lunedì 7 ottobre 2013

Lunedì: "Il mal di pancia degli svedesi."


Att bota en baksmälla: (Come si cura una sbornia), è un prontuario (andato a ruba) scritto da Andrew Irving per aiutare i suoi connazionali a prevenire gli inprovvisi;
"giramenti di testa, causa mal di pancia..." che ogni lunedì, come fosse una maledizione degli dei colpisce i discendenti dei Vikinghi, tanto da far aumentare vertiginosamente le assenze dal lavoro per malattia. Causa: "ont i magen" (mal di pancia). Mal di pancia: Tacido accordo tra datori di lavoro e personale, perchè ai figli di Odino un mal di pancia di lunedi non lo si può negare.

Propio così gli svedesi hanno un rapporto difficile con l`alcol e il mal di pancia: mentre in Italia l’alcol fa parte della cultura alimentare, beviamo vino perché è previsto dal pasto. In Svezia invece l’alcol è un tabù, che non ha posto nella quotidianità. Così quando gli svedesi iniziano a bere,sono sfrenati, a tal punto che anche una piccola bicchierata in ufficio dopo il lavoro può trasformarsi in una vera e propria sbornia. Sin dal diciannovesimo secolo il Governo ha cercato di regolare la voglia di bere degli svedesi.
Chi va in vacanza in Svezia forse si stupirà che nei normali supermercati si trovi solo birra con un tasso alcolico fino al 3,5 %, la cosiddetta “Lättöl”. Chi cerca alcolici più forti, o anche solo un buon vino, deve andare a comprarli nei Systembolaget, i negozi di alcolici controllati dallo Stato, durante la settimana questi negozi sono aperti solo dalle 10 alle 18, il sabato addirittura solo fino alle 13.
La politica svedese nei confronti dell’alcol affonda le sue radici nel diciannovesimo secolo, quando la Svezia era la casa dei poveri d’Europa, e la popolazione cercava conforto nella nell’acquavite. In reazione all’enorme consumo di alcol si sviluppò un movimento di astinenza che all‘inizio del ventesimo secolo contava 350 mila aderenti e che chiedeva al regno svedese un divieto totale dell’alcol. Il medico e assessore di Stoccolma Ivan Bratt ideò un compromesso il cui principio è lo stesso sul quale si basa il sistema odierno: escludere gli interessi di profitto privati attraverso la vendita controllata dallo Stato. L’omonimo sistema Bratt introdusse anche un libretto di razionamento, il cosiddetto motbok,(vedi foto in basso) che veniva concesso solo a uomini e donne nubili con più di 25 anni e solo in cambio di molte informazioni personali.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando i razionamenti di qualunque sorta divennero impopolari, il sistema Bratt fu eliminato. Tuttavia il Governo svedese volle limitare il consumo di alcolici applicando un’elevata tassazione su queste bevande.
L’ingresso della Svezia nell’Unione Europea, nel 1995, ebbe ampie conseguenze anche in merito all’alcol: in base al principio di libera circolazione delle merci, le importazioni, le esportazioni, la distribuzione e la produzione dovevano essere liberalizzate. Ma, nonostante questo fatto, o forse proprio in seguito a ciò, non è cambiato nulla nella “missione” dello Stato: l‘apparizione su internet dei “Systemet”, come vengono chiamati comunemente i negozi statali di alcolici, informa in modo dettagliato sui rischi dell’alcol. Risulta evidente che i controlli dello Stato e i tentativi di evangelizzazione dei Systembolaget non risolvono il problema, ma lo trasferiscono solamente, e nel vero senso della parola, perché lo trapiantano verso gli economici Stati esteri. Chi, ad esempio, viaggia sul traghetto tra la danese Fredrikshavn e la svedese Göteborg, incontrerà quasi certamente degli svedesi che si sono riforniti in Danimarca di alcol a poco prezzo e che lo trasportano a casa su dei carrelli a mano. Anche Rügen nella vicina Germania è una meta di “shopping” amata dagli svedesi. Si può raggiungere comodamente via traghetto e ci si può rifornire di vino in Tetrapak e vodka in cartone ad un prezzo ancora più basso che in Danimarca. In Germania l’alcool è così economico che, nonostante i costi di viaggio, l’acquisto all’ingrosso si rivela comunque conveniente per i turisti dell’alcol.
Ma gli svedesi non sono i soli a essere appassionati di viaggi: godono infatti dell’ottima compagnia dei loro vicini scandinavi. Anche molti danesi attraversano volentieri il confine tedesco per fare un carico di alcol, mentre i norvegesi, che tra gli europei sono quelli che pagano le tasse più alte sugli alcolici, si riforniscono in Svezia. L’idea di proteggere la popolazione svedese dalle seduzioni dell’alcool attraverso i Systembolaget e un’elevata tassazione era sicuramente in buona fede, ma come spesso accade, la buona fede non dà per forza buoni risultati. Tuttavia, credo che il rapporto degli svedesi con l’alcol cambierà.

"Sono fiducioso che i giovani svedesi supereranno il tabù dell’alcol e potranno relazionarvisi in modo più rilassato. Questo non accadrà da un giorno all’altro ma, a lungo andare, anche in Svezia si affermerà una moderata cultura dell’alcol...".
(diverse källor)

                                                                      

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.