Propio così "a Stoccolma non si butta niente" i supermercati più
grandi per esempio invece di buttare via le banane diventate troppo mature
per essere vendute, le ripongono tutte in una grande cesta all’interno del
reparto frutta e verdura e le regalano ai bambini. Così: le banane non
vanno sprecate e i bimbi mangiano volentieri la frutta senza fare i capricci. Un segnale forse che il paradiso svedese comincia a
sricchiolare, purtroppo la forbice sociale si divarica, minaccia tagli al
welfare-modello alla scandinava: lo dicono i dati Ocse, secondo cui il tasso di
disuguaglianza economica in Svezia si è impennato di oltre un terzo (un record
tra i paesi Ocse) nell’ultimo 30ennio. Stoccolma non ha una soluzione. E
iniziano a spuntare le pezze. Tanto che alla fine di quest`anno, nella capitale aprirà il primo
“supermercato per poveri” nella storia del paese. Riservato alle persone a basso reddito, il supermercato sarà rifornito di
prodotti donati dalle maggiori catene svedesi: alimenti vicini alla scadenza
(ma comunque commestibili senza problemi) oppure usciti dalla linea per
questioni di marketing.
Mensa per i poveri della Stockholm Stadsmission
In questo modo la ong Stockholm Stadsmission, (una specie di esercito della salvezza) che ha
lanciato il progetto, conta di ridurre di un po’ le 686,000 tonnellate di cibo
sprecato ogni anno dagli svedesi.
L’idea non è nuova: strutture simili sono proliferate in Francia, Romania,
Inghilterra e Svizzera dopo la crisi del 2008. La differenza rispetto alle
tradizionali mense dei poveri è che “da noi il cliente viene trattato come
tale, deve pagare, seppure a prezzi stracciati, e ha un’ampia scelta oltre alla
possibilità di riconsegnare i prodotti presentando lo scontrino, come in un
qualunque supermercato” spiegano i promotori. Certo, poi, il problema della
forbice sociale va risolto a monte. In Svezia, come ovunque, le pezze da sole
non possono bastare.
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Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.