Quando nel 1988 per la prima volta i Verdi sbarcarono al
Parlamento svedese vennero chiamati:
“i figli della foca”. Perché senza la
moria nel Baltico, difficilmente avrebbero strappato venti seggi.
Da allora, i
Verdi si sono fregiati di aver saputo creare un ambiente “in cui l’uomo trova
il suo posto”. Ma all’ecologismo hanno sempre affiancato battaglie politiche.
Durante la Guerra Fredda fu il pacifismo: “Come parlare di ecologia senza parlare
del Vietnam?”, dicevano. Oggi sono gli immigrati e il multiculturalismo. Ma
forse si sono lasciati un po’ prendere la mano.
Perchè è propio in Svezia patria
dell`uguaglianza dei sessi che si rifiutano di stringere la mano alle donne perchè
"impure." Lui si chiama Yasri Khan ed è candidato a un posto nel direttivo politico
dei Verdi e già presidente della organizzazione svedese Muslims for Peace and
Justice, è lui che ha rifiutato di stringere la mano a una giornalista, in
ottemperanza alla sharia, la legge islamica.
È dovuto intervenire anche il premier, Stefan Lofven, che già deve gestire l’ingresso di 250 mila migranti in un paese di dieci milioni di persone, a ricordargli che “in Svezia la mano si stringe ad uomini e donne”.
È dovuto intervenire anche il premier, Stefan Lofven, che già deve gestire l’ingresso di 250 mila migranti in un paese di dieci milioni di persone, a ricordargli che “in Svezia la mano si stringe ad uomini e donne”.
Secondo numerosi sondaggi, il 65 per cento degli svedesi
vuole adesso che i Verdi, i più accesi fautori delle frontiere aperte, siano
cacciati dalla coalizione al potere. “Nel nostro desiderio di abbracciare
una società pluralistica e multiculturale, abbiamo chiuso un occhio sui punti
di vista non democratici”, ha detto Gulan Avci, esponente dei liberali
all’opposizione. Nel cercare di raffreddare gli animi, la leader del Partito
dei Verdi, Asa Romson, che è anche vice premier, ha fatto peggio e in
un’intervista televisiva ha descritto gli attacchi dell’11 settembre come
“incidenti”. Ha poi chiarito che condannava ovviamente gli attacchi che
costarono tremila vite in America. Ci si è poi messo il fondatore dei Verdi,
Per Gahrton, il quale ha detto che l’ex ministro Kaplan è stato vittima di una
caccia alle streghe ordita da Israele. Gahrton è stato il presidente
della Palestine Solidarity Association per dieci anni.
Ma non finisce qui. Nuove immagini sono emerse in cui
Kaplan e gli altri membri musulmani dei Verdi sono ripresi con le quattro dita
alzate, il gesto utilizzato dai Fratelli musulmani in Egitto. Uno di loro,
il giovane leader dei Verdi Salahaden Raoof, ha ripetuto il gesto
durante una trasmissione sulla televisione svedese. Le quattro dita alzate al
cielo fanno riferimento alla moschea di Rabaa, al Cairo: Rabaa, che in arabo
significa proprio “quattro”, è dove si realizzò il sit-in più grande della
capitale a opera dei Fratelli musulmani, dopo la deposizione di Mohammed Morsi.
Il gesto non è illegale in Svezia, ma molti membri del partito mettono ora in
dubbio il fatto che esponenti della Fratellanza musulmana siano compatibili con
la piattaforma femminista e gay friendly dei Verdi svedesi. Durante la Guerra fredda, i sovietici si approfittarono
della celebre neutralità svedese, con il suo rifiuto del bipolarismo Stati
Uniti-Urss, il rapido riconoscimento della Cina di Mao, la sospensione dei
rapporti con l’America dopo il bombardamento sul Nord Vietnam, il disarmo
nucleare predicato da Olof Palme, il socialismo welfarista, il “non
allineamento”, insomma il disimpegno svedese da Trelleborg ai confini estremi
della Lapponia. Una neutralità fragile e ambigua che ora sembra tingersi di
verde: il colore dell’islam.
Comunque due alti funzionari dei Verdi, Jon Karlfeld e
Anders Wallner, hanno dichiarato che “anche se a oggi non vi sono indicazioni di
un’infiltrazione, il Partito dei Verdi andrà avanti e indagherà la potenziale
vulnerabilità”. (Speriamo bene…!!)
(diversekällor)