mercoledì 10 giugno 2020

Grazie, Roma.

Insomma, non ci troviamo in un momento molto piacevole
Il mondo è un disastro, la depressione e l’ansia ci pesano addosso e ci stringono la gola.
Allora blocco l’universo e mi rifugio nel passato prossimo.
Estate 2019.  Soggiorno di qualche giorno a Roma. Dovevo ancora decidere.
Ho trascorso molte belle vacanze nella mia vita, soprattutto nei miei primi anni di gioventù, quando abitavo ancora in Italia. Avido turista di città d`arte.
Poi la mia vita ha preso una svolta fondamentale, e mi sono trovato in un nuovo mondo, dove le vacanze hanno drasticamente cambiato apparenza. Niente nord e campagna svedese stavolta,  ma approfittando di un volo Ryanair mi sono imbarcato per Roma, da cui mancavo da qualche tempo.
Emozionatissimo, certo anche un tantino ansioso, sono stato accolto con calore ed affetto da amici che non vedevo da anni. Un’atmosfera diversa, calma, quasi surreale. La tensione e l’insicurezza mi sono scivolate via di dosso, per non tornare più per la durata del soggiorno. Un ambiente diverso, questo, non quello a cui ero abituato le altre volte, quando i miei ritorni "a casa", sono stati, a volte, causa di estremo stress, delusione e, in certi casi, anche di rabbia.
E invece stavolta eccomi quì a raccontarvi:
Ti colpisce come un raggio di gloria e splendore, Roma. Una città squisitamente ricamata, colorata da una storia magnifica e importante, un gioiello antico da svelare lentamente, passo a passo.  I sanpietrini lisci conservano le impronte di secoli di artisti che hanno raccontato anche l’aria di questa miracolosa città. E città lo è, anche se caotica, grazie al ritmo scanzonato che la pervade – le folle allegre dei turisti incessanti, con l’energia viva ed inebriante che le donano.  Amo le città, mille volte di più di qualsiasi altro ambiente. Tenetevi pure le vostre spiagge bianche, le crociere di lusso, i cocktails esotici nelle piscine olimpiche degli hotel dei Caraibi, i picchi rivolti al cielo delle grandi cime, i sentieri bucolici.  Voglio sprofondarmi nella frenesia gioiosa di una vera città, voglio cercare musei, monumenti, chiese e vicoletti antichi; voglio sentire il ritmo moderno e antico della cultura locale, voglio viverla dentro questa esperienza.
Il Tevere, calmo e verde, scorre eterno, sotto i ponti storici.  Mi appoggio al muretto e m’incanto a guardare il sole estivo che si riflette nelle sue acque, e una nuova gioia mi pervade.  Un momento purissimo di felicità, che devo cogliere e ricordare per sempre. Eccomi nel Mercato di Porta Portese, allegro e brulicante di gente felice mentre accarezzo un magnifico berrettino rosso Ferrari che naturalmente diventa mio, e a prezzo molto ragionevole. I rilievi maestosi delle chiese, della cupola di san Pietro, del Colosseo, le statue imponenti scolpite dai grandi del Rinascimento, i grandiosi palazzi signorili, e l’umile casa dove visse il Belli, tutti gioielli che impreziosiscono e rendono unica questa città. 
Il cuore dell’Italia è qui, e lo sento battere, quando mi affaccio dalla balaustra del Pincio: il sole caldo di fine luglio si adagia sui tetti rossi e sulle cupole, c’è musica nell’aria; il berrettino rosso comprato al mercatino mi rinfresca e il suo peso leggero mi fa sentire parte del panorama. 
Piacevolmente esausto, sul treno di ritorno verso la mia bella Piccola Città, mi abbandono alle sensazioni provate, mi assopisco un pò tenendo ben stretto il mio prezioso berrettino rosso.
Questa è una vacanza.
Grazie, Roma, te ne sarò sempre grato.
*****
                                               

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.