domenica 28 febbraio 2016

Oggi sono 30 anni. Da quando la Svezia perse la sua innocenza.


La Svezia perse la sua “innocenza” in una fredda sera d`inverno in Sveavägen una delle principali arterie di Stoccolma è un venerdi di 30 anni fa, esattamente il 28 febbraio 1986.
Il primo ministro svedese Olof Palme è uscito da pochi minuti accompagnato dalla moglie Lisbet dal cinema Grand dove ha assistito alla proiezione del film i Fratelli Mozart del regista Suzanne Osten.
Nella Svezia di quegli anni le scorte non hanno ragione di esistere,del resto lui non si è mai preuccupato della sua sicurezza personale, il suo numero telefonico è registratoto nella guida telefonica di Stoccolma.
Il cinema Grand a Stoccolma
Nelle sere d`inverno non rinucia alla sua passeggiatina dopo cena nei vicoli della città vecchia (gamla stan) dove abita da tanti anni con la moglie Lisbet,mentre d`estate non è raro incontrarlo mentre “scorazza” in bicicletta per il centro di Stoccolma.
Un episodio accaduto qualche anno prima è restato famoso. L’auto ministeriale che stava portando Palme all’aeroporto Arlanda di Stoccolma si blocca per un guasto meccanico a pochi chilometri dalla meta. Il primo ministro non ha alternative: o perdere l’aereo o cercare di raggiungere l’aeroporto facendo l’autostop. Optò per la seconda soluzione. 
Sono intanto passate da poco le 23.
È una notte buia, tipica del rigido inverno di Stoccolma. I coniugi Palme hanno da poco salutato il figlio Mårten e la fidanzata. Mentre sono indecisi se fare a piedi il tratto di strada che conduce alla loro abitazione o prendere la metropolitana come hanno fatto nel tragitto di andata, un uomo si rivolge al primo ministro. Palme si volta d’istinto. Lo sconosciuto spara a bruciapelo alcuni colpi di pistola contro il premier. Uno dei proiettili ferisce di striscio sua moglie. Per un attimo Palme guarda in faccia il suo assassino, poi si accascia al suolo. Lisbet urla disperata e chiede aiuto. Il killer lascia indisturbato il luogo del delitto. Palme muore poco dopo in ospedale. Aveva 59 anni. Fin qui la scena del delitto politico - il killer è tuttora sconosciuto - che sconvolse la Svezia nel 1986 e che spezzò la “terza via” tra capitalismo e comunismo che stava praticando la società svedese guidata da Palme.
Palme era un leader molto amato e molto odiato in patria (ma anche all’estero) per le caratteristiche radicali della sua politica. Era diventato premier nel 1969 raccogliendo il testimone di Tage Erlander. Sconfitto poi nelle elezioni del 1976 era tornato a guidare il governo nel 1982 ed era ancora primo ministro quando fu ucciso nel 1986. Basta ricordare alcune scelte politiche della Svezia nel periodo di Palme per capire la qualità della sua “terza via” sul fronte internazionale: no alla guerra in Vietnam (pagata con la temporanea rottura dei rapporti diplomatici tra Stoccolma e Washington), sostegno ai movimenti di liberazione nel Terzo mondo e di quelli democratici in un’Europa che fino a metà dei Settanta aveva regimi fascisti ad Atene, Madrid e Lisbona, contrasto dell’espansionismo sovietico, ferma posizione anti-riarmo in Europa dei primi anni Ottanta, mediazione nei conflitti internazionali su mandato dell’Onu (come nel caso della guerra Iran-Iraq iniziata nel 1980). In politica interna si assistette negli anni di Palme a uno sviluppo senza precedenti del peculiare welfare che fece parlare di un “modello svedese” a cui guardare ammirati.
Vi consiglio di leggere un libro di Monica Quirico: "Olof Palme e il socialismo democratico." Questo libro traduce per la prima volta in italiano testi e discorsi di Palme. Da qui la sua utilità perché va a riempire il buco nero dell’editoria politica italiana rispetto a uno dei personaggi più originali della storia della socialdemocrazia europea. Basti citare un episodio che lo vide protagonista. Nel Natale del 1972, appresa la notizia del bombardamento della città di Hanoi da parte degli aerei americani B52, Palme decide di rendere pubblico un comunicato del suo governo leggendolo alla radio (il testo è riportato nel libro): «Non ci sono ragioni militari per i bombardamenti. Fonti militari a Saigon negano che fossero in corso preparativi in questo senso da parte dei nordvietnamiti. I bombardamenti non si possono neppure attribuire alla rigidità nordvietnamita al tavolo delle trattative. L’opposizione agli accordi dello scorso ottobre a Parigi, come fa notare il New York Times, viene soprattutto dal presidente Thieu di Saigon. Quello che invece si fa concretamente è colpire una nazione e un popolo per umiliarli e costringerli a sottomettersi al linguaggio della forza. Per questo, i bombardamenti sono un crimine. Nella storia ce ne sono stati molti. E spesso hanno dei nomi: Guernica, Oradour, Baij Jar, Ridice, Sharpeville, Treblinka. La violenza ha trionfato in quelle occasioni. Ma il giudizio del mondo si è abbattuto duramente su chi ne porta le responsabilità. Ora c’è un altro nome da aggiungere alla lista: Hanoi, Natale 1972».
Olaf Palme e sua moglie Lisbet.

La Svezia moderna ha convissuto con il trauma dell’omicidio politico di Palme, a cui nel 2003 seguì quello del ministro degli esteri socialdemocratico Anna Lindh.
Anna Lindh
Olaf Palme
Nel 2002 un film su Palme dei registi Maud Nycander e Kristina Lindstrom ha avuto un enorme successo in Scandinavia riaprendo i cassetti della memoria di Svezia sul personaggio Palme e sulla fortunata stagione socialdemocratica degli anni Settanta e Ottanta. C’è anche chi azzarda un paragone non del tutto eccentrico in questo trentesimo anniversario: per determinazione e radicalità, Palme è esempio di coerenza e innovazione nella tradizione dei socialdemocratici così come lo è Ernesto Che Guevara rispetto alla tradizione comunista.
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Chi uccise Palme in quella tragica notte d`inverno forse non lo sapremo mai, ma tutti noi capimmo che il nostro modo di vivere sarebbe cambiato radicalmente ed anche in fretta in coseguenza che la Svezia aveva perso per sempre la sua innocenza, in quella fredda notte di un inverno di 30 anni fa.
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Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.