Stieg Larsson e la sua trilogia tradotta in italiano. |
Sicuramente la Svezia ha tenuto sempre una doppia politica di estrema accoglienza a rifugiati e perseguitati e di chiusura all’immigrazione selvaggia. Nello stesso Paese convivono due anime: la prima fortemente impegnata nel sociale con un’estrema attenzione per i diritti umani intensi in senso generale, dalle nobilissime istanze di libertà al più terra-terra diritto di chiunque di potersi muovere liberamente; la seconda è invece una profonda xenofobia e una tendenza al mito della razza.
Contro questa deriva lottava Stieg Larsson, e ce la spiega con una naturalezza impressionante con la sua trilogia. Tutto è verosimile non per nulla si assiste a un vero pellegrinaggio in una Stoccolma reale.
Södermalm per esempio è il luogo del bene. Tutti i
personaggi positivi abitano lì o ci gravitano, quasi fosse un microambiente
felice assalito dai cattivi di turno che, invece, abitano nella City o in altre
zone di Stoccolma.
A proposito di cattivi, potrebbe sembrare curioso che gli antieroi di Stieg Larsson, nella vita reale paladino dell’antirazzismo e dei diritti umani, siano un russo, un tedesco, due croati e due finlandesi, oltre naturalmente ai classici servizi segreti deviati. Per converso i buoni siano tutti 100% svenskar (svedesi), con la concessione di un bravo poliziotto di religione ebraica e dell’abilissima Elisabeth svedese al 50% e, in fondo, buona solo perché schierata dalla parte “giusta”. Questa apparente forma di xenofobia strisciante è invece lo specchio della attuale società svedese, sempre più multietnica e nella quale si è inserito un sottobosco malavitoso in forma organizzata estraneo alla “cultura” criminale locale.
A proposito di cattivi, potrebbe sembrare curioso che gli antieroi di Stieg Larsson, nella vita reale paladino dell’antirazzismo e dei diritti umani, siano un russo, un tedesco, due croati e due finlandesi, oltre naturalmente ai classici servizi segreti deviati. Per converso i buoni siano tutti 100% svenskar (svedesi), con la concessione di un bravo poliziotto di religione ebraica e dell’abilissima Elisabeth svedese al 50% e, in fondo, buona solo perché schierata dalla parte “giusta”. Questa apparente forma di xenofobia strisciante è invece lo specchio della attuale società svedese, sempre più multietnica e nella quale si è inserito un sottobosco malavitoso in forma organizzata estraneo alla “cultura” criminale locale.
Realtà e finzione in 3 libri che vi consiglio di leggere in realtà sono tre capitoli di uno stesso libro che è un ritratto perfetto della Svezia moderna con i suoi tanti pregi e alcune magagne abilmente nascoste.