giovedì 4 luglio 2013

Svezia: "Ikea del giallo e racconti criminali"

Dopo il fenomeno Larsson, dalla Svezia un diluvio di romanzi criminali componibili e intercambiabili come gli scaffali della catena scandinava Se fino a poco tempo fa “credevano nel design, ma amavano gli gnomi”, come sintetizza poeticamente Nanni Delbecchi nel suo “Il signor Ikea” sembra che oggi gli svedesi non facciano altro che scrivere gialli, leggere gialli ed esportare gialli.

Sarà che magari non sono mai guariti, dal 1986. Perché i nordici, si sa, non sono mica come noi, non sono abituati, almeno in tempi recenti, ai misteri, agli intrighi e agli omicidi immotivati. E alla fine anche se si trova la soluzione, la macchia di sangue, grande o piccola che sia, non se ne va. Tu la cancelli e lei riappare, come nei mistery della migliore tradizione.
Il fatto è che dalla morte violenta di Olof Palme, in Svezia i gialli hanno cominciato a proliferare. Non che prima nessuno ci si fosse cimentato. Ma ai nostri non va giù che sono scaduti (nel 2011) i venticinque anni che il codice penale del paese concede alle istruttorie e siamo ancora in alto mare: il processo più lungo e costoso mai affrontato in Svezia e la condanna all’ergastolo di un sospetto poi prosciolto in appello non hanno saziato l’ansia indagatoria che ha ipnotizzato gli svedesi di fronte alla morte di un primo ministro assassinato in pieno centro di Stoccolma, delitto di cui non è stata trovata nemmeno l’arma.

“L’ambizione della Svezia di essere il paese del welfare è morta con Palme"
.
dice Leif G. W. Persson, anche lui autore di una trilogia deckare.(trad: Racconto criminale)
In una recente intervista ha dichiarato:
Per scrivere del `assassinio di Palme (“The end of Welfare State”, ndr) ho dovuto scalare sei stanze piene di montagne di carta. "Oggi tutto quello che pensiamo della Svezia è idealizzato” .Ha aggiunto schiettamente Persson:
“Anche io prima di venire in Italia pensavo che tutto fosse come nel "Rigoletto".

(diverse källor)



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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.