lunedì 10 dicembre 2012

I vantaggi di vivere in Svezia.

Ieri mattina, ore 9:00, sono pronto ad uscire da casa per andare ad una scuola qui vicino. Alle 10:00 sarò nonno orgoglioso di assistere ad una recita dove la mia nipotina sarà la principessa della storia. Fuori nevica leggermente
Vorrei guardare il termometro fissato fuori dalla finestra, ma la scala non si vede. È ricoperta da uno strato di ghiaccio. Ci rinuncio. Esco di casa facendo attenzione a non rompermi l`osso del collo sui gradini dell`androne trasformatosi in due lastroni di ghiaccio. A piccoli saltelli arrivo alla macchina, è coperta di neve, mi assicuro che sia veramente la mia.
Sto per premere il bottone del telecomando ma essendo una macchina italiana me ne guardo bene,il ghiaccio potrebbe rompere il dispositivo di apertura centralizzata.
Uso una spazzola (troppo piccola...) per togliere la neve dal tetto della macchina, dal parabrezza, dalle porte. I vetri sono coperti di ghiaccio.Via con olio di gomiti e l´apposita “raschietta” comperata per fortuna la sera prima alla cassa di un supermercato.
Tutto scongelato ma non si vede un cacchio niente.
Parto con la massima prudenza. Provo i freni sull’asfalto gelato, malgrado le gomme chiodate le ruote perdono aderenza. Metto la ventola al massimo per sbrinare vetri e metto il riscaldamento a temperatura “inferno dantesco”.
Non vedo niente ma il tergicristalli è ghiacciato, non posso attivarlo.
Mi pianto in autostrada a 50 all’ora, dietro l`automobilista più inbranato della corsia di destra.
Ho sempre simpatizzato per la destra, ma questo è un altro discorso.
Arrivo alla scuola dopo quasi due ore di panico. La recita è finita ed io sono stressatissimo.

Il più grande vantaggio da quando vivo in Svezia? É che so imprecare perfettamente in due differenti lingue.





Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.