Ecco. Era già capitato qualche tempo fa e non lo avevo scritto. Ma oggi oggi è successo di nuovo
Sto parlando di solitudine. Solitudine che spesse volte ha come bersaglio persone come me: “un pochino anziane,” con minori difese, sia fisiche che psicologiche di un giovane.
Come spesso accade quando stò in Svezia, questa mattina per tenere a bada il valore glicemico mi sono fatto una lunga passeggiata. Poi come sempre al ritorno è mia abitudine sedermi sulla solita panchina, sotto casa mia per "ripendere fiato..."
Oggi mentre "cercavo" di riprendere fiato si è avvicinato un signore sulla settantina...???. Per la verità, un pochettino eccentrico nell’ abbigliamento. Pantalone grigio scuro, camicia fucsia tinta unita, cravatta multicolore con venature gialle, nere e rosse, maglione di lana grigia di lana di circa una taglia più grande del dovuto. Non molto alto per essere svedese, la pancetta appena pronunciata, i capelli biondicci sembrano tinti un po’ lunghi dietro e occhiali da vista calati a tre quarti sul naso.
È un vicino di casa, già visto in una riunione condominiale, ma con cui non ho confidenza e con il quale non mi sono mai soffermato a scambiare più di due parole.
Mi volto
verso di lui sorridendo e rispondo: ” Oh, Buongiorno. Sì, sono io che ho
scritto il protocollo. “
”
Complimenti, bravo. Ancora non l’ ho letto, ma bravo! ”
( Ma non è
meglio fare i complimenti dopo averlo letto? Metti che l`ho scritto male! Ma tanto
oramai...! )
” Hai
figli? ” ( si salta di palo in frasca )
” Si, ne ho
due! E due nipoti“
” Ecco
bravo, i tuoi saranno stati educati all`italiana, così almeno ti verranno a
trovare. Anche io ne ho due, ma non li vedo mai. Troppo impegnati a farsi gli
affari loro. Ed ora che non c’ è più mia moglie… sono solo. Sono solo
come un cane!! Soffro di solitudine. Soffro molto di solitudine! E’ brutto, bruttissimo sai! “
Resto per
un paio di secondi immobile in silenzio ad osservare quell’ uomo,
apparentemente simpatico, ma allo stesso tempo schivo…Vorrei spiegargli che
purtroppo in Svezia è un male commune (anche mio…) Ma lui taglia corto:” Scusa
il mio sfogo. Non voglio disturbarti oltremodo. Buona giornata. “
”
Buongiorno a lei. Arrivederci. “Continuo ad osservare l’uomo dirigersi verso la sua automobile. Mi ha un pò colto di sorpresa il suo sfogo. Confesso di essere rimasto senza parole.
La mattinata é passata in fretta. Ma con un piccolo retrogusto amaro.