sabato 29 agosto 2015

Buongiorno a chi nella fragilità ha trovato la sua forza.


Buongiorno
alla sensibilità.
A chi si sente
fragile e piccolo.
A chi per questo
ha sofferto molto.
A chi gli basterebbe
un sorriso mancato
per sentirsi morire.
A chi gli basta una carezza,
un abbraccio forte,
un "andrà tutto bene".
A chi gli basta
il mare un po' agitato,
un nonno seduto
alla panchina da solo
o un cane abbandonato.
Buongiorno
a chi ha il cuore tenero
ma anche tanto forte.
A chi sembra debole
ma non lo è.
A chi sa usare
gli artigli.
A chi sa essere duro
con chi se lo merita.
A chi non si fa più
prendere in giro.
A chi sa farsi
rispettare.
Buongiorno
a quei duri che poi
sono immensamente dolci.
A chi si emoziona per
una risata di bambino,
per una foglia che cade,
per il cinguettino di uccelli,
per un tramonto più rosa del solito.
A chi sorride con poco.
A chi ha spalle grandi
e piene di sbagli
e sa cosa vuol dire
non ricevere un abbraccio.
A chi per questo
ne regala molti.
A chi ne chiede tanti.
A chi gli basta poco
per sentirsi amato.

A chi ha provato cosa vuol
dire sentirsi abbandonato.
A chi è stato lasciato solo.
A chi poi è stato ritrovato.
Buongiorno a chi
nella fragilità
ha trovato la sua forza.


venerdì 28 agosto 2015

Fyrvaktaren. (Il guardiano del faro)


Il guardiano del faro di Camilla Läckberg, tradotto da Laura Cangemi è uscito da qualche mese  anche in Italia Edito in patria nel 2009 con il titolo di Fyrvaktaren si tratta del settimo romanzo dell’autrice svedese, come sempre ambientato nella natia Fjällbacka e incentrato sulle figure dell’ispettore Patrik Hedstrom e della scrittrice Erica Falck.
In questo libro la storia comincia con una donna alla guida di un’auto che, mani sporche di sangue, in una notte d’estate guida a tutta velocità lungo la strada che da Stoccolma porta alla costa ovest. Si chiama Annie e sta scappando assieme al figlio di cinque anni in direzione dell’isola di Gråskär, posta nell’arcipelago di Fjällbacka. C’è un motivo perché Gråskär è chiamata da tempi remoti Gastholmen, l’isola degli spettri. Chi vi moriva non la lasciava mai. Lo dicevano gli abitanti dell’arcipelago di Fjällbacka, con uno strano luccichio negli occhi. Eppure, l’isoletta è bellissima, con un faro e una sola casetta, circondata dal verde. Non è possibile che un posto così bello nasconda qualcosa di malvagio. L’antica leggenda svedese ha un ruolo preciso nel romanzo di Camilla Läckberg, la regina di Svezia del giallo, “Il guardiano del faro”. Un posto tranquillo, ma decisamente solitario questa  Gråskär o Gastholmen, come la preferisce indicare la vecchia storia dei fantasmi che popolerebbero lo scoglio isolato, passata di bocca in bocca. Annie ci crede e si è ritirata senza esitazione sull’isola vuota, col figlioletto Sam, di cinque anni. L’avvio del thriller la vede dirigersi in auto, con le mani insanguinate, verso il molo, per raggiungere un battello. Lei laggiù si è sempre sentita bene, è consapevole delle presenze e non ha mai avuto paura, sa che non le vogliono male.
Ricorda i sussurri di notte, le voci, nella sua infanzia. Quando si era svegliata l’orologio segnava le tre. Li aveva sentiti, parlavano, di sotto. Una sedia che grattava contro il pavimento. Di cosa discorrevano tra loro i morti? Di quello che era successo prima che morissero o di quello che stava accadendo in quel momento, molti anni dopo? Sua madre aveva notato che da piccolissima a volte rideva e agitava le braccine, come se avesse visto qualcosa di invisibile a tutti gli altri. Crescendo, era capitato sempre più spesso. Una voce, uno sprazzo di luce, la sensazione di non essere sola nella stanza. Restava ad ascoltare le voci, finché lentamente la cullavano nel sonno. E la mattina le ricordava solo come un sogno distante. Annie è stata compagna di classe di Erica Falck a Fjällbacka. Biondissima, la più bella di tutte, sicura di sé, affiancata da quell’adone di Mats Severin. La giovane Falck, invece, era tra gli invisibili. Si riteneva e veniva considerata insignificante, non tanto in basso nella scala sociale scolastica da meritare attenzioni sgradite, scherzi atroci e atti di bullismo, ma nemmeno così popolare da ascendere tra i vip dell’istituto. Un insoddisfacente e anonimo niente. Il brutto anatroccolo è poi diventato la straordinaria Erica, scrittrice e investigatrice per passione, oltre che brava moglie, partner amorevole e spalla di Patrik Hedström, il migliore elemento della polizia di Tanum. È lei, Erica Falck: intuizione, capacità di ragionamento, quel tanto di istinto che non guasta, molto buon senso. Nella sua vita e in quella del marito è piombata felicemente la piccola Maja, poi sono arrivati due gemellini urlanti, Anton e Noel, in circostanze meno fortunate. Certo, anche loro sono una benedizione per la coppia, al di là del severo impegno e delle attenzioni che pretendono. Sono nati prematuri, subito dopo l’incidente stradale costato la vita al cuginetto, figlio della sorella Anna. Non ha retto allo scontro e al parto.
Dunque, Annie si è ritirata sull’isoletta con Sam, sempre molto tranquillo, fin troppo. Quanto a Mats o Matte, come lo chiamano i suoi, responsabile del servizio finanze del Comune, viene ucciso con un colpo di pistola nel suo appartamento ed è certo che prima è stato in visita a Graskar. Perchè?
Sull’isola, nel 1870, si è sviluppata la vicenda di Emelie, raccontata ad ogni inizio di capitolo del romanzo della Läckberg. Era serva in un podere e il figlio del padrone, all’improvviso, le chiede di sposarlo. Karl è il nuovo guardiano del faro, con l’aiutante Julian. Sullo scoglio sono in tre. 
Diventano quattro, alla nascita di Gustav, ma la vita è tutt’altro che spensierata in quell’angolo isolato dell’arcipelago, popolato di rumori, di voci, di presenze. Gråskär o Gastholmen, l’isola dei fantasmi?
Camilla Läckberg, nella sua Fjällbacka
Come i precedenti volumi campione di vendite in patria, Il guardiano del faro ha visto i lettori svedesi abbastanza concordi nel giudicare positivamente questa nuova opera di Camilla Läckberg.
Se siete tra quanti aspettavano di mettere le mani su questo settimo episodio della serie, non mi resta che augurarvi buona lettura. 
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Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.