lunedì 22 agosto 2011

"Lei non sa chi sono io?". "No, chi è?".

Giovedì sera Carlo Gustavo e Silvia di Svezia volevano andare a cena in un ristorante tipico di Ladenburg, nel pressi di Heidelberg, la città in cui è nata la regina di Svezia, ma la proprietaria non li ha riconosciuti ed ha negato loro un tavolo, in quanto il locale era stracolmo. Nadine Schellenberger, proprietaria del "Gueldenen Stern", ha spiegato le ragioni per cui non ha riconosciuto l’illustre connazionale. "Non ho tempo di leggere tutto il giorno i rotocalchi, per questo non ho riconosciuto la regina quando mi ha chiesto un tavolo", ha spiegato l’ostessa, che ha comunque dato qualche consiglio alla regina su dove recarsi a cenare.
A Silvia e Carlo Gustavo non è dunque rimasto che sedersi all’aperto ad un tavolo della pizzeria italiana "Da Vinci" e consumare una pizza sulla piazza del mercato di Ladenburg. Il marito della proprietaria ha spiegato che quella sera il locale era pieno per un ricevimento di nozze e che dunque "non c’era più un posto libero", ma ha aggiunto che a causa della gaffe della consorte "adesso siamo diventati lo zimbello del paese". Adesso per cercare di riparare alla brutta figura "scriveremo una lettera alla Casa Reale di Svezia per scusarci".

Nel frattempo tra i vip dilaga il terrore da cornetto: al bar mi riconosceranno?

sabato 20 agosto 2011

Ci facciamo sempre riconoscere...!


Caro Claudio Magris, ma come le è venuto in mente di scrivere sul Corriere della sera che «in estate non è il caso di appesantirsi con troppi libri. L’estate, specialmente ma­rina, non è fatta per leggere»?

Da lei non me l’aspettavo questo silu­ro alla lettura. Si rende conto che formi­dabile alibi all’analfabetismo da spiag­gia ha legittimato, lei scrittore di qualità e gran sommelier di belle letture? Un Paese che non legge, che per tutto l’anno ha la scusa di aver troppo da fare con lavoro, traffico e stress, e magari ha rimandato all’estate l’appuntamento con l’unico libro che leggerà per tutto l’anno, lei lo istiga a disertare la lettura? O crede che gli italiani siano tutti letto­ri voraci come lei, e se permette come me, in overdose bibliografica, e dun­que ad agosto meglio disintossicarsi con un bel tuffo nell’ignoranza salma­stra? Non si accorge che con quell’invito lei si adegua al dogma mediatico che d’agosto impone solo granite &frivolez­ze, tv vuota e demente, vacanza come vacatio mentis?

L’Italiano medio vive tutto l’anno sot­to un diluvio di bombe deficienti, sgan­ciate dalle ditte per il peggioramento della specie. E in agosto che può ripara­re, lei lo istiga a darsi all’ittica, cioè a far­si pesce. Proprio ora che finalmente, grazie alla lieve vacuità d’agosto e alla sua vita naturale e corporale, può bilan­ciare la leggerezza della mente sgom­bra col peso glorioso di testi che lo fan­no pensare. Al mare un libro ti tiene a galla anche se non sei un sughero o anche peggio. E lei riduce la testa all’infradito...
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venerdì 12 agosto 2011

Hon dansade en sommar. (Ha ballato una sola estate)

Questa notte è inpossibile dormire tra piccole zanzare a dir poco micidiali e un caldo umido che non da tregua nemmeno di notte, il pensiero mi riporta in Svezia a la breve estate svedese che prende il volto di una giovanissima Ulla Jacobsson che con la sua emozionante bellezza si pose all`attenzione della critica internazionale con il film tratto da un romanzo di Per Olof Ekstrom: Ha ballato una sola estate. (Hon dansade en sommar)

La storia la conoscete tutti, tratta dell`amore tra uno studente e una cameriera, entrambi ancora adolescenti, è contrastato non soltanto dai parenti di lui ma da tutto un ceto che vede nel rapporto una minaccia all'ordine sociale. Lo studente Göran venuto a passare le vacanze nella fattoria di uno zio, s'innamora, riamato, della contadina Kerstin, suscitando lo scandalo dei puritani locali. Quando la ragazza muore in un incendio, i benpensanti vedono nell'incidente la mano divina. È un film bellissimo apprezzato per il suo lirismo, la bellezza dei paesaggi, la polemica contro l'intolleranza bigotta, fu il 1° film svedese ad avere un successo internazionale dopo la guerra anche e soprattutto per la scena erotica in cui i 2 protagonisti fanno il bagno (e l'amore) nudi. Oggi è un pò datato e invecchiato, ma come ho detto prima non lo è la fresca, emozionante bellezza della Jacobsson nella parte di Kerstin.

Ha amato, ha ballato una sola estate; ed è morta, a diciassette anni. È questa, la breve vicenda di Kerstin come breve è l`estate della sua terra; e dobbiamo essere grati al regista di questo film, Arne Mattson di avercela raccontata con un modo suo, modesto, lindo e sincero. Ha creduto nel «suo» film, l'ha sentito; e noi dobbiamo allora credere in Kerstin, e nella sua breve apparizione terrena. Poco più di un'alba, ed è già notte, senza meriggio e senza tramonto. È proprio del cinema svedese di sorprenderci ogni tanto con un idillio e farci riflettere.
Perchè vi ho raccontato questa storia? Non l`ho sò nemmeno io... forse per prender sonno visto che le piccole zanzare sembrano aver preso una pausa.
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domenica 7 agosto 2011

Roma non è stata costruita per taxi e autobus ma per bighe, carrozze e Vespe

Chi è che non ha presente Vacanze Romane, con Gregory Peck e Audrey Hepburn? L’immagine di lui e lei in Vespa in giro per l’Urbe è diventato uno dei simboli della Città Eterna e qualsiasi straniero in visita nella capitale ce l’ha ben chiara nella testa a prescindere che abbia visto o meno il film di William Wyler. Da qui nasce l’idea di proporre dei tour turistici in stile vintage a bordo, appunto, di una vespa d’epoca degli anni Sessanta, e con tanto di autista al seguito.
«Perché vatti a fidare a lasciare uno di quei gioiellini nelle mani di un guidatore inesperto e per giunta nel traffico che c’è qui da noi». I tour durano in media dalle 3 alle 4 ore e vengono a costare tra i 130 e i 150. Simbolo del Made in Italy, la Vespa d’epoca ha il potere di proiettare il turista in una sorta di mondo magico, che non solo gli ricorda il film con la Hepburn ma anche la Roma de La dolce vita di Federico Fellini.
Cinema a parte, la scelta della Vespa (e delle due ruote in generale) è anche sinonimo di agilità. Per fare il verso a uno degli slogan che vengono utilizzati per promuovere questa particolare offerta: «Roma non è stata costruita per taxi e autobus ma per bighe, carrozze e Vespe». E, in effetti, chi conosce bene la città sa alla perfezione che per girarla in lungo in largo, o anche solo per addentrarsi nel suo intricato intreccio di vicoli e vicoletti, il motorino è il mezzo ideale. Diversi i percorsi,si va dal tour dei sette colli al tour «Vacanze Romane», che fa tappa nelle location dove è stato girato l’omonimo film, dal tour by night a quello di stampo tradizionale, che passa per i luoghi
d’interesse più popolari.E per chi non se la sente di affrontare una gita su due ruote c’è anche chi mette a noleggio la mitica Fiat 500, o altrimenti
l’Ape calessino, che a proposito di vintage hanno poco da invidiare.

sabato 6 agosto 2011

Giallistica svedese all`olezzo della monnezza napoletana

Dalla Svezia arrivano, senza tregua, romanzi gialli. L’ultimo ha un dotto retroterra storico che fa pensare a Dan Brown, ma anche a Jules Verne. E fra le pagine irte di suspense non manca neanche l’olezzo della monnezza di Napoli

Chiariamo subito un equivoco. Lo Strindberg che da il titolo a questo nuovo romanzo giallo che arriva dalla Svezia – La stella di Strinberg (editore Marsilio), scritto dal giornalista televisivo Jan Wallentin alla sua prima e fortunata prova narrativa – non è August, il drammaturgo, quello di La signorina Julie. Si tratta bensì del figlio di un suo cugino «il quale rischia la vita per una grande scoperta scientifica». Così scriveva August Strindberg nel suo diario, nel 1896.

La grande scoperta scientifica citata dallo “zio” era la spedizione artica (alla ricerca del Polo Nord geografico) organizzata – con il patrocinio dell’accademia delle scienze, del re Oscar II e di Alfred Nobel – dal quarantatreenne ingegnere Salomon August Andrée, fisico, esperto di aeronautica e esploratore, a cui si erano aggiunti due altri temerari, l’ingegnere Knut Hjalmar Ferdinand Fräkel e il fotografo Niels Strindberg, appunto. Spedizione che si concluse tragicamente con la morte dei tre esploratori. I resti della spedizione furono rinvenuti nel 1930. Furono recuperati cinque rullini di pellicola esposta e uno ancora dentro la macchina di Nils. Delle 240 immagini ne furono salvate circa 90.

Una storia ben nota in Svezia, ma molto meno fuori dall’area dei paesi scandinavi. Non ha certo l’appeal del mito del Sacro Graal che appare nel Codice da Vinci, anche se, con una certa furia editoriale, l’autore è stato subito paragonato a Dan Brown e a Jules Verne. A quest’ultimo perché i tre temerari esploratori erano partiti per la loro avventura a bordo di un pallone aerostatico che si schiantò sulla banchisa polare.

Jan Wallentin immagina che Nils Strindberg avesse portato con sé, nella spedizione artica, una croce ansata (simbolo egizio della vita) di origine sconosciuta, che usata insieme a una certa stella a cinque punte si trasformava in un oggetto provvisto di straordinari poteri. L’oggetto del desiderio riappare ai giorni nostri, rinvenuto da un subacqueo nel corso di un’immersione in una miniera abbandonata. Neanche dirlo che dopo il ritrovamento si scatena la caccia alla croce. I cattivi sono dei tedeschi di una fantomatica Fondazione filo nazista (la stessa ossessione di Stieg Larsson), il buono, l’eroe, è un tale Don Titelman, medico esperto di esoterismo.

Nel romanzo siamo citati anche noi italiani: uno dei personaggi chiave è infatti una sedicente giornalista italiana che scrive per tale Rivista del mistero e dell’occulto, ma il meglio arriva con una dettagliata citazione della monnezza di Napoli: «Dietro quello del miele adesso sentiva un familiare sapore (…) il caldo del golfo di Napoli, la puzza dei mucchi di immondizia che filtrava dalle fessure delle finestre nell’appartamento scalcinato. Ricordava che quando la puzza diventava troppo forte cercava di chiuderle».


Le escort, quelle no, ancora non sono citate. Probabilmente in un prossimo romanzo.

lunedì 1 agosto 2011

SKÅNE, SCANIA (SVERIGE, SVEZIA): Non abbandoniamoli !

SKÅNE, SCANIA (SVERIGE, SVEZIA): Non abbandoniamoli !: "Si avvicina l´estate e putroppo quello che fino a qualche giorno prima era il 'migliore amico dell´uomo' diventa solo un peso per le vacan..."


Parola di Zapp!!!

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.