Io posso garantirvi che ha moltissimi punti in comune (praticamente tutti) anche con la Svezia su cui riflettere.
Vi propongo questa “ricettina" per un espatrio di successo dove Eireeen sconsiglia di lasciare l’Italia per l’estero se:
1. Lo state facendo per risolvere tutti i vostri problemi.
L’espatrio non risolve i problemi, li moltiplica. Quantomeno i primi anni.
2. Emigrate pensando che andrete a vivere nella terra di cuccagna, dove il lavoro si raccatta per strada, gli stipendi sono altissimi, le case enormi e a prezzi ridicoli, la gente è amichevole e accogliente, il clima favoloso, i servizi eccellenti, la città mozzafiato. Ora, d’accordo che ad esempio la Germania è uno dei pochi paesi in Europa che ha resistito alla crisi, ma questo non significa che essa sia un Eden.( Idem per la Svezia.) Va bene: avete letto che un operaio tedesco prende il doppio di uno italiano; ma vi siete chiesti quanto di quello stipendio va in tasse? E il costo della vita, com’è? E poi voi, venendo qui, potreste fare l’operaio? O essendo stranieri dovreste adattarvi a fare il gelataio? Siete disposti? E comunque anche per fare il gelataio, oggi in Germania ci vuole un corso di formazione certificato.( In Svezia anche per fare le pulizie...) Quindi….
3. State scappando da qualche situazione interiore difficile. Se, ad esempio, fuggite perché “qua sono infelicissimo, ma all’estero troverò la gioia di vivere”, state pur sicuri che anche nel vostro paese di destinazione sarete infelicissimi. Se invece state venendo via da casa perché, esempio classico, il vostro problema è uno stipendio da ricercatore ridicolo e altrove vi offrono il triplo, allora il discorso cambia.
4. Non siete flessibili. Dovunque andrete, ci sarà da
adattarsi a vari livelli. Sia che vi spostiate da Barberino del Mugello a
Wellington, Nuova Zelanda, sia che vi trasferiate da Milano a Lugano, dovrete
affrontare cambiamenti più o meno ingenti. Dovrete – tra gli altri – adattarvi
ad un clima diverso, a gente nuova, ad usi apparentemente bizzarri, a costumi
ai vostri occhi incomprensibili, ad una lingua che spesso non è la vostra, a
modi di fare forse inconsueti, ad un’alimentazione curiosa, a mentalità diverse
e con cui a volte vi scontrerete anche con violenza. E siete a casa loro, non
vostra. Quindi, come detto, siete voi a dovervi adattare.
5. Non siete disposti a fare della gavetta. Anche se siete un
professionista ultra-qualificato, che viene trasferito dalla propria ditta a
una sede estera, dovrete comunque, per certi aspetti, ripartire dal basso.
Tanto più se volete invece emigrare allo sbaraglio, con nessun titolo in tasca
e nessuna certezza. Tanto per ribadire quanto detto al punto 2: magari in
Italia avete conseguito una strepitosa laurea in giurisprudenza con lode e
dignità di stampa, ma arrivati in Germania, ad esempio, al massimo potrete
aspirare a diventare addetto call centre in Italiano, almeno all’inizio. (In Svezia non c`è nemmeno questa possibilità...)
6.Non avete voglia di imparare una lingua straniera. Il discorso vale in generale, tranne ovviamente se nel paese di destinazione si parla la stessa lingua del vostro paese di provenienza. Per il tedesco, come ho detto più e più volte, il discorso vale doppio. Imparare questa lingua raffinata e machiavellica richiede un’enorme costanza, dosi industriali di pazienza, secchiate di precisione e molto molto amore. Se, che ne so, siete una persona a cui già imparare lo spagnolo sembrerebbe difficile come mandare a memoria la Divina Commedia, allora lasciate proprio perdere da subito.
7. Non avete messo in conto diversi momenti drammatici tra
senso di solitudine e disorientamento, flash di machimelhafattofarismo, giorni
cupi, noia, nostalgia di casa tipo mal d’Africa, depressione e certe volte
anche distillati di disperazione pura. Non sto dicendo che vi verranno tutti
questi sintomi insieme o che starete sempre male; anzi, magari non ve ne verrà
neppure uno e sarete felicissimi fin dall’inizio. Molto dipende dal vostro
carattere, va da sé.
8. Detto ciò, se avete controllato la check-list e constatato
che, nonostante tutto il desiderio di espatriare vi è rimasto, il coraggio non
vi manca, la voglia resiste, la curiosità domina, lo spirito di avventura urla
dentro di voi; se bramate un cambiamento, se siete curiosi, aperti, flessibili,
se piace la vita con tutto quello che porta con sé, ma davvero tutto, allora
partite senza remore; non indugiate. Vi divertirete...!