martedì 16 dicembre 2014

Paura nei cieli della Svezia


Torna la paura nei cieli dell’Europa del nord dove ancora una volta si è sfiorata la tragedia. 
Venerdì notte, a sud della cittadina svedese di Malmö, un jet militare russo ha rischiato per un pelo di collidere con un aereo di linea svedese decollato da Copenhagen e diretto in Polonia. Per la seconda volta nell’arco di un mese - un analogo episodio era accaduto ad inizio dicembre in Norvegia - l’alacre attività dei caccia russi ha messo in serio pericolo l’incolumità di centinaia di vite umane. 
A denunciare l’ennesimo mancato impatto è stato Johannes Hellqvist, portavoce delle forze armate svedesi. «Abbiamo avuto la conferma dal ministero della Difesa che si trattava di un aereo russo». Una volta scoperta la presenza del velivolo russo, ha spiegato, sono subito decollati jet svedesi e danesi per intercettare il jet di Mosca. 

L’episodio arriva in un periodo di grande tensione tra la Russia e la Svezia dovuta al mistero di un sottomarino fantasma nelle acque dell’arcipelago di Stoccolma, che i media svedesi ritenevano essere russo. 

Il caccia russo, in realtà, non ha violato lo spazio aereo svedese, ma volava senza il trasponder, uno strumento che rende l’aereo rintracciabile sui radar dei voli di linea. Un fatto questo che il ministro della Difesa svedese ha definito «irresponsabile». Un altro incidente simile era stato evitato lo scorso marzo, quando un aereo della Scandinavian Airlines si trovò ad appena 100 metri, un’inezia, da un velivolo russo. 

Un’allerta sulla «significativa ed insolita» operatività militare russa nello spazio aereo europeo era stata lanciata, neanche due mesi fa, dalla Nato. Nel mirino, la «considerevole» attività di Mosca `invisibile´ ai radar che controllano il traffico aereo nei cieli d’Europa. 

«Oltre 26 aerei da guerra russi - aveva fatto sapere l’Alleanza Atlantica il 29 ottobre scorso - hanno volato nelle ultime 48 ore su Mar Baltico, Mar Nero, Mare del Nord e Oceano Atlantico, con «potenziali rischi per l’aviazione civile perché non hanno piani di volo e non usano trasponder, quindi il controllo aereo civile non può vederli né assicurare che non interferiscano con i voli civili». 

Quello di venerdì è solo l’ultimo di una serie di sorvoli che gli aerei russi hanno compiuto negli ultimi mesi sui cieli scandinavi e dei paesi baltici, per non parlare della caccia al sommergibile che per una settimana ha tenuti impegnata la marina svedese nelle acque di fronte a Stoccolma.  
In Lettonia in un solo anno vi sono stati più sorvoli russi che negli ultimi nove, mentre la Finlandia ha denunciato di aver avvertito suoi aerei civili di cambiare rotta a causa di un sorvolo di un folto gruppo di aerei russi sul Baltico qualche settimana fa. A ottobre in Danimarca i servizi segreti hanno rivelato che la Russia ha condotto a fine estate un attacco simulato contro l’isola danese di Bornholm nel preciso momento in cui si svolgeva l’annuale meeting politico di Folkemodet. «Solo esercitazioni» avrebbero poi detto i russi. 

La Svezia in stato d`allerta.  
 La presenza militare russa sta diventando, secondo la ministra degli Esteri svedese Margot Wallstrom, «disturbante e pericolosa», tanto che il governo sta pensando all’eventualità di richiamare persino 7.500 riservisti dalla leva 2004 e a iniziative che fino a oggi non erano mai state prese in considerazione, come la possibilità dell’ingresso della Svezia nella Nato e il ripristino della leva obbligatoria.
  "Ci mancherebbe anche questa"




Una piccola storia di ordinaria emigrazione

Ogni partenza ha una sua storia da raccontare. Questa è quella di Mattia

Un` anno di solitudine - Emigrare, lavorare, vivere … 
*************************************************
Dopo 1 anno di assenza nel blog e moltissime richieste voglio scrivere un riassunto di ciò che e’ successo in modo da allineare le mie esperienze con le vostre aspettative.
Non me ne fate una colpa ma ciò’ che scrivo e racconto riguarda chi come me, non e’ nessuno, senza capitali e l’unica cosa nella valigia e’ la volontà’ di riuscirci in qualche modo e facendo qualsiasi cosa gli capiti.
Questo lo dico perché’ sebbene si legga molto di fantastico sulla Danimarca e sulle classi sociali inesistenti, devo aprire un capitolo spiegando che esistono e possono fare la differenza.
L’emigrazione dei paesi “poveri” sta aumentando sempre di più’ e i paesi “ricchi” sono sempre di meno, questo se fate un veloce calcolo implica che ci si troverà’ di fronte a una fascia di persone che stanno lottando per rimanere e non faccio differenza di nazionalità’, una volta all’estero, siamo tutti uguali, di fronte l’uno all’altro.

Questo sicuramente e’ un risultato della nostra cara Europa e i paesi che ne hanno fatto parte, compresa la nostra cara Danimarca che non si e’ tirata in dietro a portarsi in casa qualche milione di manodopera a basso costo, passando da socialisti a capitalisti e si sono divertiti un bel po’ a quanto vedo.
Esistono fabbriche piene di stranieri tenuti perché’ nessun altro gli farebbe quel lavoro o sicuramente a quelle condizioni e orari, gente che dopo 20 anni non sa neppure il danese e non e’ sua premura di impararlo … ma … direte, e’ possibile ?
Si, i soldi sono soldi e non hanno religione o moralismo, fino a poco tempo fa gli ha fatto fin troppo comodo e ora che la crisi si sente, forse si rendono conto di aver fatto qualche casino ma ormai e’ quasi irreparabile, oltre al fatto che si formano gruppi etnici molto forti e che fanno barriera, a volte anche voce grossa per la scelta dei colleghi.
Razzismo etnico ? Diciamo una forma di difesa per non tornare a casa a fare la fame.
Si sta formando sempre di più’ la classe sociale, cosa sempre snobbata dal sistema Danese, ma loro stessi sono diventati artefici di questo “sotto gruppo” o “umani di categoria B” sempre più’ lontana e isolata dalla società’ Danese e a quanto vedo non c’e interesse alcuno di avvicinarsi.
A volte si sente a pelle discorsi del tipo “nativi” e “emigrati”, non solo dagli altri stranieri ma anche negli uffici statali, insomma si sta creando 2 strade ben distinte con risposte diverse e rotture di scatole nettamente diverse.

In ogni caso  si cerca di convivere serenamente e non urtarsi a vicenda ma come ben sapete, avere fame e i soldi fa fare cose anche poco etiche, diciamo che per cio’ che voglio raccontare l’etica potete toglierla dal vocabolario.

In questo anno ho lavorato in una fabbrica molto grossa, dalle 4.00 am alle 13.30 pm, ho avuto fortuna entrarci, come vincere una lotteria, beh avete capito, ho avuto un culo della madonna.
In produzione eravamo quasi solo stranieri, di molte nazionalità’ e ogni una faceva forza a modo suo, come se il lavoro non fosse più’ un diritto di tutti, ma solo di chi veniva scelto, a dispetto di meritocrazia e belle immagini lette sui giornali di quando eravamo in Italia, in poche parole si crea un cartello di appartenenza e merito in base a chi conosci nel suo interno.
Io ero l’unico italiano, e fare fronte a 600 dipendenti non e’ semplice, fai finta di non ascoltare le battutine sulla Mafia, il mangia spaghetti, gente che ti prende in giro perché’ non sai il danese, sebbene altri suoi amici non lo sanno … ma si sa che l’ignoranza e divertimento di gruppo fanno fare brutte cose, specialmente se non si ha nessuno con cui fare fronte a tutto questo.
Aggiungete scherzi sui turni, sugli oggetti come cufiette per la musica sparite, risatine continue, caffè’ lanciato addosso con un “scusa” e un sorriso d'ufficio, gente che ti invita fuori alla festa del paese e poi non si presenta per poi ridere di te il giorno dopo davanti a tutti i colleghi.

Aggiungete un lavoro in catena, sempre in piedi di fronte a macchine di serie che correvano di fronte a te tutto il giorno senza sosta, facevi la tua pausa in fretta, 20 minuti e poi di fronte alla macchina a controllare, dividere, sezionare.
Questo dopo un po' ti diminuisce la vista e a volte avevo male alla testa ma non posso fare il delicato quindi Panodil e via, a produrre, vi assicuro che non e' semplice.

Non mi sto inventando nulla, credetemi che e’ stato molto duro, io per non sentire ho ascoltato musica quasi tutto l’anno, non miglioravo la lingua, ma almeno cercavo di pensare ad altro, ascoltare musica 1 anno da soli senza parlare con nessuno e’ veramente difficile e ha creato nella mia testa qualche problema, che si e’ trasformato in depressione quasi cronica con allucinazioni e paranoie.
Ora sono in cura dal medico e va un po’ meglio ma il male più’ grande e’ stato quando una mattina stavo molto male e non ho chiamato a lavoro alle 4.00 am, il giorno dopo ho ricevuto la lettera di licenziamento con giorni di preavviso ZERO.
Poteva farlo ? No ma lo ha fatto lo stesso, Chef di merda … fortuna che ero iscritto con i sindacati 3F, i più’ grossi in Danimarca e mi hanno seguito la vicenda, non portando la mia assunzione perché’ “non benvenuto” ma almeno a regolamentare il licenziamento con i giorni di preavviso descritti dal contratto collettivo dell’industria.

Come vi dicevo ero andato in depressione, con pensieri del tutto irreali, ero diventato pazzo … fortuna che con me ho avuto la moglie che mi e’ sempre stata vicino e il medico molto bravo a capire la situazione, dopo 1 mese ho iniziato stare un po' meglio.

Ora ero a casa, senza lavoro, senza A-kasse perché’ non sono riuscito a maturarla, mancava pochissimo … insomma ero su una strada con la famiglia a carico.
Andai al JobCenter per chiedere se esisteva qualche aiuto economico per questo e mi dissero di si, il Kontanthjælp, una specie di fondo cassa adibito per chi ha seri problemi di sussistenza, valutato di caso in caso e gestito anche dall’ufficio immigrazione che controlla il tuo rendimento nella nazione, impegno, scuola di lingua, conto bancario, eventuali debiti all’estero, case di proprietà’ all’estero, valutazioni catastali e molto altro, insomma fanno una analisi ai raggi X di chi sei e cosa vuoi per poi decidere se aiutarti.

Mi fecero lavorare per il comune, mi dissero che se volevo i soldi dovevo lavorare, per me non c’era nessun problema, anzi, ma dopo 1 mese e mezzo non avevo ancora risposta dei soldi, chiamavo, andavo di persona, un giorno si e uno no, sono andato persino all’ufficio emigrazione e la risposta e’ sempre stata: devi aspettare, anche 3 mesi.
E questo solo per la risposta non per un SI.

A ogni incontro mi si chiedeva se volevo veramente rimanere qua in Danimarca o se volevo tornare a casa in Italia, qualcosa di umiliante, e a spiegare e ripetere che mi trovo bene, che sto facendo di tutto per integrarmi, che le bambine sono felici e vanno bene a scuola ecc ecc
E’ stato un momento molto umiliante per me, ma altri sistemi non avevo …
Dopo molti incontri hanno deciso di aiutarmi 1 mese per volta, in modo da valutare meglio e nel durante aspettare la risposta definitiva dall’ufficio immigrazione.

Ora sono disoccupato e sto cercando lavoro, a Dicembre che nessuno ti ascolta, ma ho fiducia, sicuramente non mollo proprio adesso, sono sicuro che prima o dopo riusciro’ a trovarmi la mia strada e stare un po’ tranquillo.

Voglio che questo testo serva per dare parola a chi di interviste non ne ha mai lasciate, a chi la Rai non va mai a chiedere, perché’ intervistare la famigliola felice con un lavoro appagante e’ molto più’ interessante e vendibile, le belle storie piacciono  tutti, ma vorrei, io nel mio piccolo fare spazio a chi e’ senza voce, chi passa sempre per sfigato ma che sta lottando ogni giorno con problemi totalmente diversi dal cercare i biscotti al supermercato, chi non sa trovarsi un numero di un ufficio su internet, chi si lamenta della moda o se la farina fa male e per non dire chi si chiede se l’acqua qui ha una % di calcare più’ elevata di quella italiana … lasciatemelo dire: Andate a fare il culo ! e non venitemi a spiegare come vivere.

Ora non so quando scriverò’ ancora, ma appena avrò’ raccolto altre esperienze rilevanti le riporterò’ qui, sul mio piccolo e fedele Blog :)

Buon Natale a tutti,
 Mattia Musiello
http://mattiamusiello.blogspot.se/2014/12/1-anno-di-solitudine-emigrare  lavorare.html



Grazie Mattia, per aver avuto il coraggio di scrivere tanta verità....

Buon Natale da nonno Franco

Attenzione

Attenzione
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. Le informazioni contenute in questo blog, pur fornite in buona fede e ritenute accurate, potrebbero contenere inesattezze o essere viziate da errori tipografici. L`autore si riserva pertanto il diritto di modificare, aggiornare o cancellare i contenuti del blog senza preavviso. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. L`autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.