lunedì 13 aprile 2015

“Nessun luogo”


Ricordo, era un giorno d`Aprile del 1965, ricordo quel che vedevo e quella sensazione che sale fino alla gola e blocca tutto il resto. Una risposta chiara e forte.
Come dicevo era la primavera del 1965. Quell’anno mi ero trovato a dover ridiscutere tutto. 
A dover gestire un momento di passaggio. Mi ero come ritrovato in mezzo al deserto, senza sapere quanti giorni di cammino mi separassero dalla salvezza, quanti prima di poter approdare a uno spiraglio, una possibilità di ricominciare.
La "Piccola Città" negli anni 60.
Intanto le ferie arrivarono anche in Ericsson le prime ferie della mia vita e con loro la mia prima automobile una 500 acquamarina, consegnatami dalle mani gentili di un`impiegata della ditta ”Fattori” un nome che era una garanzia per la nostra ”Piccola Città.” Partì da solo. Mi diressi verso nord, senza conoscere bene tappe o tempi. Dovevo ancora chiudere il conto con me stesso, lasciato in sospeso da un paio di mesi. Dovevo fare i conti con alcuni fantasmi. E una notte mi ritrovai a guardare Vienna dall’alto, le luci come pennellate fumose, sulla collina e giù, ad addolcire la pianura, per poi risalire sull’altro versante. Allora, guardando giù provai quella sensazione di cui dicevo, l’improvviso abbraccio di tutta quella bellezza e pensai che volevo provare quella bellezza, che al di là di ogni ferita o difficoltà c’era una bellezza insita nelle cose, fruibile da prospettive non studiate. Quella vista mi calmò. Continuai a guardare e il giorno dopo ripartii, abbandonando Vienna, diretto verso la Baviera. Dopo quel deserto si rivelò molto, molto, molto lungo, ma questa è un’altra storia. Una sensazione in qualche modo simile, anche se più matura, la provai in una notte di fine Agosto di qualche anno fa, quando rimasto oramai solo iniziai a leggere un libro, una raccolta di brevi racconti di viaggi, con il titolo Nowhere “Nessun luogo”, un viaggio verso un “non posto”.
Credo allora che dobbiamo stupirci, rivalutarci e sfidarci ai limiti delle nostre forze facendo tesoro delle nostre esperienze, negative o positive non ha importanza è noi che dobbiamo gestire. Tuffarci nel nostro mare, quello azzurro di casa nostra e, con bracciate sicure, raggiungere l`orizzonte, oltre il futuro. Trattenere il fiato quando il vento ci schiaffegerà il viso.
Buttaremo fuori l’aria di colpo e rimaremmo senza, e ingoieremo acqua, ancora e ancora.
Fino all’ultimo respiro per poi tirare su la testa, ancora storditi; scoprirsi confusi ma migliori per ritrovarsi insieme nuovamente.
Di fronte ad un nuovo scopo: Vivere.

Stop all'import delle scimmiette svedesi.


Quattro scimmie amazzoniche che dovevano essere trasferite dalla Svezia all'Arabia saudita sono ferme da giorni all'aeroporto di Stoccolma in attesa della soluzione di una disputa diplomatica con Riad, che ha sospeso i visti d'ingresso dalla Svezia. Gli uistiti pigmei, tra i primati più piccoli al mondo con una lunghezza di meno di 15 centimetri, sono nati un anno fa nello zoo di Stoccolma e sono diretti a uno zooo alle porte di Riad. "Le autorità saudite non ahnno concesso la licenza di importare le scimmie ... A causa della situazione politica" ha detto Jonas Wahlström, guardiano dello zoo di Skansen.
Il no all'import delle scimmiette è arrivato dopo che la Svezia ha sospeso un accordo militare con l'Arabi Saudita. A marzo Riad ha richiamato il suo ambasciatore e congelato i visti per lavoro dei cittadini svedesi accusando Stoccolma di "flagrante ingerenza" nei suoi affari interni. La colpevole è il ministro degli esteri svedese Margot Wallström che ha accusato lo Stato del Golfo di essere una "dittatura" che viole i diritti delle donne e frusta i blogger.
La settimana scorsa Stoccolma ha detto che le relazioni si sono "normalizzate" grazie a un lavoro diplomatico che ha impegnato in prima persona il re Carlo XVI e il premier Stefan Löfven. "Siamo stati informati che riprenderanno a concedere visti" ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Johan Tegel. Intanto le scimmie devono attendere il loro turno in coda con coloro che devono entrare nel regno arabo per lavoro.
Margot Wallström
Intanto la signora Wallström irride il veto anti-scimmie commentando: «Non ci danno più i visti per gli uomini d’affari, ora forse dovremo chiedere di averli anche per le scimmie». 
(källa: Afp)


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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.