È questo il destino delle cause estreme. Oggigiorno, stare
dalla parte del panettone diventa maledettamente più scomodo. Si va incontro
all’emarginazione. Alla persecuzione. Chi ancora osi affrontare il parentado
con un panettone si espone al disprezzo sicuro: guardalo, si presenta con un
panettone e nemmeno si vergogna, non è neppure mandorlato. Ci sono cognate che
arrivano al punto di vantarsi del crimine più efferato, per umiliarci:
quest’anno proverai, ho comprato un panettone speciale, è come mangiare la
colomba.
Una volta quando ancora abitavo in Italia non era così dura.
Bastava prendere posizione in un preciso dualismo, schierandosi senza se e
senza ma tra panettone e pandoro, come tra mare e montagna, zoccoli e
infradito, collant e autoreggenti, Beatles e Rolling Stones, Vespa e Lambretta,
spumante e champagne. Era battaglia anche allora, perché i due partiti non si
risparmiavano i colpi sotto la cintura: il panettone è una mattonata, il
pandoro è snob, il panettone è per gente rude, il pandoro è per gente
invertebrata. Il panettone è per i poveri, il pandoro è per i ricchi. Il panettone
è roba da uomini, il pandoro è articolo per signorine. E via degenerando.
Adesso festeggiare il Natale con una semplicissima fetta di
panettone, con i suoi bravi canditi e la sua bella uvetta, magari dopo una
mezz’ora sul calorifero per restituirgli un po’ di vita, ecco, questo
semplicissimo rito dell’antichità sta diventando imbarazzante e proibito. A me
fa peso, a me i canditi fanno schifo, io preferisco il pandoro: ed è così che
si perviene alla scoperta più triste, nessuno ha pensato di portare il panettone.
C’è tutto, dal dattero post-moderno con il cuore di tartufo al torrone
ricoperto di pistacchio, dal pandoro che sa di veneneziana alla veneziana che
sa di melanzana: ma il panettone no, non c’è più verso di trovarne una fetta in
giro.
Allora diamoci una mossa. Fossimo anche rimasti in quattro
gatti (uno sono io, ne mancano tre), dobbiamo alzare la voce. Giù le mani dal
panettone. Diciamo forte e chiaro che per noialtri il panettone è una conquista
dell’umanità, e non si capisce perché l’Unesco, tra le tante cretinate messe
sotto tutela (ormai mancano solo le natiche di Lady Gaga), non senta il dovere
di rendere giustizia al nostro impareggiabile dolce natalizio.
Tomtefar & Tomtemor |