martedì 17 agosto 2010
"Un ingegnere che non si ingegna più..."
Ho notato con non poco dispiacere, la tendenza generale dei "blogger" a considerare i blog come il mio un pò sarcastici ed autoironici, come se fossero demenziali, come figli di un dio minore, da leggere per farsi le 4 risate quotidiane,secondo me invece un blog personale dovrebbe riflettere il carattere della persona, e quindi dovrebbe offrire momenti di serietà, momenti di puro cazzeggio, sfoghi ironici o rabbiosi, considerazioni profonde e superficiali.
Molti li leggono ma senza dichiarare mai pubblicamente di farlo, con una punta di snobismo, sufficienza, come se ognuno di noi sentisse improvvisamente di essere un cocktail di Giacomo Leopardi, Freud, e anche un poco Ernest Heminguei.
Chi approda alla scrittura sul web (blog) ci arriva non perchè pensa di essere un grande scrittore, ma perchè sente di avere qualcosa da dire, ed a mio avviso la cosa importante è il come lo si fa. Qui entra in ballo il genio personale, la sagacia, l'ironia, il gusto sopraffino dell'idea, che purtroppo a volte non è supportato da basi culturali o scolastiche, non siamo tutti laureati, e quello non sempre dipende, dalla nostra volontà.
Chi scrive un blog non è un'extraterrestre sceso nel world wide web da chissà quale pianeta, ma siamo io, tu, il nostro fornaio, mio figlio, la vicina di casa, e nella vita di tutti noi, dentro ognuno di noi forse coperta da uno strato di polvere c'è quel briciolo ironia,comicità e perchè no un pizzico di poesia che ci permette di sopravvivere alle brutture di questo mondo.
Direi di non alzare stupidi muri anche qui, non creiamo classismi, ghetti, non diamo spazio a chi cerca di far nascere solo gruppi di elite che la pensa alla stessa maniera, perchè in questo mondo sospeso tra cielo e terra se guardi in basso hai la possibilità di vedere il mare, se tieni gli occhi sempre alzati potresti scoprire che oltre il cielo non esiste nulla o forse si, ma se Lui esiste ce ne sta uno soltanto e sarà durissimo scoprire che non è uno scrittore di blog.
Quello che chiedo a voi è se sento tutto questo amplificato perchè lo vivo ogni giorno sulla mia pelle, sono purtroppo un ingegnere che non si ingegna più da qualche mese, o vi siete resi conto anche voi di questa forma di chiusura?
(vagabondo)
mercoledì 11 agosto 2010
La traiettoria nella neve

Osservando le foto di Jens Lapidus (un avvocato di Stoccolma con la passione della scrittura) pubblicate da numerose riviste di moda verrebbe spontaneo pensare che abbia il phisique du role più del fotomodello che quello del noirista. Non a caso la rivista mensile per uomini “GQ” l’ho ha nominato “Uomo dell’Anno 2008” proprio per la sua eleganza. Ma gli oltre 600 mila svedesi che hanno portato all’immediato successo il suo “Snabba cash” sanno benissimo che gli abiti eleganti e l’aspetto perfetto da jet-set sono alcune delle caratteristiche principali dei nuovi giovani della Svezia.
Ragazzi che, come racconta precisamente Lapidus nel suo thriller, amano le feste, i bei vestiti, le ragazze, i soldi veloci e soprattutto consumano tanta cocaina. Ed è proprio questa “bianca neve” che da il titolo (in italiano) al debutto dell’avvocato svedese ma che è anche l’elemento che fa da collante mortale alle storie incrociate dei quattro protagonisti principali di questo romanzo e che ci mostra nel dettaglio la nuova scena criminale di Stoccolma. Così i lettori seguono le peripezie del picchiatore slavo Mrado Slovovic, del giovane studente spacciatore Johan Westlund, dell’evaso cileno Jorge Salinas Barrio e del capo mafia Randovan, quattro persone diversissime il cui destino dipende proprio dal traffico proficuo di cocaina, la sostanza che da tempo allucina le notti di Stoccolma soprattutto in quartieri esclusivi come quello di Stureplan.

I suoi libri, descrivono con grande realismo la malavita svedese. Crimini come il contrabbando di droga, lo spaccio, la violenza fra gang. Cose che purtroppo accadono in Svezia ogni giorno. I protagonisti del suo romanzo sono uno strano mix di caratteri di persone che ha davvero incontrato. Nel suo libro sono riportate intere pagine di documenti legali,che lui stesso si è procurato saccheggiando il suo archivio personale di avvocato. Una Svezia che ha visto crescere una nuova generazione di “ragazzacci” nella città di Stoccolma, amanti dei jet-set, dello stile di Saint Tropez, delle feste. Spendono un sacco di soldi in champagne e sniffavano grandi quantità di cocaina. Si è vero, la maggiorparte di voi ha un’imagine calma, solare, paradisiaca della Svezia. Lapidus ci fa capire invece che non è stato così negli ultimi 25 anni addirittura molti lettori svedesi si sono riconosciuti nelle sue storie lo stesso Lapidus racconta: che molti lo hanno contattato facendole domande del tipo: “come hai fatto a conoscere mio fratello?”, oppure “perchè hai scritto queste cose di me?”. La conclusione è che la gente è convinta che la sua storia sia reale quando tutti i dettagli che ha dato loro hanno un’autentica credibilità emozionale.
*****
Una breve descrizione del libro: 
Quello che però i suoi ricchi compagni di bagordi non sanno è che JW in realtà è uno spiantato ragazzo di campagna, che lavora di notte come tassista abusivo per pagarsi i lussi e far parte del jet set. Tre criminali dall'inquietante inventiva, disposti a tutto pur di riuscire a fare il salto. E il traffico di cocaina a farli conoscere e a metterli sulla stessa rotta, ma anche a catapultarli nella sfera di interesse di Radovan, il capo della malavita slava, che pochi hanno visto di persona ma che governa i destini della droga a Stoccolma, e di chiunque ne faccia smercio. Buona lettura a tutti da nonno Franco.
lunedì 9 agosto 2010
Letteratura svedese:"Italienska skor" (Scarpe italiane)
Come è per il protagonista di questo romanzo dell’età matura di Mankell, un uomo di sessantasei anni che una volta era un chirurgo e adesso vive nella casa dei nonni, in un’isola di un arcipelago al largo di Stoccolma. Assolutamente solo, con un vecchio cane, un gatto e un formicaio, la sua solitudine interrotta dalle visite del postino che arriva a giorni fissi in hydrocopter.
Ogni mattina lui fa un buco nel ghiaccio e si immerge nell’acqua gelida.
Per sentirsi vivo.
Per punirsi, forse.
Perché Fredrik Welin accenna ripetutamente al fatto di aver interrotto la carriera tredici anni prima, senza dircene il motivo fino a quasi metà libro, ma possiamo anche immaginarlo. Un giorno sul ghiaccio appare una figura - e questa è una scena così incisiva, così densa di significato, da sembrare quella di un film in bianco e nero, magari un film di Bergman (che, non è un caso, era il suocero di Mankell). Perché la figura intabarrata avanza spingendo davanti a sé un girello ed è la donna che Welin aveva amato e lasciato in asso trentasette anni prima.
E pur se le scarpe sono una metafora amorosa e sessuale - e si ritorna spesso nel libro sul tema dell’importanza delle calzature -, Scarpe italiane non è un romanzo d’amore, piuttosto un romanzo sul rimpianto d’amore, sull’incapacità di riconoscere il valore dei sentimenti nel momento in cui li viviamo, sulla pietas che finisce per prendere il posto dell’amore.
Ed è anche un romanzo sulla capacità di affrontare le proprie colpe, pagando il prezzo che c’è da pagare. Perché la donna che cammina sul ghiaccio del passato è gravemente ammalata ed è venuta a cercare l’innamorato di un tempo per esigere da lui l’adempimento di una promessa: che la porti a vedere il lago di cui le aveva parlato, dove suo padre aveva portato lui, bambino di dieci anni.
Inizia quindi il viaggio di questi due personaggi, verso dove? Il lago incantato? L’attimo magico dell’amore della giovinezza? O la morte?
Perché la morte sembra essere sempre in agguato in queste pagine; come se l’alce morto, o il cane, o il gabbiano, o la vecchia signora alla cui casa arrivano guidati da un cane fedele, o la ragazza che gira con una spada da samurai, non fossero altro che un’anticipazione della morte di Harriet, tenuta a bada da medicine e alcool, mentre Welin si prende cura di lei con tiepido affetto che non è certo amore.
Il viaggio dei giovani è sempre un viaggio di scoperta, o di formazione; un viaggio di due persone anziane è un viaggio di resa dei conti, anche se c’è una scoperta che Welin farà. E chissà se la sua vita sarebbe stata diversa, se avesse saputo prima. E comunque la consapevolezza improvvisa di aver causato tanto dolore lo porta inevitabilmente anche a riaprire la pagina della sua sconfitta come medico.
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"Scarpe italiane" edito in Italia da Marsilio |
Forse c’è troppo, nel romanzo di Mankell. Forse alcune delle vicende, quella delle ragazze problematiche ad esempio, sono in eccesso, e tuttavia Scarpe italiane è un libro molto bello, che ha la tristezza di un tramonto su una distesa ghiacciata, la malinconia della vita che sta per terminare.
Ed è meglio tenersi pronti per la fine.
Buonanotte a chi è ancora sveglio da nonno Franco.
sabato 7 agosto 2010
Una giornata uggiosa...!

Giorno di inizio agosto , dal cielo grigio,pioggia e forte vento. Le tende e gli alberi, verdi entrambi, ondeggiano.
Scuri i tetti delle case dei miei vicini. Pesante e umida l’aria. Un giorno di inizio agosto, dall’apparenza triste.
Un giorno d`estate che sembra un giorno d’inverno.
Mai fermarsi alle apparenze. Ciò che sembra in realtà non è.
Questo giorno, dall’apparenza triste, potrebbe nascondere colori di gioia e allegria.
Che i nostri occhi vedano al di là della linea di confine tra ciò che è e ciò che potrebbe essere. Che i nostri occhi vedano al di là dei tetti che si intravvedono all’orizzonte. Che i nostri occhi vedano al di là dei bianchi e neri.
Natti,Natti.
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Sono andato, tornato, ripartito.

E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.