Ma che ne
sapevo io? Novello Peter Pan, alla ricerca dell`isola che non c`è, un mondo
magico, popolato dai sogni che mi ero creato per anni lì a casa mia nei lunghi
pomeriggi d`estate passati su una panchina del viale cittadino. "E che
noia" dicevo sempre.
L’arrivo ad
Arlanda,“movimentatissimo” aeroporto di Stoccolma era stata un’emozione
straordinaria; mi venne a prendere un gentile dipendente Ericsson, che non
conoscevo e capivo ben poco.
E mi vidi sfuggire Stoccolma, lì, nella VOLVO Amazon grigia,
mentre ci allontanavamo dal centro dalla città, avanzando su uno di quei
imponenti ponti della Stora Essingen visti solo in televisione nei film
americani, verso le zone periferiche…Ma…non restiamo a Stoccolma, vicino al
Palazzo Reale? Dicevo o
pensavo, anch’io convinto che tutti gli Svedesi abitassero a breve distanza dal
Palazzo Reale e da Gamla Stan.(città vecchia)
Dei cani
abbaiavano nei giardini del retro, bambini biondissimi e scalzi correvano nei
giardini, con pistole ad acqua, ridenti, spensierati, liberi.. Hej, mi dicevano
e io non capivo, perchè credevo che ciao si dicesse hello. Nuova questa lingua
svedese strana…
Una vita
fa. Surreale per me, cresciuto in un quartiere povero di Civitavecchia inmerso
nel dolce chiasso cittadino.
E qui oggi, questa mia vita, a pochi passi da "Johan
Skyttesvägen." Chi l’avrebbe mai immaginato. Sempre uguale, questa strada
di Älvsjö, alcune delle villette hanno il "rosso Falun" un pò sbiadito,
altre sono state imbiancate (o pitturate di un giallo molto chiaro e grigio
sabbia!), i fiori sempre teneramente curati, i bambini cresciuti, i biondi
sembrano essere partiti, ed altri (bruni) li hanno sostituiti.
Ma la calma pomeridiana è sempre la stessa, anche le
macchine sembra che non vogliano far rumore, il marciapiede è quasi tutto
all’ombra e i cani fanno sempre lo stesso casino quando passo vicino a gli
steccati. "Svensk förort" (sobborgo svedese) . Sì, sono
smarrito. Ma solo un pò!
(Alla prossima.)