martedì 9 febbraio 2016

Genova per Noi


Questa mattina a Skärholmens Centrum su una scala mobile dietro di me c`è una coppia di italiani che scende con me. Parlano ed io, come sempre mi emoziono un pò quando sento la lingua di Dante. Ammetto sono stato sempre curioso di sapere cosa spinge la gente a venire quassù in Svezia. 
Avido di risposte, mi volto ed avanzo il mio. “Italiani? Ma che bella combinazione! Di dove?” – la scala mobile arriva al piano terra, i due dicono “di Genova” mi scansano con un gesto, e se ne vanno senza degnarmi di uno sguardo, con un ciao che mi muore in gola li vedo sparire in un negozio. Forse avranno creduto che incontrare italiani a Skärholmens Centrum sia una cosa normale? O forse in 50 anni di Svezia, sono cambiato così tanto da non sembrare più credibile? Avrei dovuto rivolgermi in svedese? Non lo sò, e nemmeno mi interessa, anche se non nego che mi fa un certo effetto. 
E SI!!!  Cari connazionali: Siete diventati davvero così schivi, diffidenti e introversi? Avanti confessate, da quando in quà vi piace fare gli svedesi?!?!? Da quando l`approccio con uno sconosciuto è diventato un problema? Ma non eravamo noi il popolo più cordiale d’Europa? 
Siamo qui,in Svezia,a Stoccolma,a nord che più a nord non si può, a farci massacrare dal gelo,dalla neve,dalla pioggia, circondati da capelloni alti e biondi che manco sanno arrotolare gli spaghetti, tanto che devono tagliarli con il coltello!!! E non hanno ancora capito che la zolletta di zucchero va sciolta nel caffè, non s`infila sotto il labbro superiore.
Io sono arrivato al capolinea, ma lo dico per voi che dovete proseguire la corsa.
Non laciatevi appassire come piante senza ossigeno, conservate la vostra italianità, restate vivi, non rinunciate a regalarvi a vicenda quel pizzico di nostrano calore umano, tanto prezioso, quanto raro a queste latidutini. Se un "vecchietto", (il virgolettato è d`obligo...) con accento laziale (aooh..che sia stato questo il vero problema...?) su una scala mobile vi apostrofa con ingenua curiosità, ma con genuino entusiasmo duro a morire, guardatelo negli occhi, non scansatelo, ditele da dove cazzo venite...!! Raccontatele l`ultima barzelletta su Salvini, lasciatelo andare per la sua strada, con un sorriso in più, che la vita quassù, è gia tanto grigia di suo. Buona vita a tutti da nonno Franco a Stoccolma.



Venti poesie d’amore e una canzone disperata


Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.
Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.
A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l’anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.
Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perchè mi investirà tutto l’amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?
E’ caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.
Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.

(Pablo Neruda – Venti poesie d’amore e una canzone disperata)
*********
“Per qualcuno il freddo di oggi significa  inbacuccarsi nel proprio cappotto, nascondersi il viso dietro una sciarpa  
Per quelli come me invece, il freddo significa abbracci, significa stare più vicini per sentire i battidi del cuore.
Per quelli come me, che vedono l’amore persino in una ciotola di calda minestra di lenticchie, non esiste niente di più bello che tenersi per mano, come in questa notte di un gelido inverno svedese.”
Buonanotte da nonno Franco.



Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.