare. Servizi eccelsi. Il paradiso del Welfare e il Welfare del Paradiso. Il socialcapitalismo è possibile. In Svezia sì. In Italia no.Purtroppo anche questo mito è crollato: a parte gnocca e fighi.  (Sfuggono a qualsiasi statistica).

Qualche arida cifra:
Nel 1970 la Svezia era il quarto stato più ricco al mondo. Oggi è al 14mo posto, il prodotto procapite è stato di 25.660 $ contro 31.000 in Svizzera. La corona svedese negli anni '70 valeva 1,20 franchi svizzeri, ora è scivolata a 17 centesimi. 1 CHF = 7.0771 SEK.

In realtà il modello svedese ha potuto sopravvivere grazie alla azione di imprese capitalistiche di tutto riguardo come; Volvo, Sony Ericsson, Ikea, e grazie a serie liberalizzazioni nel settore della telefonia, dell'energia, dei trasporti etc.

Tuttavia, come in tutta l'Europa, i parametri di una economia non sana sono dati dall'occupazione. l'Europa cresce dell'1% e ha il 9% di disoccupazione. La Svezia sembrerebbe al 6% di disoccupati. In realtà sono molti di più difatti i disuccupati mandati a scuola per corsi di formazione professionale non figurano nelle liste di disuccupazione, fonti più approfondite parlano di un tasso calabrese: il 20% di senza lavoro. Si rincuorino a Reggio...

Crollo di un altro mito: togliere ai ricchi per dare ai poveri come acqua santa sociale. Andrebbe riscritto così: rubare ai ricchi per rubare ai poveri. Ciò è vero nei servizi sociali.Il sistema pensionistico svedese ha rivisto il sistema "chi lavora paga la pensione dei morituri" introducendo il sistema molto più logico dei conti risparmio individuali.
La Sanità e i servizi di solidarietà?

Le alte tasse si riducono a questo: su ogni 10 corone prelevate al contribuente "ricco" solo 2 (due) vengono ridistribuite "al popolo", le altre 8 servono a mantenere il sistema. Quanto a efficienza del sistema pubblico, Eurostat pone la Svezia all'ultimo posto nel ranking UE. Le liste di attesa per ottenere un appartamento comunale a Stoccolma o altrove sono di 15 fino a 40 anni (!), e il costo degli appartamenti è altissimo.

Ciò nonostante la Svezia non è un disastro, è un paese civilissimo e amabilissimo. Ma ciò è possibile grazie agli svedesi, e non grazie al loro "sistema".

Stoccolma non è il paradiso socialista alternativo all'URSS o a Cuba.
Il social-statalismo è fallito anche qui, e da molto...!!!

 

lunedì 7 gennaio 2013

" Astrid Lindgren; e gli stereotipi sugli italiani."

Astrid Lindgren
Ieri rovistando in soffitta mi sono trovato tra le mani alcuni libri di quando mia figlia era adolescente la mia attenzione si è soffermata in particolare su uno dal titolo ”Kati i Italien” ( Kati in Italia) scritto da Astrid Anna Emilia Ericsson passata alla storia come Astrid Lindgren....
Si propio lei la mamma di”Pippi Långstrump”  (Pippi Calzelunghe) e di Emil che ne combinava di tutti i colori e lo rinchiudevano nella legnaia e lui intagliava statuine di legno per ogni marachella.
La copertina del libro
Ma veniamo a " Kati", e qua vengo agli stereotipi del titolo, devo riconoscere che sono riamasto molto sorpreso che una signora come Astrid Lindgren, che ha creato bambini pazzerelli per i bambini pazzerelli non è riuscita a non cadere nei più classici streotipi e pregiudizi svedesi.

Kati è una ragazza svedese abbastanza anonima ( dice lei… una un pò bruttina diremo noi…), non una gran bellezza insomma e coi capelli scuri. La sua amica Eva invece, è la classica svedese, gran bella ”gnocca”, e biondissima, di quelle che ”rimorchiano” anche se hanno la faccia gonfia per il mal di denti. Accade che Eva vince un viaggio in Italia e si trascina dietro Kati.

Stereotipo numero uno: le due arrivano in Italia in treno e Eva, guardando due uomini che parlano alla stazione muovendo le mani come scalmanati, dice a Kati "guarda poverini, sono sordomuti", salvo poi aprire il finestrino e scoprire che i due parlavano vorticosamente agitando le mani.
Battuta di Kati: " penso che se ad un italiano tagliassero le mani inizierebbe a balbettare".

Stereotipo numero due: le due amiche vanno al ristorante . C'è un bell'uomo ad un tavolo che ha l'aspetto da grande studioso finchè non inizia a mangiare gli spaghetti e farseli entrare nel colletto della camicia. Io in tanti anni che vado al ristorante ho visto gli spaghetti mangiati in ogni modo ma mai nessuno che se li è ficcati nel colletto della camicia.

Stereotipo numero tre; e ora arriva il più radicato di tutti, quello della superiorità della razza svedese su tutte le altre. Eva e Kati in giro per FIrenze stanno guardando delle borse in una vetrina quando Kati, adocchiando un bell'uomo scuro di capelli, dice, ovviamente in svedese : " a me piace molto quello scuro" . Eva, credendo che parli delle borse le risponde che lei preferisce quelle chiare e si becca una gomitata nelle costole finchè si rende conto che l'amica parla dell'uomo accanto a loro.
Commento della super top model:" Hai notato come gli uomini italiani siano DI GRAN LUNGA PIU' BELLI DELLE DONNE? LE DONNE ITALIANE NON SONO STO`GRANCHE'"
Al che, ovviamente, il bellone concupito rompe gli indugi e in perfetto svedese risponde: " grazie del complimento,ma non sono italiano, sono svedese"

Naturalmente svelato l'arcano, l'uomo così bello non poteva certo essere italiano, che sono ovviamente al di sotto degli svedesi ma pur sempre ad un gradino superiore rispetto alle donne italiane. Effettivamente fa un po' senso che la cara signora Lindgren sia caduta così in basso in questo libro perdendo parecchio ma parecchio del suo humor.
Il libro è comunque molto carino e spiritoso, ma gli stereotipi sugli italiani se li poteva risparmiare.
nonno Franco


domenica 6 gennaio 2013

Svezia: "Tollerante oppure xenofoba?"

Stieg Larsson e la sua trilogia tradotta in italiano.
La domanda che apre una discussione negli ultimi tempi è sempre la stessa: ” è la Svezia una nazione tollerante oppure xenofoba ?”

Sicuramente la Svezia ha tenuto sempre una doppia politica di estrema accoglienza a rifugiati e perseguitati e di chiusura all’immigrazione selvaggia. Nello stesso Paese convivono due anime: la prima fortemente impegnata nel sociale con un’estrema attenzione per i diritti umani intensi in senso generale, dalle nobilissime istanze di libertà al più terra-terra diritto di chiunque di potersi muovere liberamente; la seconda è invece una profonda xenofobia e una tendenza al mito della razza.

Contro questa deriva lottava Stieg Larsson, e ce la spiega con una naturalezza impressionante con la sua trilogia. Tutto è verosimile non per nulla si assiste a un vero pellegrinaggio in una Stoccolma reale.
Södermalm per esempio è il luogo del bene. Tutti i personaggi positivi abitano lì o ci gravitano, quasi fosse un microambiente felice assalito dai cattivi di turno che, invece, abitano nella City o in altre zone di Stoccolma.

A proposito di cattivi, potrebbe sembrare curioso che gli antieroi di Stieg Larsson, nella vita reale paladino dell’antirazzismo e dei diritti umani, siano un russo, un tedesco, due croati e due finlandesi, oltre naturalmente ai classici servizi segreti deviati. Per converso i buoni siano tutti 100% svenskar (svedesi), con la concessione di un bravo poliziotto di religione ebraica e dell’abilissima Elisabeth svedese al 50% e, in fondo, buona solo perché schierata dalla parte “giusta”. Questa apparente forma di xenofobia strisciante è invece lo specchio della attuale società svedese, sempre più multietnica e nella quale si è inserito un sottobosco malavitoso in forma organizzata estraneo alla “cultura” criminale locale.

Realtà e finzione in 3 libri che vi consiglio di leggere in realtà sono tre capitoli di uno stesso libro che è un ritratto perfetto della Svezia moderna con i suoi tanti pregi e alcune magagne abilmente nascoste.


venerdì 4 gennaio 2013

Te la do io la Svezia: " Pari opportunità"

Papà in congedo parentale
Per gli svedesi l'assistenza alla prima infanzia non è solo dettata dalla Costituzione, è marcata nel Dna. Tanto che la Svezia apre asili nido anche oltreconfine. A Roma l'agenza Ifad (International fund for agricultural development) è guidata dallo svedese Lennart Bage e così, su iniziativa dell'Ambasciata di Svezia che ha coinvolto Ikea nell'allestimento, è stato aperto da pochi mesi un asilo nido che può ospitare diciotto bambini, dai tre mesi ai tre anni.
Questa è solo la punta dell'iceberg, specchio di una situazione rosea per le mamme che vogliono tornare al lavoro e sanno dove lasciare i loro figli.

Oggi, in Svezia, grazie a una politica iniziata negli anni Settanta e particolarmente attenta alle pari opportunità, il 71,8% delle donne (dati della Commissione europea) ha un impiego (la maggior parte nel settore privato). Questo accade anche in virtù delle molte agevolazioni di cui le mamme godono: le donne che dirigono compagnie private ottengono dallo Stato un rimborso per le spese della casa, il congedo di maternità è di 18 mesi ed è interamente pagato per il primo anno, senza dimenticare che anche il padre può rimanere a casa al ( 50%) percependo l'80% dello stipendio.

Nel maggio del 2006 il Parlamento svedese ha adottato nuovi obiettivi per l'uguaglianza di genere indicati dal Governo nella proposta di legge "Power to shape society and your life – towards new gender equality policy objectives".
Il prerequisito consiste nel fatto che donne e uomini godano delle stesse opportunità, diritti ed obblighi in tutte le sfere della vita attraverso:

• una distribuzione equivalente di potere ed influenza;

• un'eguaglianza economica tra uomini e donne;

• un'eguale distribuzione di responsabilità all'interno della vita domestica;

• la lotta alla violenza degli uomini nei confronti delle donne.

Una curiosità:
Passaggio pedonale svedese
In Svezia il concetto di pari opportunità è stato esteso anche alla segnaletica stradale. 
Dal 2009, infatti, accanto al segnale di attraversamento pedonale con una figura maschile, c`è anche la versione in gonnella. (nella foto).

Critiche erano piovute a pioggia da parte della popolazione maschile contro la allora ministra svedese per le pari opportunità, Nyamko Sabuni, considerata troppo di parte. Questo, infatti, è solo l'ultimo di una serie di provvedimenti dell'Ombudsman, l'agenzia governativa che dal 1980 si occupa di pari opportunità, che è accusata di concedere troppi privilegi al "gentil sesso".

Nyamko Sabuni, 
ex ministro per le pari oppurtunità
DISAGIO MASCHILE: Fù un problema, in più, insomma per Sabuni, la allora ministra svedese originaria del Burundi che, né alta né bionda ma di colore e nata da una famiglia musulmana, ha già creato in passato — dalla proposta di tagliare i fondi per le scuole religiose alla lotta contro il velo — svariate tensioni nel governo di centrodestra.

«Ci sono emergenze più gravi, come le violenze sulle donne» commentò la portavoce di allora, Malin Engstedt, pur assicurando di non sottovalutare il disagio maschile.

E comunque un primo passo,, è già stato fatto: oltre al congedo parentale equiparato a quello delle mamme, un ulteriore incentivo se a rimanere a casa con il bebè sono proprio i papà.
La prossima volta "fimmina " nasco,,,!


Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.