sabato 27 ottobre 2012

Sindrome di Peter Pan




Noi che facevamo ‘Palla Avvelenata’.

Noi che giocavamo a ‘Ruba Bandiera’.

Noi che giocavamo a ‘dire fare baciare lettera testamento’ e sceglievamo sempre baciare.

Noi che mettevamo le carte da gioco con le mollette sui raggi della bicicletta.

Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.

Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d’aria mettendole in una bacinella e poi ci appiccicavamo il tip top.

Noi che il "motom" si accendeva pedalando.

Noi che avevamo adottato gatti e cani randagi che non ci hanno mai attaccato nessuna malattia mortale anche se dopo averli accarezzati ci mettevamo le dita in bocca.

Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa.

Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e lui la prendeva con le mani non era fallo.

Noi che giocavamo a Fiori Frutta e Città (e la città con la D era sempre Domodossola)..

Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.

Noi che avevamo il ‘nascondiglio segreto’ con il ‘passaggio segreto’.

Noi che ci scambiavamo i giornaletti di mandrake e l’intrepido.

Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.

Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno/a.

Noi che si andava in cabina a telefonare.

Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.

Noi che non era Natale se non facevamo il presepe con il muschio che finiva dove cominciava la polenta.

Noi che le palline di natale erano di vetro e si rompevano.

Noi che al nostro compleanno invitavamo tutti, ma proprio tutti, i nostri compagni di classe.

Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.

Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.

Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.

Noi che il bagno si poteva fare solo dopo le 4.

Noi che a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali.

Noi che a scuola ci andavamo da soli e tornavamo da soli.

Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma a casa te ne dava due.

Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.

Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca se non avevamo l’enciclopedia “Conoscere”, mica su Google.

Noi che compravamo le uova sfuse, e la pizza alta un dito, con la carta del pane che si impregnava d’olio.

Noi che si poteva star fuori a giocare a pallone fino a sera.

Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perchè c’era Carosello.

Noi che il primo novembre era ‘Tutti i santi’, mica Halloween.

Che fortuna esserci stati!

Alla prossima e buona domenica


martedì 16 ottobre 2012

"La mia città è un pò così."

La mia città è che un giorno vai in giro con la macchina... Nuova!
Sì nuova, ma non nuova perchè hai i soldi che ti escono dalle recchie, no! Nuova perchè quella vecchia in Svezia hanno deciso di non farteci più camminare perchè inquina. E tu umile suddito del regno di Bernadotter ti appecori allo stato svedese, siccome ti serve per lavoro, ti indebiti per quindici anni e la compri.... E i tuoi concittadini a Civitavecchia pensano: "quello ha fatto -le sorde- in Svezia!!!  Cià la grana!!!...."  Ma poi vedi quel tuo vecchio compagno delle elementari, quello che si arrese dopo la seconda perchè proprio non ce la faceva, che va in giro sul BMW mentre tu triboli su un'utilitaria che ti sembra già "spropositata" per i tuoi mezzi!
La mia città è quindi che tu stai fermo come una salma nel traffico e ti sorpassano a sinistra e ti sorpassano a destra e immancabilmente ti "sbattono", perchè il traffico è talmente caotico che prima o poi ti "sbattono". La mia città è che quando un motorino con quindici persone a bordo cariche della spesa di quindici giorni te sbatte”, è capace che il tizio che ti è venuto "a sbatte" scende pure e te mena! La mia città è che sei fortunato se il tipo va ”de prescia” e non scende e “te prende per collo”, ma ti dice solo “ma li mort. tui” o “te ce manna”! La mia città è che sei fortunato, perchè quello se c'aveva er cortello te sbudellava!
La mia città è che se tu non sei bullo abbastanza e "non ciae le palle", ti stai pure zittino, anzi gli chiedi scusa a quello là se gli hai rovinato la digestione della pizza ricotta e sfrizzoli e se la bor(Z)a della sua fidanzata che straripa trippa dalla maglietta ombelicale, ha tozzoliato contro il tuo specchietto e magari si è un pò "sciupata". La mia città è che se tu cammini in un vicoletto a senso unico che a stento ci passerebbe una bicicletta ma che invece è l'arteria che collega due popolosissimi quartieri, pur essendo a senso unico, ci trovi auto in doppia fila e scooter che sorpassandosi in tripla, ti vengono contro e ti dicono pure immancabilmente “haoo va`addormi a casa…”, perchè li costringi a decellerare ed a rovinarsi la velocità media.
La mia città è che se il mecellaio sotto casa vede i suoi amici che si stanno organizzando con la "stazzionvegon" per andare a fare un giro, in otto in una macchina che porta cinque persone li chiama. E loro si fermano all'improvviso e bloccano tutta la Santissima del traffico...
La mia città è che se protesti civilmente, magari anzi, solo ricordando che entro sera vorresti tornare a casa con un timido "pop" di clacson, bè poi la mia città è che se sei fortunato il macellaio ed i suoi otto amici non ti sbudellano come un vitello e ti appendono a scorrere il sangue nel ghiaccio per mantenerti fresco fino a domani, per venderti a tranci, la mia città è che se sei fortunato, ti dicono solo “li morti e te ce mannano...”
La mia città è che se mentre cammini per i casi tuoi, può capitare che un cd cada dall'ottavo piano e chissà per quale miracolo non ti tagli la testa a metà, come un`anguria con la prova ad agosto. La mia città è che se mentre cammini con la macchina e ti arriva sul parabrezza una sputazza da dieci litri in caduta libera sempre dall'ottavo piano, puoi reputarti fortunato! Essì, perchè intanto il tipo poteva avere il catarro e la consistenza poteva essere più verdognola e collosa che dopo altro che acqua, ci voleva lo sverniciatore! La mia città è che pensi, "quanto sò fortunato. Questo me poteva ammazzà se mi lanciava un vaso o un martello!" La mia città è molto cara, però con soli 2 euro e venti ti puoi permettere il "bus" andata e ritorno che ti porta a vedere come potrebbe essere un paradiso se non ci fossero tutti stì figli di mignotta... E finisce che ti scordi che è sporca. E da lontano sembra un paradiso e che tu sei solo un fottutissimo rompi coglioni, un rompicoglioni sempre pazzamente innamorato di Lei. E che ormai si sta anbientando di nuovo, tanto da sguazzarci dentro come “un sorcio” e non sentirne più la puzza.
Questa è la mia città!!! 




Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.