domenica 19 luglio 2020

Quando attraversavo un ponte di 6 Km per comprare patate e uova fresche.

Domenica mattina sono le 6:47. C`è un bel cielo azzurro e tanto sole. La temperatura è già di 22°C, speriamo bene. Certo oggi ci starebbe bene una bella gita all`isola di Öland, tanto basta passare il ponte. Buona Domenica a chi passa da quì. A proposito passiamo il ponte...? Io ho oggi mi sento un vagabondo...!. ❤️🙋‍♂️
Quando arrivai in Svezia questo ponte che collega  il breve tratto di mare tra la terra ferma e l`isola di Öland (la seconda isola del Regno) ancora non c`era. Infatti i lavori iniziarono a dicembre del 1967 appena tre mesi dopo la storica decisione di passare dalla guida a sinistra a quella destra. (finalmente... era un incubo...!!)  La costruzione iniziò a pieno regime solamente a metà del 68.Quando in Italia i nostri futuri ingegneri giocavamo a rimpiattino con i poliziotti a Valle Giulia. Dopo appena quattro anni nel 1972 il ponte veniva inaugurato da Carlo Gustavo Re di Svezia. Con il lancio di una bottiglia di spumante di scarsa qualità. Uno spreco immane per i rudi abitanti dell´isola di Öland. 
Una bella foto di quel tempo. Inizio anni 70
Quel giorno il ponte con grande orgoglio dei discendenti dei ritrosi e timidi vichinghi (lo dicono loro che sono ritrosi e timidi, lo reputano un difetto, tanto che a noi italiani ci invidiano moltissimo)  deteneva anche un record. Era il più lungo d`Europa con ben: 6 072 metri. Mantenne questo primato fino a quando in un mattino pieno di sole e speranze per il popolo portoghese nell`anno di grazia 1998 il rekord venne letteralmente polverizzato a Lisbona dal "Vasco da Gama." Un nome che è tutto un programma. Comunque, ancora oggi in nostro bravo ponticello si batte bene ed è ancora oggi è tra i più lunghi d`Europa. "Ma allora cade."  Direte voi dato che sono quasi 50 anni. 
Manco per niente... Questi senza dir niente a nessuno, colpa sempre della loro proverbiale timidezza del cavolo. Sono stati costretti nei primi anni 90 a rinnovarlo con grossi interventi alla struttura portante. Durante un lavoro di manutenzione preventiva si accorsero che la salsedine cosa normalissima in un ponte a sbalzo sul Mar Baltico ci aveva messo del suo. E cosi si accorsero che i 112 piloni del ponte davano segni evidenti di usura sotto forma di sbriciolamento e tracce di ossidazione. (Niente di strano. Anche questo è un processo naturale.) Anche lo spessore iniziale di cemento si era assottigliato essendosi diluito in più parti a contatto con l`acqua salmastra. Il mare presentò il conto a noi umili e fedeli contribuenti del Regno di Svea di ben 1097 milioni di corone svedesi da investire tra il 1982 e il 2011. Circa 80 milioni di corone se si rapporta al valore corrente. 
E così il ponte fu salvato insieme ad un sacco di vite umane. A pensarci bene un costo veramente irrisorio. Ma adesso bando alle chiacchiere venite con me. Dovete sapere che io sono molto affezionato a quest`isola. Eravamo giovani (due ragazzini) ci venivamo spesso in bicicletta. Ancora il ponte non c`era, si saliva su un traghetto che tutti i giorni faceva la spola trasportando patate, uova, pollame che i contadini del luogo venivano a vendere ai mercati generali di Stoccolma. 
Quindi avevamo tutto il tempo possibile e immaginabile di esplorare l`isola in lungo e in largo con la bicicletta per me amante di questo umile mezzo di trasporto una autentica manna dal celo. Non si pagava e volendo non si scendeva nemmeno dalla bici, si ritornava la sera con lo stesso traghetto
A volte rimanevamo anche la notte dormendo in una piccola canadese che ricordo di color verde. Proprio in questo tratto di costa dove ancora pascolano le mucche. La mattina ci svegliavano cercando di entrare nella tenda non sò perchè cominciavano a lecchare con insistenza la parte dove dormivo io...e mia moglie che correva fuori per scacciarle, agitando le sue lunghe braccia e urlando. (Non sò perchè ma mi ricordava tanto Clarabella, la moglie di Orazio.)
SÌ! È proprio quì che mettevamo la tenda, il posto che vedete nella foto. 
Posto molto caratteristico dell`isola si chiama Neptuni Åkrar (il nome è stato dato da Linneo il grande botanico svedese durante un suo soggiorno nell’isola pare nel 1741) proprio quì all’estremo nord ovest dell’isola. Vi avverto. Se volete visitarlo preparatevi a fare parecchi chilometri per arrivarci le strade sono delle mulattiere e non possono certo essere considerate a scorrimento veloce. Quello che rende unico questo posto è che i marosi e le tempeste che per migliaia di anni di anni si sono infranti sulla costa dell`isola hanno lavato, rilavato e risciacquato questo tratto di costa scorticandolo a dovere e lasciando solo la nuda e cruda roccia. 
Allora avete capito. Se avete l`occasione di visitare quest`isola mi piace pensare che vi siete fermati proprio in questo punto, tra mucche e rocce corrose dal tempo, per fare una piccola escursione. Solo per questo. E non pensate sempre a male...!! Vi sembrerà di stare sulla luna (a parte che c’è il mare) e chissà. Forse con un pò di fortuna potreste trovare tantissimi fossili (ecco forse... perchè non si possono prendere si rischia la galera meglio di no). 
È vero! Tutta l’isola ha una natura particolare diversa da quella che si trova sulla terraferma. Quasi quasi non sembra neanche di essere in Svezia. (Ma questo l`ho già detto in un altro post.)
Beh, visto che sono rimasto il bravo ragazzo dI sempre vi metto anche qualche foto che ho fatto qualche settimana fa.
La panetteria Andréns Bageri.
Per fare colazione vi consiglio di fermarvi da Andréns Bageri. Credo che questa panetteria ci sia sempre stata. 
C`è ogni ben di Dio. Anche il gelato più morbido del mondo (mjukglass) non è male. Dite la verità vi è venuta voglia di venirci. Eccovi la mappa! 
Non contate su di me, io non ci sono, sono troppo vecchio. 
Baci e abbracci svedesi per tutti da nonno Franco.   
*****                                                    

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.