martedì 13 aprile 2010

Oggi voglio farvi conoscere Jan Guillou. (Janne)

 
Oggi voglio farvi conoscere (per chi ancora non lo conosce) Jan Guillou, nato a Södertälje nel 1944 dove ancora vive (ad un tiro di schioppo da casa mia) Janne come lo chiamano gli amici è uno scrittore e giornalista svedese figlio di immigrati. Le sue opere più famose sono romanzi di spionaggio che hanno come protagonista l'agente segreto svedese Carl Hamilton, oltre ai quattro libri del "romanzo delle crociate", basati sulle vicende del Templare Arn Magnusson e dei suoi discendenti.

Io oggi voglio consigliarvi di leggere un suo libro "Ondskan", bestseller in Svezia, edito in Italia come "La fabbrica del male", da cui è stato tratto il film "Evil - Il ribelle", del regista Mikael Håfström candidato agli Oscar 2004 per la Svezia come Miglior Film Straniero.


Il racconto si svolge in Svezia, primi anni Sessanta: l'adolescente Erik è vittima di un padre sadico e violento che lo picchia a sangue sistematicamente al minimo pretesto e di una madre succube e rassegnata. L'allenamento a sopportare il dolore rende Erik un duro, apparentemente freddo e calcolatore, capo di una banda di bulli che organizza attività illecite nella scuola e nel quartiere. Ma la situazione precipita ed Erik viene espulso dalla scuola. Prima che il padre venga a conoscenza dell'accaduto e scateni l'inferno, la madre riesce a mandare Erik in un collegio privato, che però si rivela un ambiente brutale e razzista, retto da un sistema di regole che eguagliano in sadismo quelle paterne: nonostante i sogni di Erik di lasciarsi alle spalle il male distruttivo che ha finora segnato la sua vita, la spirale della violenza non sembra avere fine...

Spietata analisi di una "famiglia che uccide", duro atto d'accusa contro un intero sistema scolastico e sociale e straordinario romanzo di formazione, letto da milioni di lettori e adottato in centinaia di scuole svedesi, "La fabbrica del male" è un romanzo intenso e sofferto, in parte autobiografico, che pone un interrogativo morale che non può non avvincere tutti i lettori del mondo d'oggi: è lecito l'uso strumentale della violenza per sconfiggere il male?
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PS: Ai nuovi immigrati consiglio di leggerlo in lingua svedese (originale)non solo è molto più bello ma vi aiuterà a capire molte sfumature... (nyanser...)

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.