Lo scontro tra la politica estera progressista della Svezia
e le realtà del Medio Oriente ha finito per portare alla rottura. Mentre
l’Arabia Saudita ritira l’ambasciatore a Stoccolma e accusa la ministra degli
Esteri svedese di «flagrante interferenza» nei suoi affari interni, il premier
svedese Löfven rompe l’accordo militare tra il Paese scandinavo e Riad in piedi
dal 2005.
Diritti umani e civili.
Le frustate e il discorso «troppo femminista»
A gennaio Wallström aveva condannato duramente l’Arabia
Saudita per le 1000 frustate inflitte al blogger Raif Badawi e lunedì scorso
aveva messo online il testo del discorso che avrebbe dovuto tenere al Cairo, di
fronte alla Lega Araba, nel quale ricordava le ottime relazioni con i Paesi
arabi, ma parlava anche della minaccia del radicalismo islamico e condannava le
mutilazioni genitali femminili. «Era un discorso per celebrare il progressi
delle donne – dice Walstrom – ma anche per ricordare che ancora molto resta da
fare per quanto riguarda diritti e rappresentanza politica».
All’Arabia Saudita il discorso della ministra non è
piaciuto. E dopo l’improvvisa cancellazione del suo intervento al Cairo il
passo dalla tensione alla crisi diplomatica è stato breve. Riad ha richiamato
il suo ambasciatore a Stoccolma mentre la Svezia ha accusato il paese arabo di
aver impedito alla sua ministra degli Esteri di pronunciare il suo discorso di
fronte alla lega Araba, in apparenza a causa di precedenti dichiarazioni in
favore della democrazia nella regione.
In un crescendo di toni il premier svedese, il
socialdemocratico Stefan Löfven, ha annunciato l’interruzione dell’accordo di
cooperazione militare con Riad, mentre la Lega Araba spiega che impedendo alla Wallstrom
di intervenire «si è solo data voce a chi ritiene che le sue dichiarazioni
siano incompatibili con il fatto che la Costituzione del Regno saudita è
fondata sulla Sharia».
L’accordo tra Stoccolma e Riad che Löfven ha deciso di
rompere era stato firmato nel 2005 e prevedeva cooperazione nel campo militare
della logistica, delle armi, della tecnologia e dell’addestramento. Secondo il
ministro della Difesa Peter Hultqvist gli unici settori nei quali resta la
collaborazione tra i due Paesi sono ora la ricerca medica e gli studi di
genere. L’accordo, rinnovato nel 2010, era già stato fortemente
criticato quando era emerso che la Svezia aveva segretamente aiutato i sauditi nella
costruzione di una fabbrica di armi. Ciononostante la decisione del premier ha
scatenato altre polemiche: l’ex ministro degli esteri conservatore Carl Bildt
ha parlato di «scelta sbagliata che ha danneggiato innanzitutto gli svedesi».